COVID-19. Parlato: “Siamo un grande popolo, ce la faremo” Il tecnico riflette sull’emergenza attuale: “Giusto fermare i campionati, dobbiamo pensare a chi sta male. Finito il contagio ognuno dovrà avere una vita dignitosa”

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parlato9Il Covid 19 ha sconvolto l’intera umanità. Questo è il dato inconfutabile della più grande pandemia dei tempi moderni che a memoria dei più anziani non ha termine di paragone, tanto si è diffusa e tanto, giorno dopo giorno, sta lasciando sempre più il suo segno sulla vita di tutti noi. In questo contesto fatto di ansie e paure ma anche della speranza di guardare avanti e pensare alla fine di questa tragedia, abbiamo intervistato Carmine Parlato (nella foto) che ci ha raccontato il suo modo di vivere questo momento, per se e per gli altri in un intrecciarsi di dichiarazioni molto profonde.

IL DOPPIO FILO – Parlato affronta la questione Covid sul doppio filo del professionista e dell’uomo.

Da protagonista nel mondo del calcio.

Si è fatto bene a fermare tutto. La serie D in questo senso ha anticipato il blocco della propria attività. Il presidente Sibilia è stato lungimirante nel sospendere subito i gironi che vedevano interessati le squadre del Nord Italia per poi, via via, fermare tutti i campionati. Se altri sono andati avanti per qualche tempo ancora è forse perché non era stato ancora chiaro a tutti cosa stesse accadendo e perchè. Non voglio e non posso pensare che ci sia stata vigliaccheria, penso a troppa superficialità. Se mi si chiede quando si riprenderà vi confesso che non ho una risposta anche perchè il mio ultimo pensiero è tornare in campo. C’è troppa sofferenza che ci circonda, non possiamo pensare ad altro”.

Molto intense le parole dell’uomo.

“In questo momento bisogna essere vicini a chi è venuto a mancare. Ho molti amici tra Bergamo e Brescia e quando li sento hanno un unico pensiero: la paura di morire. Nel settentrione la situazione è davvero gravissima, dobbiamo fare tutto quanto possibile per non diffonderla anche da noi. Per questo non mi stancherò mai di chiedere a tutti di seguire le regole. Dobbiamo restare a casa, in gioco c’è la vita di tutti noi, perché rispettando quanto ci viene detto preserviamo noi ed il prossimo. Il presidente delle Repubblica Mattarella ha riflettuto sul fatto che un’intera generazione di persone anziane sta venendo meno. Dobbiamo bloccare questa emorragia”.

LA LAMPADA DI ALADINO – Fondamentale è il passaggio nel quale si guarda indietro e poi pensa al futuro.

In questi giorni ho pensato che se avessi avuto la possibilità di esprimete un desiderio come Aladino avrei chiesto di fermare il tempo e tornare indietro di sei mesi per avvisare tutti di quanto stava per accadere. La sensazione è che non si è fatto abbastanza per prevenire ed ora si sta correndo ai ripari ma sembra essere sempre un passo indietro. Davvero vorrei tornare indietro”.

LA LIVELLA – Dal nobile desiderio alla dura realtà.

Quando tutto sarà finito cosa pensa possa accadere?

Mi viene in mente la poesia del grande Totò ‘La Livella’ nella quale lui riflettendo sul mondo di chi non c’è più diceva che là erano tutti uguali, non c’erano disparità economiche e sociale. Ecco riflettendo su queste bellissime parole vorrei davvero che terminata l’emergenza sanitaria si potesse pensare in maniera uguale a tutti, magari favorendo chi è più in difficoltà, chi vive in situazioni molto delicate. Credo che questo dovrebbe essere il compito del Governo. Tutti noi invece dovremo pensare ad aiutare gli altri sia economicamente che con il linguaggio, le gesta”.

CE LA FAREMO – Intenso il messaggio a tutti gli italiani.

“Il nostro è un popolo straordinario che nelle difficoltà ha sempre trovato il meglio di se. Sono convinto che umanamente saremo tutti migliori e che si possa ricominciare. Ce la faremo con forza, costanza e determinazione ma senza lasciare nessuno indietro, tutti abbiamo diritto ad avere un vita dignitosa. L’Italia ce la farà”.

(Rodolfo Nastro)





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