La serie ‘D’ si ferma qui. Manca solo l’ufficialità ma le indiscrezioni e le ‘mancate’ decisioni di questi ultimi giorni fanno propendere per il totale stop di molti campionati. Probabilmente riprenderà soltanto la serie A per motivi di ordine economico, in forte dubbio la B. Discorso diverso per C e dilettanti per i quali tutto dovrebbe essere deciso a tavolino con promozioni e retrocessioni (forse) scritte nei Palazzi del calcio con l’apertura ad eventuali ripescaggi.
NULLA DI FATTO – Nella tanto attesa riunione di ieri tra il Ministro dello Sport Spadafora ed i vertici del calcio italiano, con la presenza in videoconferenza di Gravina (F.I.G.C.), Dal Pino (Lega A), Balata (Lega B), Ghirelli (Lega C), Sibilia (L.N.D.), i rappresentanti dell’A.I.A, dell’Assocalciatori, degli allenatori e dei medici sportivi, si è arrivati ad un nulla di fatto. Spadafora ha preso atto del protocollo per la ripresa presentato dalla serie A ma ha rimandato qualsiasi decisione al Ministro della Salute Speranza che, sentito il Comitato Scientifico Nazionale, deciderà in ultima istanza sulla ripresa dell’attività agonistica, anche se nei giorni scorsi il numero uno del dicastero della sanità aveva affermato che in questo momento il calcio è l’ultimo dei pensieri.
I DUBBI DI MALAGO’ – Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del C.O.N.I. Giovanni Malagò (nella foto con il Ministro Spadafora) che si dichiara perplesso sul fatto che mentre gli altri sport sia individuali che collettivi hanno deciso di fermarsi, solo nel calcio si continui a parlare di ripresa (sospese le competizioni del settore giovanile e scolastico ed il calcio femminile). Delle altre Leghe non si è parlato in termini di ripresa ma soltanto, specie per la L.N.D., di contributi economici per la prossima stagione. La percezione netta degli addetti ai lavori, nonostante le frasi di circostanza, è che tutto il calcio possa chiudere qui. Di questo pomeriggio la richiesta ufficiale dei Comitati Interregionali di Valle D’Aosta e Piemonte di interrompere tutti i campionati dilettantistici.
LA PROPOSTA DI CAIATA – Ad inizio settimana aveva fatto discutere la proposta lanciata dal presidente del Potenza, nonché membro del Consiglio Direttivo di serie C, Salvatore Caiata a FanPage, che aveva ipotizzato una radicale riforma dei campionati B, C e D. Per il massimo dirigente lucano, fermo restando il format di A, si sarebbe potuta creare una B2 comprendente uno o due gironi degli attuali 3 di terza serie, in pratica nascerebbero due gironi di Serie B (centro-Nord e centro-Sud come dopo la seconda guerra mondiale) e da là in giù una Serie C dilettantistica composta da 3 gironi alle quali avrebbero partecipato le escluse dalla nuova B insieme alle ‘migliori’ di D, tutto sotto l’egida della quarta serie, questo col fine di ridurre il numero di squadre professionistiche ed abbattere drasticamente i costi per la C. Una ipotesi che ieri comunque non è stata affrontata nella riunione con il Ministro dello Sport e che per ora resta sul tavolo considerando che i tempi, siamo a fine aprile, non sembrano sufficienti per procedere ad un tale ‘rivoluzione’ anche se non pochi sono favorevoli ad una riforma che potrebbe ‘salvare’ il movimento calcistico italiano anche se non sarà facile individuare le squadre partecipanti alla nuova B e quelle della C dilettantistica. In ogni caso sarà necessaria la maggioranza qualificata del Consiglio Federale nel quale la sola Lega di ‘D’ può vantare il 34% del peso elettivo, la A il 12%, la B il 5%, la C il 17%, l’Assocalciatori il 20%, gli allenatori il 10% e gli arbitri il 2%.
(Rodolfo Nastro)