Da poche ore chiamato al Nola insieme a Vincenzo Pannone, Francesco Mennitto (nella foto con Pannone) è uno degli uomini chiave che il presidente Alfonso De Lucia ha voluto accanto a sé per centrare il difficile traguardo della salvezza. Troverà i “suoi” Simone Del Prete e Gennaro Esposito tra i principali protagonisti della trionfale cavalcata che ha portato il Savoia in D appena qualche mese fa e chiusa come meglio non si sarebbe potuto: alzando il trofeo Piero Santin ovvero la Coppa Italia Dilettanti Campania.
CORSI E RICORSI – Nuovo direttore sportivo dei bruniani (Pannone è il direttore generale) subito il tuffo tra mille emozioni.
Mennitto, della serie corsi e ricorsi storici, un Nola targato Savoia per il titolo prelevato proprio dal club torrese, giocatori da Lei scelti l’anno scorso come Esposito e Del Prete, insomma, una rimpatriata.
“Sarà un grande piacere rincontrali, vorrà dire che abbiamo lavorato bene e che le loro qualità sono state riconosciute ed apprezzate”.
Un direttore sportivo che si insedia praticamente a marzo non può che lavorare per la prossima stagione. O sbaglio?
“Se ci limitiamo alla figura propria del diesse, è chiaro che a mercato chiuso bisogna guardare al futuro. Tuttavia, in questo momento sposando il progetto Nola insieme a Pannone, ci è stato chiesto di mettere a disposizione la nostra esperienza per uscire da un momento-no che la squadra e il club non meritano per l’impegno ed i sacrifici profusi. Non mancherà l’entusiasmo , la disponibilità e la passione di chi vive per il calcio e non con il calcio. Per tacere della rabbia positiva di chi è stato lontano dai campi per sei lunghi mesi“.
Il Nola dei nolani, cosa rara a vedersi dalle nostre parti. Cosa ne pensa?
“Il primo approccio con questa realtà mi ha particolarmente impressionato. Una società giovane ma con un entusiasmo senza pari che a mio avviso deriva proprio dal guidare il club della propria città che è senz’altro un valore aggiunto nella conduzione di una squadra di calcio. Sodalizi e presidenti che cambiano sciarpe ad ogni stagione non sono proprio il massimo e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Certo, non sempre è possibile realizzare connubi del genere, ma è indubbio che laddove si viene a creare una tale alchimia non può che produrre buoni risultati. Magari col tempo ma è pressocchè sicuro”.
NOLA IN CRISI – Sei sconfitte consecutive ed in piena zona play-out. Come si gestisce una situazione di questo tipo?
“A poco servirebbe dire che abbiamo incontrato le prime della classe perdendo pur giocando un buon calcio ma è la pura verità. E questo vuol dire che ci sono tutti i presupposti per rimetterci in carreggiata anche in virtù di una conduzione tecnica valida come quella di Liquidato ed un ambiente che sa apprezzare il lavoro svolto pur nell’amarezza di un risultato negativo. Ovvio, che l’unica medicina è la vittoria ma sono estremamente fiducioso nel raggiungimento dell’obiettivo”.
CAMPANIA POCO FELIX – Sei campane ad occupare gli ultimi posti in classifica. Dilettanti allo sbaraglio o girone troppo forte?
“La classifica del girone ‘H’ è la cartina di tornasole della situazione di crisi che attraversa il calcio dilettantistico campano. Al di là Del Savoia la gran parte degli altri club fa i conti con contesti societari non proprio rosei che non consentono di abbandonarsi a sogni di gloria; ed ecco spiegati gli obiettivi al ribasso come la permanenza in categoria in attesa di tempi migliori. Non così per le pugliesi, quasi tutte in grado di allestire rose competitive e qualitative con ovvie conseguenze.”
RITORNA L’EX – Domenica, tra bianco e bianconero come si dispone?
“Va da sé che Nola-Savoia per me non sarà una gara come tutte le altre. A Torre Annunziata ho vissuto emozioni importanti ma adesso sono un “bruniano” e perciò al fischio d’inizio guarderò solo il bianconero. E poi chissà che questo scherzo del destino non sia di buon auspicio”.
(Matteo Potenzieri)