Emanuele Filiberto (nella foto) è stregato da Torre Annunziata e dal Savoia. E’ sorridente, coinvolto, entusiasta del progetto messo in piedi da Nazario Matachione e Roberto Passariello. Ormai lo ha fatto suo e ne va fiero.
“Ho sentito poco fa Stefano De Martino, mio collega ad ‘Amici’ e mio grande amico. Mi ha fatto un grande in bocca al lupo”.
Sarà possibile creare intese ed accordi particolari con altri imprenditori torresi che vivono il mondo del calcio? Chiamerà Aurelio di Laurentiis?
“Ho un ottimo rapporto con suo figlio, lo stimo, è stato un imprenditore lungimirante, un modello. Certo che lo chiamerò anche perché non ha mai nascosto le sue origini torresi, ma prima bisognerà cominciare questo nostro progetto. Dobbiamo partire, farci conoscere, poi guarderemo sempre più in alto. Utilizziamo la politica dei piccoli passi, così arriveremo lontano”.
LA SERIE B – In questo progetto di crescita dove vuol portare il Savoia?
“Ho avuto il mio primo approccio con questa squadra nel lontano 2003 quando fu donata alla mia famiglia una maglia del Savoia (l’allora presidente era Dario Pasquariello). Mi incuriosì il fatto che una città portasse alto il vessillo della casa Savoia sulle maglie della propria squadra di calcio, con una storia iniziata nel 1908. Negli anni, pur se da lontano, mi sono interessato alle sorti del Savoia. Poi due anni fa, con l’amico Roberto Passariello, abbiamo cominciato a dare concretezza alla nostra idea, di tanto in tanto venivo a Torre, guardavamo lo stadio ed ammiravo lo stemma della nostra casata, me ne sono innamorato giorno dopo giorno. Quando ho visto la recente indagine della magistratura, ho capito che era il tempo di intervenire e così abbiamo velocizzato il tutto ed ora eccoci qua”.
L’obiettivo?
“Questa squadra merita palcoscenici diversi, partiamo a lavorare poi conto nel giro di 4 anni di approdare in C, poi tra 5, 6 anni, perché no, potrebbero spalancarsi le porta della B. Ma per far ciò che succeda sarà necessario che tutti contribuiscano al nostro progetto, senza proclami ma con fatti concreti”.
Ormai è tardi ed il principe chiede dove poter mangiare la sua prima pizza a Torre Annunziata.
(Rodolfo Nastro)