La questione ‘porte chiuse’ o ‘sospensione’ tiene banco in serie D. La decisione interlocutoria con la quale la L.N.D. ha rinviato la 27a giornata a data da destinarsi, non appare certo una soluzione ma un rinviare un problema. Difatti anche il 15 il campionato sarà fermo per la già preventivata sosta in occasione del torneo di Viareggio che comunque non sarà disputato per motivi legati al rischio contagio Covid-19 con tutti i club esteri che hanno revocato la loro iniziale disponibilità a venire in Italia.
L’INCHIESTA – La nostra redazione ha deciso di verificare con una vera e propria ‘inchiesta’ il pensiero di alcune società dei gironi ‘G’, ‘H’ ed ‘I’ per approfondire la linea di condotta che i club hanno intenzione di proseguire alla ripresa, che al momento, è fissata per il 22 marzo a porte chiuse.
GIRONE G – Iniziamo il nostro viaggio con tre società del raggruppamento ‘G’, precisamente con Turris, Torres e Latte Dolce.
TURRIS – Il club di Torre del Greco esprime il proprio pensiero attraverso il presidente Antonio Colantonio.
“Siamo favorevoli ad una sospensione del campionato per tutto il mese di marzo. Che il torneo anziché inizio maggio dovesse terminare a fine maggio o inizio giungo poco conta. In primo luogo c’è da salvaguardare la salute dei nostri atleti, dello staff, degli addetti ai lavori e non privare i tifosi di seguirci. D’altronde le porte chiuse costituirebbe un danno economico per noi perché comunque gli incassi, seppure non esorbitanti, ci concedono qualche attimo di respiro. Facendo slittare i tre turni di maggio si salvaguarderebbe anche la piena regolarità del torneo e si permetterebbe ai tifosi di assiepare gli spalti”.
TORRES – Tra le squadre top del raggruppamento c’è la Torres. Il presidente Salvatore Sechi esprime con assoluta chiarezza la propria posizione.
“Premesso che non rientra nelle mie competenze entrare nelle decisioni prese dal Governo per l’emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese, per il calcio, ed in particolare per le categorie dilettantistiche, le misure sono estremamente pesanti. Noi come altre squadre basiamo i nostri bilanci di inizio stagione sull’apporto degli incassi al botteghino, privarci con le porte chiuse di questo rilevante fattore è inconcepibile. Pensare di dover giocare Torres-Turris senza tifosi non sta né in cielo, né in terra. Il calcio non è qualcosa di privatistico ma uno spettacolo che va vissuto con i tifosi. E’ come se in un teatro gli attori recitassero da soli. Io sono assolutamente contrario alle porte chiuse, sono per non giocare. Aspettiamo queste due settimane di stop poi se dovesse permanere lo stato di emergenza nazionale, a quel punto sono per valutare concretamente la possibilità di far slittare le partite. Nessun problema che il campionato possa terminare a giugno, spareggi compresi, d’altronde i nostri atleti sono tesserati fino al 30 giugno, quindi è possibile svolgere fino a quella data l’attività agonistica. Le porte chiuse sono un delitto. In tal senso ho anche avuto modo di esprimere in Lega il mio pensiero e sono fiducioso sulla loro possibilità di ascolto delle nostre istanze”.
LATTE DOLCE – Altra protagonista del girone ‘G’ è il Latte Dolce Sassari. Il presidente della società sarda Roberto Fresu è chiarissimo.
“Probabilmente la questione coronavirus è stata inizialmente presa sottogamba. Soltanto adesso si è avuta effettiva contezza della gravità della situazione. Io sono titolare di un’azienda di ristorazione collettiva, molte scuole sono tra i miei clienti ed adesso abbiamo l’attività ferma. C’è quindi un problema sociale molto grave. In questo si innesta anche il discorso calcistico ed in tal senso sono assolutamente dell’idea che bisognerebbe sospendere il campionato e riprendere solo quando ci saranno maggiori certezze, tutelando la salute di tutti e la regolarità del campionato. D’altronde le norme contenute nel decreto del Governo in parte sono fumose perchè non chiariscono quali interventi sono a carico delle società. Non capiamo se i nostri tesserati si devono sottoporre a tampone prima e dopo le partite, negli allenamenti, o bisogna misurare la temperatura. Tutto ciò non fa bene al generalizzato clima di ansia che c’è nel Paese. Per questo sarebbe opportuno sospendere e poi noi viviamo degli incassi ai botteghini e privare le società di importanti cornici di pubblico non è giusto. Pensare a Savoia-Palermo o Turris-Ostia Mare senza tifosi non è concepibile”.
(Rodolfo Nastro)