Per gli sportivi pugliesi è “Aldino”, appellativo dovuto ai suoi esordi con la maglia nerazzura del Bisceglie quando, dotato di buona tecnica ma appena sedicenne e con un fisico minuto, faceva tenerezza al punto che il presidente di allora non esitava a raccomandargli il classico “stai attento!” come il più premuroso dei papà; per i tifosi del Savoia è stato un ottimo allenatore ma soprattutto un signore per i suoi modi garbati e per l’aver saputo gestire con grande maestria e tatto una squadra giocoforza distratta da una situazione societaria a dir poco disarmante. Poco più di cinque mesi sono bastati ad Aldo Papagni (nella foto) per lasciare un ricordo indelebile dalle parti del Giraud.
LA LETTERA AI TIFOSI – Prima di lasciare Torre Annunziata il tecnico pugliese scrisse di suo pugno un pensiero.
Papagni, vogliamo cominciare dalla sua lettera ai tifosi ed alla città?
“Quella di Torre Annunziata è stata un’esperienza molto significativa per me e per la mia carriera. Conservo ricordi molto piacevoli anche per i molti amici che mi sono rimasti. La lettera, assai sentita, non poteva che essere il giusto tributo personale a tutti coloro, e sono tanti, che hanno mostrato un attaccamento non comune ad una maglia ed ai suoi colori in un momento così delicato dell’ultracentenaria storia del Savoia. Questa città resterà per sempre nel mio cuore”.
Sul campo, diciannove punti e l’accesso ai play out con un manipolo di giovani. Una bella soddisfazione.
“Assolutamente si. E credo fermamente che se fossimo partiti con la stessa rosa e dall’inizio, avremmo portato a casa una salvezza senza patemi anche solo doppiando i diciannove punti conquistati nel corso della mia gestione. E si trattava solo di un gruppo di giovani di belle speranze con in più Gragnaniello e Francesco Scarpa. E che quella squadra, pur imberbe, aveva qualità, lo dimostrano i Partipilo, i Mercadante che oggi giocano stabilmente in serie C. E a tal proposito, non perdo mai occasione di parlare dei miei trascorsi a Torre e del piccolo miracolo sportivo costruito: appena l’anno scorso, come tecnico dell’Andria, ne ho parlato negli spogliatoi per sottolineare che, pur in situazioni economiche e gestionali difficili, quando una squadra è formata si da ragazzi, ma di carattere, nulla è precluso e se quel Savoia aveva fatto così bene noi, tranquilli sotto ogni punto di vista, avevamo il dovere di fare meglio. E così è stato, la lezione è servita.”
PASSATO A TARANTO – Passiamo al prossimo avversario del Savoia. Domenica al Giraud sarà di scena il quotatissimo Taranto, chi meglio di Papagni può presentarcelo.
Taranto ha rappresentato una pagina dolceamara della sua carriera: una entusiasmante promozione ma anche un bruciante esonero.
“Il dolce fortunatamente prevale. Dopo la strepitosa cavalcata del 2005-06 chiusa con la promozione in C1 vincendo i play-off, sono stato richiamato sulla panchina rossoblu ad ottobre della stagione 2013-14 conquistando 53 punti ma subendo la beffa di un secondo posto a sole due lunghezze dal Matera poi penalizzato di quattro punti (poi ridotti a due, ndr) per una combine, formalizzati però, ben quattordici mesi dopo, dunque a giochi abbondantemente chiusi. Ma il lavoro sul campo e le soddisfazioni che ne sono conseguite, restano. L’amarezza è tutta recente, un esonero in zona play-off ad un solo passo dalla centesima panchina. Un clamoroso abbaglio della società a detta di molti sportivi tarantini. Ma tant’è”.
Che Taranto è questo di Panarelli?
“Premesso che Luigi (Panarelli, ndr) è stato un mio calciatore a Cava nella stagione 2007/08 e dunque lo conosco molto bene; il suo Taranto adotta un 4-2-3-1, lo stesso modulo che utilizzavo con la squadra metelliana, molto ben distribuito in un mix di under-over esperti e di qualità. Penso a Bova, Albanese, D’Alterio, D’Agostino, Favetta, Diakitè solo per citarne alcuni. Tutto questo, fa comprendere perché, insieme al Cerignola, i rossoblu possono vantare, almeno sulla carta, un organico importante pur nel contesto di un girone da sempre difficile e quest’anno ancora di più”.
A suo avviso, perché il girone H è unanimemente e storicamente considerato molto ostico?
“E’ un torneo dove partecipano squadre di città importanti della Puglia e della Campania, con un passato calcistico di rilievo e che hanno un grosso seguito di appassionati perciò anche se in quarta serie si attrezzano sempre per ben figurare. Di qui, la difficoltà del torneo”.
LE FAVORITE – Le sue favorite?
“Come detto, Taranto e Cerignola per le rose e per la conoscenza diretta ma come importanti outsider pronte ad inserirsi nel discorso promozione, non posso tralasciare il Picerno, che ha un trio d’attacco straordinario, l’Altamura, che vanta gente del calibro di Palazzo, Leonetti o Guadalupi, lo stesso Bitonto ed il Savoia, squadre che se trovano le giuste alchimie hanno le potenzialità per inserirsi nel discorso promozione”.
Dell’attuale Savoia fanno parte due giocatori che conosce molto bene: Gatto e Ausiello. Cosa ne pensa?
“Aggiungo anche D’Ancora con me a Cava, un giocatore che stimo molto. Ausiello è il classico centrocampista che vorrebbero tutti: quantità e qualità nelle giuste dosi. Gatto è un mio pallino, non ti nascondo che avrei voluto portarlo con me al Taranto, un mediano di grande duttilità tattica.”
IL MATCH DEL GIRAUD – Domenica al Giraud va di scena Taranto-Savoia, un suo pronostico.
“Giocheranno certamente per la vittoria; il Savoia ha defezioni importanti ma gode del suo pubblico. Io dico che finirà in pareggio”.
(Matteo Potenzieri)