IL FRANCAVILLA. Nicolao: “Cerignola favorito ma occhio al Savoia” Il diesse dei lucani ci racconta il prossimo avversario dei bianchi: “Abbiamo allestito una squadra per puntare ai primi posti”. Ranko Lazic è l’allenatore da 13 stagioni consecutive, in rosa tanti stranieri

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nicolino_nicolaoPiù che un club calcistico, il F.C. Francavilla è una famiglia. Dal presidente Antonio Cupparo, al direttore sportivo Nicolino Nicolao, allo stesso allenatore, Ranko Lazic, sono tutti legati da profondi vincoli di amicizia, un solido legame che fa da sfondo ad una bella realtà: la stagione appena cominciata, è la quattordicesima consecutiva in serie D. Un bel record per una società che rappresenta una cittadina, quella lucana, che conta poco più di quattro mila abitanti.

L’AVVERSARIO – Campagna acquisti importante per raggiungere l’obiettivo dell’alta classifica. Sette sono gli stranieri ingaggiati, il portiere Boglic, i mediani Ibrahimovic, Albaqui e i fratelli Grandis, Tomas e Matias, ,l’attaccante Chavarria. Dal Potenza, però, il colpo più importante, l’esperto centravanti Di Senso. Esordio da dimenticare per gli ambiziosi lucani: uno 0-3 al ‘Fittipaldi’ ad opera della matricola Nola.

LAZIC A ‘VITA’ - Nicolao, cominciamo da un caso più unico che raro in Italia: un tecnico che resiste da ben tredici anni sulla stessa panchina, l’ex Savoia Ranko Lazic.

La società si fida ciecamente del nostro allenatore. E’ un legame ormai viscerale e che va ben al di là della questione puramente tecnica. E poi, non dimentichiamo che l’obiettivo della permanenza in categoria è sempre stato raggiunto dunque, non c’è motivo di cambiare”.

COLONIA STRANIERA – Vogliamo parlare della vera e propria colonia di stranieri che avete in rosa? Tra croati e argentini se ne contano ben otto di cui sei arrivati quest’anno.

“Questa è opera di un buon amico di Ranko (Lazic, ndr) che durante l’estate gli ha proposto di visionarli per un eventuale ingaggio. Ed eccoli in squadra. Io non l’avrei fatto, ma il tecnico è lui e se ne assume la piena responsabilità”.

E dal cellulare si ode ridacchiare.

“In realtà” – continua – il nostro è un mercato difficile poiché se ad un italiano proponi un’opzione tra il Francavilla e altri club di quarta serie, pur nella certezza di una società affidabile, la scelta cade quasi sempre sul club blasonato, che ha maggior seguito di pubblico, o su realtà geograficamente più importanti”.

OBIETTIVI - Quali sono gli obiettivi del Francavilla?

“Riteniamo di aver allestito una buona rosa in grado di disputare un torneo di alta classifica, diciamo un quinto, sesto posto”.

Intanto all’esordio avete subìto una sonora sconfitta.

“Verissimo. Ma credo di poter affermare che il Nola non ha fatto molto per vincere. Dalla sua ha avuto molto cinismo sottoporta. Ho contato non meno di dieci occasioni contro le tre campane. Per non parlare dell’occasione fallita da D’Auria che sbaglia il gol del pareggio appena un minuto prima del raddoppio!”.

E domenica c’è un’altra campana che ha voglia di rivincita, il Savoia.

A Torre Annunziata si ritroveranno due squadre avvelenate. I bianchi sono una bella realtà, da rispettare per la qualità dell’organico ma noi non possiamo né dobbiamo partire battuti. Sarà una partita aperta a tutti i risultati”.

Le sue favorite per la vittoria finale?

“A mio parere, il Cerignola su tutte: un ottimo organico, una società forte e ambiziosa. Subito dopo, Altamura e Bitonto. Non trascurerei il Savoia”.

E del Taranto, cosa pensa?

“Non saprei, sono anni che sulla carta allestiscono ottime squadre ma sono puntualmente smentiti sul campo”.

I FALLIMENTI – Concludiamo la nostra chiacchierata con il diesse dei lucani affrontando un argomento di stretta attualità.

Cosa pensa dei clamorosi fallimenti estivi che finiscono per alterare i tornei di serie D?

“Una cosa assurda. Per me, si dovrebbe ripartire dalla I categoria. Se una società è morta, il nuovo club dovrebbe doverosamente risalire dal basso. Penso alla Fidelis Andria, fallita lo scorso anno in serie C e che si trova in un torneo appena un gradino più in basso; e penso anche alla Turris che con non trascurabili sacrifici economici ha allestito una buona rosa per tentare il salto di categoria e si è vista inserita nel girone siciliano dove è presente il Bari di De Laurentiis, praticamente ha avuto disco rosso ancor prima di cominciare. Così non si fa il bene del calcio”.

(Matteo Potenzieri)





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