L’attesa c’è, è evidente. La piazza antistante la Basilica di Maria Santissima della Neve comincia ad affollarsi di giornalisti, tifosi e cittadini, curiosi dell’arrivo del principe Emanuele Filiberto di Savoia. Si respira un clima nuovo, di fiducia, c’è un sostanziale ottimismo che si percepisce, la convinzione che finalmente, dopo anni di oblio, possa essere giunto il momento di una vera rinascita. Poco dopo le 11 arrivano i protagonisti. Ci sono oltre al Principe, il manager Nazario Matachione che con l’ingegnere Roberto Passariello, sono stati i due deus ex machina di questo progetto. Con loro Marcello Pica, presidente e C.C.O. della Casa Reale Holdng Spa, la società creata ad hoc per gestire il Savoia, il banchiere Marco Limoncelli e tutti gli altri componenti del Cda (nella foto di gruppo finale). Si entra in Basilica con monsignor Russo che fa gli onori di casa e racconta la storia della Vergine Bruna, poi il trasferimento nella sala predisposta per accogliere la conferenza stampa. Ogni intervento è ricco di entusiasmo e della giusta determinazione. Ne escono concetti molto importanti.
MATACHIONE – Nazario Matachione apre la conferenza e chiede subito di essere chiamato: “Manager, non imprenditore, vivo una nuova vita. La mia storia personale con le vicissitudini di questi ultimi anni mi ha provato. Ne sono uscito e spero di essere un riferimento per i tanti imprenditori che stanno soffrendo. Prima il mio modello era Enzo Ferrari, adesso è Marchionne”.
L’ex presidente dei bianchi, che è stato colui che ha coinvolto tutti i componenti delle neonata società, entra subito nel nocciolo della questione.
“Noi faremo calcio a Torre Annunziata. Cambieremo tutto, ci saranno persone nuove. Ringrazio Emanuele, Roberto e tutti gli altri perché si sono convinti di questo progetto che vuole essere un volàno per l’intera comunità. Non solo il Savoia prima squadra ma anche una Academy che coinvolgerà i giovani del territorio. Abbiamo grandi idee per il riscatto di Torre ma tutti devono accompagnarci”.
STADIO – Al momento il Savoia ha difficoltà anche ad allenarsi.
“Siamo già pronti. Tre sindaci del territorio ci hanno dato la disponibilità dei propri impianti. In attesa del Giraud, sappiamo cosa fare e dove andare”.
FILIBERTO – Il principe è visibilmente emozionato.
“Per me è bello essere qui, sono molto emozionato. Sono nella città che ha portato alto il nome della mia Casata grazie alla propria squadra del cuore. Un onore per me. L’intenzione è quella di essere semplici ed umili per fare fatti concreti, manterremo le promesse che ci sentiamo di poter concludere positivamente. Voglio riportare il nostro stemma sulle casacche. Riprendiamoci tutti insieme il Savoia per farlo crescere”.
L’ACADEMY – Elemento focale nel progetto della Casa Reale Holding è la costituzione di una Academy.
“Diamo un calcio alla criminalità, sottraiamo i ragazzi del territorio alla strada e portiamoli nella nobiltà del calcio con gente pulita. Abbiamo intenzione di far crescere i componenti dell’Academy anche con borse di studio”.
PASSARIELLO – L’ingegnere Roberto Passariello, torrese doc, è stato il primo a coinvolgere Emanuele Filiberto nel progetto Savoia. Poi è arrivato Nazario Matachione e l’intenzione è divenuta realtà.
“Da torrese sono orgoglioso di aver contribuito alla costituzione di questa Holding. Chi è presente oggi a questo tavolo ha tutta l’intenzione di costruire qualcosa di importante nella nostra città”.
Il presidente Pica evidenzia il ruolo sociale dello sport.
LIMONCELLI – Il banchiere Marco Limoncelli mette da parte il passato.
“Siamo tutti uomini del sud, con tanta passione e voglia di fare. La stessa passione che vogliamo far tornare in questa tifoseria che ha sofferto enormemente in questi anni. Lasciamoci alle spalle il passato, pensiamo al presente ed al futuro. Di certo non tradiremo le aspettative di questa città”.
Pronta la Savoia Card con il contributo di Mastercard. Un esempio dello spessore di chi vuol fare calcio in città.
(Rodolfo Nastro)