Il calcio italiano ai tempi del Covid-19 non sta certamente facendo un bella figura. Mentre gli altri sport ‘minori’ hanno deciso, pure a livello di massimo campionato, di fermarsi e chiudere tutto, nell’ovattato ‘pallone’ questo non è accaduto, manca qualsiasi tipo di accordo. Si registrano i soliti isterismi, non certo di presidenti, giocatori, tifosi ed addetti ai lavori, ma purtroppo dei massimi organi federali che danno sempre più la sensazione della spaccatura profonda che esiste all’interno delle varie serie del calcio italiano. Dalla ‘A’ ai dilettanti, in effetti non ci sono semplicemente 4 categoria di differenza ma un vero e proprio abisso di interessi economici che di fatto sta portando a decisioni e proposte insensate.
L’AUTOGOL DI GHIRELLI – E’ di ieri l’ultima ‘clamorosa’ presa di posizione. Stavolta ci ha pensato il presidente della Lega di serie ‘C’, Francesco Ghirelli (nella foto) che ha avanzato una proposta a dir poco ‘visionaria’ ed egoistica. In pratica si è paventata la possibilità di promuovere 4 squadre dalla C alla B, le prime dei tre gironi più una quarta scelta per ‘sorteggio’ da quelle che hanno diritto a partecipare alla griglia play-off. Ma non finisce qui, contestualmente nessuna retrocessione e cosa più assurda, il divieto dei ripescaggi dalla D. Da cosa nasce quest’idea? A pensar male..forse, forse non si fa peccato. Basti verificare i componenti del Consiglio direttivo della Lega di serie C, sono gli esponenti di Olbia, Pontedera, Catanzaro, Potenza, Albinoleffe, Ravenna guarda caso tutte squadre interessate nella zona play-off e retrocessione che avrebbero indubbi vantaggi se dovesse passare questa proposta. Insomma una decisione per se e non di sistema. Questo ha portato ad un vespaio di polemiche ed alla preannunciata azione di ‘forza’ di Bari e Carpi che, rispettivamente seconda e terza nei propri gironi, si potrebbero vedere scavalcate da compagini che al momento dello stop erano molto più giù in graduatoria e che non hanno certo fatto i sacrifici economici da loro sostenuti.
RIPESCAGGI E DIETROFRONT – A tutto questo si aggiunge la circostanza che, numeri alla mano, la prossima serie C anziché di 60 squadre sarebbe composta da 65, un bello schiaffo alla volontà della F.I.G.C. di ridurre il numero di squadre della terza serie. Infatti considerando le 4 promozioni in B, senza retrocessioni, dalla D salirebbero le 9 prime dei rispettivi raggruppamenti. 9-4 uguale 5. Così non va proprio perché poi il divieto dei ripescaggi precluderebbe qualsiasi possibilità di formare correttamente i gironi. Insomma un bel caos sul quale questa mattina lo stesso Ghirelli, forse dopo aver riflettuto stanotte, ha tentato di porre un freno affermando che comunque la proposta dovrà essere condivisa con le leghe di B e D, ma ormai la bomba era sganciata.
LA REAZIONE DI SIBILIA – Di poco fa la decisa reazione di Cosimo Sibilia, presidente della L.N.D. che in pratica ‘boccia’ sul nascere la proposta di Ghirelli e del ‘suo’ Consiglio direttivo, sia nei contenuti che nel merito, auspicando l’intervento della F.I.G.C. per una decisione collettiva che garantisca tutte le leghe. Di seguito le dichiarazioni di Sibilia riportate sul sito ufficiale della lega: “Questa proposta – spiega il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia e vicepresidente vicario della FIGC – peraltro, non è stata concordata né preventivamente illustrata dal presidente della stessa Lega Pro alle altre componenti federali direttamente interessate. Ovviamente ogni modifica regolamentare sulla specifica materia deve essere valutata dal Consiglio Federale della FIGC e, sul punto, la LND intende sin da ora chiarire che nessuna soluzione penalizzante per le Società che militano nel Campionato di serie D e, di riflesso, nei Campionati di Eccellenza potrà essere approvata e trovare l’adesione dei Dilettanti”. Il presidente della LND incalza: “Risulta evidente, in ogni caso, che proprio in momenti di particolare difficoltà, come quelli che stiamo vivendo, sarebbe necessaria una condivisione di sistema e un preventivo confronto nella sede più idonea, che resta la FIGC e il suo organo direttivo. Stupisce, inoltre, che nel mentre si evidenzia una situazione di crisi che attraversa il mondo professionistico, si propongano soluzioni che non solo non tengono conto dell’attuale format ma che, in contraddizione con l’accertata problematica della sostenibilità di un numero elevato di società della sfera professionistica, soprattutto in Serie C, addirittura ne preveda un aumento”. Infine Cosimo Sibilia ribadisce la necessità, dettata dal particolare momento, di mantenere più che mai unito il mondo del calcio italiano. “La LND é certa che il Presidente Federale Gravina, che anche pubblicamente ha sottolineato l’esigenza di agire unitariamente per il bene del calcio italiano, sia di vertice che di base, saprà evitare fughe in avanti da parte di singole componenti” – conclude Sibilia.
COMMISSARIAMENTO F.I.G.C. – Ciò che più sorprende è l’immobilismo del presidente federale Gravina che anziché perdersi in sterili polemiche con il Ministro dello Sport, si sta vedendo sfuggire di mano le diverse leghe, perché è sotto gli occhi di tutti che il suo unico pensiero sia quello di salvaguardare la serie A, dalla B in ‘chi se ne importa’. Sarebbe forse vicino un commissariamento della F.I.G.C. per evidente incapacità a gestire l’attuale situazione. Sarà quindi compito del Governo sciogliere i nodi e decidere una volta per tutte.
I PROTOCOLLI – Il rigidissimo protocollo proposto dalla serie ‘A’ al Governo per la ripresa degli allenamenti ed il ritorno in campo vedrà il ministro Spadafora esprimersi in settimana. L’obbligo di tamponi prima e dopo le gare, la permanenza in albergo degli atleti, il divieto di giocare al nord e di disputare tutte le gare, a porte chiuse, negli stadi del sud, sono regole che soltanto i club della massima serie sono in grado di affrontare economicamente, per gli altri non sussistono le condizioni economiche e logistiche.
STOP DEL CALCIO – La stessa serie B rischia di fermarsi. Di certo dalla C in giù non si riuscirà a tornare in campo. E allora? Restano tante incognite. Come fatto in altri Paesi si potrebbe decidere i congelare i campionati minori con conseguente annullamento dell’intera stagione o cristallizzazione delle classifiche con conseguenti promozioni e retrocessioni delle prime e delle ultime senza i play-off. Verranno poi i ripescaggi per le tante società pronte a sostituire quelle che non riusciranno ad iscriversi. L’attesa c’è ma bisognerà quanto prima prendere una decisione definitiva che sicuramente scontenterà tanti, ma che almeno la si prenda per chiudere questa pessima figura che il calcio italiano sta facendo.
(Rodolfo Nastro)