L’immagine di ieri pomeriggio (nella foto) dei bianchi tutti raccolti intorno al settore riservato alla tifoseria ospite quasi a scusarsi per un inopinato pareggio, qualcuno dei calciatori è stato addirittura visto piangere, ci ha particolarmente colpito. Testimonia di un obiettivo che si credeva a portata di mano – e per novantacinque minuti lo è stato – sfumato per quella che eufemisticamente chiameremo una “svista arbitrale”. E allora? In definitiva cosa è successo? Nulla di compromesso, soprattutto quando mancano ancora quindici – dicasi quindici – partite alla fine del campionato, le distanze restano immutate e l’attuale capolista dev’essere ospite al Giraud.
Comprensibile la rabbia del momento, comprensibile l’aver pensato di aver deluso, comprensibile la sensazione di essere stati irretiti. Ma sono sensazioni che devono sfumare immediatamente per non compromettere quanto di buono è stato costruito sinora. Castrovillari-Savoia fa parte del passato, si pensi al Marina di Ragusa trasformando il dispiacere, il disappunto, in rabbia agonistica da “sfogare” contro l’avversario di turno.
Alle sviste arbitrali, ai torti subiti, ai “giochi di Palazzo” ci pensi la società – come del resto ha già fatto nell’immediatezza; ad infondere coraggio, a sollecitare la squadra a guardare avanti ci pensino i tifosi; a “tenere” l’ambiente su di morale provveda Parlato che del resto – ne siamo certi – già da oggi catechizzerà a dovere il gruppo, a riportare la cronaca di quanto accade ed a vigilare ed eventualmente denunciare ingiustizie ci pensi la stampa.
Non corriamo il rischio di piangerci addosso e alla fine che vinca il migliore e che sia il campo a decretarlo. E se sarà il Savoia, meglio così, vorrò dire che il nostro sogno è diventato realtà!
(Matteo Potenzieri)
