A un mese di distanza dalla sua fuga da Torre Annunziata, ieri pomeriggio Alfonso Mazzamauro (nella foto), spalleggiato dal suo fido direttore generale Ciro Sarno, un politico di San Giorgio ‘prestato’ al calcio, è tornato a parlare di Savoia nella conferenza stampa di presentazione del nuovo Giugliano, nato proprio dal suo ‘tradimento’ a Torre Annunziata. Per i riferimenti a Torre ed al Savoia ci sembra opportuno effettuare alcune considerazioni oggettive, rispetto al ‘monologo’ di ieri pomeriggio.
ATTACCO ALLA STAMPA – Forse abituato a circondarsi in società di ‘yes man’ a Mazzamauro non ha fatto certo piacere leggere opportune critiche dalle pagine della nostra testata giornalistica e da quelle di altri colleghi che hanno analizzato le enormi responsabilità della proprietà nell’aver deciso di abbandonare il Savoia. E’ nato così il suo j’accuse’ alla stampa torrese che a suo parere gli ha riservato. “Attacchi mediatici più unici che rari”. Ecco perché ci sembra corretto evidenziare alcuni concetti riferiti proprio al Savoia.
L’ALIBI DELLO STADIO – Che il Giraud abbia bisogno di interventi, che le responsabilità dell’Amministrazione siano evidenti e che questo consesso sarà segnato da un immobilismo imbarazzante, è un dato di fatto acclarato ma quando nella conferenza stampa di ieri viene affermato che ‘A Torre non c’è un campo’, e che l’assenza dello stadio ‘Non ci ha consentito di fare domanda di ripescaggio e ci ha fatto propendere per andare a Giugliano’, cadiamo allora nel populismo più esasperato, nel ‘falso storico’. Il Giraud non sarà certo un gioiello ma è comunque uno stadio che per la serie D è sufficiente con il manto erboso omologato fino al 30 giugno 2022, e se non erriamo il Savoia di Mazzamauro da tre anni disputa la D (quella che aveva trovato al momento del suo arrivo) ed anche nella stagione che sta per iniziare avrebbe giocato in quarta serie. Altra evidenza è quella che il Savoia di Mazzamauro sul campo non ha mai conquistato il diritto di accedere alla serie superiore, neanche attraverso i ripescaggi. Tre anni fa i bianchi furono eliminati nella semifinale play off dal Cerignola che vinse poi gli spareggi contro il Taranto ma non fu ripescato. Lo scorso campionato non c’è stato nessun ripescaggio dalla serie D, quello del Foggia è stato un cambio di squadra perché il Bitonto, causa la gara truccata del campionato precedente con il Picerno, fu estromesso dal primo posto ed in automatico è subentrata la seconda classificata dello stesso girone, ovvero il Foggia. Quest’anno poi, il Savoia ha perso la finale con il Latina e se avesse fatto domanda di ripescaggio si sarebbe giunti ad una posizione occupata in graduatoria molto bassa, causata dalla sconfitta in finale, dal posizionamento in campionato, dai punti conquistati, dal fair play e dai risultati del settore giovanile. Tutte mancanze ‘sportive’ addebitabili unicamente alla società e non certo ai tifosi o all’Amministrazione che ribadiamo le sue grandi colpe le ha sulla questione stadio e questa non vuol essere una giustificazione nei confronti del sindaco e della sua Giunta, da noi più volte ‘bacchettata’ anche con un dossier sulla storia di inefficienze legate allo stadio.
E L’ALLENATORE? – Un elemento che fa sorridere è che nella presentazione di ieri sia stato annunciata in presenza tutto lo staff tecnico a partire dall’allenatore in seconda. Chi mancava? Il tecnico della prima squadra, a conferma che c’è una diatriba interna tra il patron Alfonso che vuol riconfermare Ferraro (probabilmente così sarà) e il duo Renato Mazzamauro/Righi che insistono su Morgia che Righi ha avuto ai tempi della vittoria del campionato a Mantova. La sensazione è che se anche Ferraro dovesse restare, la sua permanenza potrebbe essere segnata dai risultati con Morgia pronto dietro l’angolo. Ma questa è storia che non interessa Torre.
(Redazione)