VERSO PALERMO-SAVOIA. L’ex Morgia: “Sarà un grande match” Il tecnico romano, attualmente al Chieri, gioca per noi il big match di domenica: “Non me la sento di fare un pronostico, le due tifoserie avranno un ruolo fondamentale”. L’amarcord del 5 a 1 inflitto ai rosanero al Giraud

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morgiaAttualmente è al Chieri, girone A della serie D, ma si è seduto su alcune delle panchine più prestigiose del calcio italiano: Foggia, Palermo, Catanzaro, Mantova, Pistoiese, Siena, solo per citarne alcune. Ama la pesca subacquea; Hermann Hesse e Oriana Fallaci sono tra i suoi autori preferiti. Ha allenato il Savoia e ne ha deliziato la platea, il nostro mister ‘X’ è Massimo Morgia (nella foto)

LA MANITA AL PALERMO – Nella memoria di molti tifosi del Savoia il 5-1 ai rosanero della stagione 2000-’01 resta come una delle più belle partite ammirate nell’ultimo trentennio dei torresi.

Come la preparò da grande ex?

“Comincerei col dire che ho avuto la fortuna di allenare un gruppo di ragazzi molto bravi, dotati di grande professionalità, attenti. Del resto, se non hai un gruppo con queste caratteristiche, è difficile per un allenatore fare le cose per bene. Quella era una squadra con individualità importanti che con il lavoro è diventata un grande collettivo; inoltre, in occasione di quella partita giova ricordare che molti, me compreso, erano ex del Palermo e tenevamo tutti a fare bella figura. Giocavamo già bene e quella fu una partita ben preparata e sebbene paradossalmente partimmo in sordina prendendo subito gol (di Elia, ndr), giocando come sapevamo, con pressing, movimenti senza palla e giocate in verticale, li abbiamo presi sul ritmo e abbiamo avuto la meglio”.

Possiamo inserire la stagione al Savoia tra quelle che Le hanno lasciato maggiori rimpianti? Lei aveva a disposizione una squadra molto forte ma fallì l’obiettivo promozione.

“Effettivamente era una squadra forte ma fino ad un certo punto della stagione. Dopodichè, si avvertirono un pò di turbolenze, alcuni giocatori come Fresta e Gregori lasciarono il club per divergenze societarie e la stagione non andò come nelle premesse”.

IL MONDO DEL CALCIO – Ritiene di essere in debito con il mondo del calcio?

“No, per niente. Mi sono tolto le mie belle soddisfazioni, ho allenato in grandi piazze e ho avuto la fortuna di vincere qualche campionato. Ho sempre fatto calcio come mi piaceva farlo, ragionando con la mia testa, mai accettando compromessi, dunque ho ben poco da recriminare. Tutti i comportamenti che ho assunto sono stati sempre legati al mio modo di essere e per questo sono contento di quel che ho fatto. Ho sempre amato sin da bambino un tipo di calcio fatto di valori, passioni, appartenenza, e quei valori ho voluto conservare; se poi queste cose fanno a cazzotti con la carriera, beh, me ne sono fatto una ragione non volendoli tradire. Dico sempre che la mia idea è quella di lottare per un calcio sempre migliore sotto l’aspetto sia qualitativo sul campo che morale fuori dal campo; forse non ci sono riuscito, ma nemmeno il calcio ha cambiato me. E questo per quel che mi riguarda è un successo: essere rimasto fedele alle mie convinzioni senza rinnegare niente della mia natura e non provare la minima invidia per gli altri. ”

Lei, pur grande esperto di serie C, non è stato mai tentato dal salto di categoria?

“Oddio, dopo il secondo posto e le semifinali perse con il Savoia, ero in parola con il Ravenna, in serie B, quindi la possibilità di allenare in cadetteria era più che concreta. Avevo un biennale con il club rosanero ma non mi sembrava giusto che il presidente Ferrara (proprietario del Palermo fino al 2000, ndr), mi pagasse un ingaggio così alto pur non avendo raggiunto l’obiettivo e in più avevo voglia di misurarmi con la nuova serie dove avevo avuto contatti con la Salernitana, il Cosenza ma soprattutto, come detto, con il Ravenna. Tuttavia, nel momento in cui mi resi conto che il presidente si trovava in grande difficoltà con la piazza decisi, dopo un’estate piena di dubbi, di tornare in Sicilia firmando però per una sola stagione”.

PREGI E DIFETTI – Pregi e difetti di Morgia.

“Penso di essere una persona pulita, perbene, leale con chiunque mi relazioni e dunque, nel calcio, con i collaboratori, i dirigenti, i tifosi. Ho sempre avuto una faccia sola e penso che questo dovrebbe essere un comune sentire. Se è un pregio, non lo so. Difetti? Quello di avere una faccia sola!”.

Lei ha diretto molte partite dalla tribuna per i continui allontanamenti dal campo. Perché questi atteggiamenti?

Questo è un altro difetto. Minore, però. Vivo le partite in maniera passionale, molto intensa, ma mai offendendo alcuno; però ammetto di avere sempre un rapporto conflittuale con gli arbitri”.

IL GRANDE RIFIUTO – Qualche anno fa Le è stato offerto un sostanzioso contratto quinquennale in qualità di Direttore tecnico delle nazionali albanesi ma ha preferito la serie D con la Nocerina. Ci spiega questa decisione quantomeno singolare?

“Quando ho avuto i primi contatti con la Nocerina c’era già un pour parler con i dirigenti albanesi di cui la dirigenza molossa fu messa al corrente. Poi però, dopo una quindicina di giorni, la federazione di quel Paese mi fece sapere che la scelta era caduta su Camolese per cui non ebbi nessuna remora nell’accettare la Nocerina cui ero particolarmente legato sia per i miei trascorsi da calciatore sia per la presenza di un mio carissimo amico, Massimo Nobile, con il quale sono cresciuto, e che poi è mancato per un incidente stradale. Successe poi, che dopo aver già dato la mia adesione al progetto Nocerina, con la dirigenza che aveva anche indetto una conferenza stampa di presentazione, mi giunse una telefonata da Ulivieri che mi avvertì del diniego di Camolese e dunque, se avessi voluto, avrei potuto firmare per gli albanesi. Ma la parola alla Nocerina, come detto in precedenza, era già stata data e non sono tornato sui miei passi non pentendomene assolutamente”.

LA SIFA DI DOMENICA – Tornando all’oggi, quanto può pesare un Barbera stracolmo per un Palermo-Savoia che è pur sempre gara di quarta serie?

In campo ci vanno i giocatori però è anche vero che una tifoseria compatta, unita e all’unisono con la squadra dà alla squadra stessa quello che nessun allenatore può dare”.

- Se la sente di fare un pronostico sulla partita e sulla stagione dei due club?

Conquistare dieci vittorie su dieci partite, anche se in un campionato che non conosco, non è facile in nessuna categoria. Considerato che i rosanero hanno dei valori importanti oltre a giocatori di categoria superiore ed una società di cui conosco Sagramola e Castagnini che stanno nel calcio ad alti livelli da una vita, ritengo che i rosanero possano far proprio il campionato. Per quanto riguarda la partita, ogni gara fa storia a sé e contro il Palermo tutti tengono a far bella figura, Nello specifico poi, credo che quella con il Savoia sarà una delle poche partite in cui il Palermo si troverà dall’altra parte una storia ed una tifoseria importante come poche nel girone. Non mi sbilancio.”

LA PASSIONE DEL CALCIO – Si ritiene un maestro di calcio o un semplice allenatore?

“Un appassionato di calcio che cerca di essere una guida e trasmettere valori di vita. Dunque, mi sforzo di essere un esempio per i miei giocatori e non solo in campo.”.

Da sempre ha avuto un rapporto speciale con i tifosi.

Ho sempre avuto un buon rapporto con tutte le tifoserie delle squadre che ho allenato perché il calcio si gioca per i tifosi, è per i tifosi, appartiene alla gente, alla storia delle città, per cui mi sembra normale che si instauri un rapporto di rispetto reciproco con la tifoseria. Ho sempre cercato di portare tutto l’ambiente ad avere buone relazioni con la gente dicendo sempre quello che pensavo e senza accettare compromessi”.

MONTELLA – Il giocatore che ha allenato che l’ha più impressionato?

“Ne ho avuti tanti però posso dire che Montella, che ho fatto esordire nella Primavera dell’Empoli, è quello cui sono più legato e che ha avuto una splendida carriera da giocatore e da allenatore”.

I FUTURI…MORGIA – A chi pronostica un futuro…da Morgia?

“Di miei giocatori ce ne sono molti che già allenano, fermandomi ai campani, dico Rastelli e Gautieri che stanno lavorando bene”.

-Si è dichiarato ammiratore di Nereo Rocco, Lei che è un offensivista. Non le sembra un azzardo?

No, perché mi riferisco non all’aspetto tecnico bensì a quello umano e caratteriale. Quel genere di allenatori erano maestri di vita innanzitutto.”

(Matteo Potenzieri)





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