La L.N.D. si è presa qualche ora per decidere le misure da applicare a seguito del decreto governativo sul Coronavirus. Il gran numero di squadre del movimento dilettante, con tesserati ed addetti ai lavori che superano di gran lunga quelli delle tre serie professionistiche messe insieme ha aperto un dibattito in sede istituzionale. Il presidente Sibilia, prima del decreto, si era dichiarato favorevole ad una sospensione, dichiarando: ““Non vorrei vedere mai una partita a porte chiuse. A nessun livello. Meglio spostarla che negare agli spettatori la gioia di andare sugli spalti”. Alla fine ha però prevalso l’adeguamento a quanto fatto dagli altri.
IL COMUNICATO – Questo il comunicato con il quale la L.N.D. ha reso note le proprie determinazioni.
‘Emanato un nuovo Dpcm con misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus. Per quanto riguarda lo sport, le disposizioni del Governo sono contenute nel punto C del decreto. Vengono consentiti l’attività dilettantistica e gli allenamenti, purché svolti a porte chiuse e senza la presenza di pubblico. Ciò non vale per i comuni della cosiddetta “zona rossa”, dove le manifestazioni e le attività sono invece sospese. Tutte le misure del nuovo decreto avranno efficacia sino al 3 aprile’.
DUE CAMPIONATI – In pratica la D giocherà due campionati. Nelle zone a maggior rischio sarà sospesa ogni attività agonistica, nelle altre invece ci saranno le porte chiuse. Ci si potevo oggettivamente organizzare in unico modo per tutti. Ma come si suol dire, SHOW MUST GO ON.
SAVOIA-PALERMO SENZA TIFOSI – Questo vorrà dire che l’attesissimo big match del Giraud del prossimo 22 marzo tra Savoia e Palermo sarà giocato a porte chiuse. Uno smacco per i tantissimi tifosi che avrebbero assiepato sicuramente lo stadio per spingere i propri beniamini al successo.
LA DECISIONE – Non tocca a noi entrare nel merito del decreto del Consiglio dei Ministri ma di certo giocare comunque le partite porterà allo spostamento di giocatori e staff da diverse regioni d’Italia, come se gli stessi fossero immuni da qualsiasi rischio. A guadagnarci le tivvù e le piattaforme digitali a pagamento (sembra che ci siano state forti pressioni dei club di serie A, tranne Napoli e Inter che avevano chiesto la sospensione, che altrimenti avrebbero rischiato di perdere gli introiti degli sponsor), unico mezzo per guardare gli eventi. Forse come fatto con le scuole ed altri luoghi pubblici sarebbe stato più corretto nella salvaguardia della salute di tutti, sospendere totalmente anche gli eventi sportivi, ma forse hanno prevalso altri interessi.
(Redazione)
