Il Savoia targato Fabiano è ormai ad un passo dal ritorno in serie D. Un torneo trionfale quello dei bianchi che hanno letteralmente stracciato la concorrenza. L’atmosfera è elettrizzante, dai social agli abituali ritrovi della tifoseria non si parla d’altro. La fibrillazione è palpabile; si contano le ore che separano dalla gara con la Frattese che dovrebbe chiudere il discorso promozione aprendo le porte all’apoteosi. Alla vigilia della partita più attesa, SoloSavoia.it ha ascoltato Osvaldo Jaconi, Pasquale Vitter e Vincenzo Feola (tutti in foto), in ordine ‘storico’ gli ultimi tre allenatori ad aver vinto un campionato a Torre Annunziata. Dalle loro parole, ancora oggi, emergono ricordi bellissimi, unici, intensi, tutti legati al calore della piazza ed alla storia del Savoia.
JACONI – Il primato di promozioni ottenute, ben nove, parla per il tecnico di Mandello del Lario ma quella ottenuta al ‘Partenio’ di Avellino nei play-off con la Juve Stabia (1998-‘99) lo ha “segnato”.
Partiamo subito con mister Jaconi.
“Lei non mi vede, ma in questo momento sto sorridendo e sono particolarmente contento di rinverdire ricordi importanti per quella squadra e quei tifosi. Abbiamo vissuto un’annata intensa. Ho vivido in me il flashback di quegli entusiastici tremila che, nonostante la difficoltà di giocare in uno stadio immenso come il San Paolo, si facevano sentire eccome. Un incitamento continuo e costante che a mio parere ha contribuito non poco ad infonderci la forza necessaria ad abbattere le contrarietà e chiudere la stagione con una fantastica vittoria che ci ha permesso di approdare in serie B dopo mezzo secolo. Aver vissuto da protagonista l’indescrivibile e crescente onda emotiva che ci ha accompagnato in particolare nel corso delle ultime partite, mi ha legato ancor di più a questi colori che seguo sempre con affetto ed a cui non posso che augurare un grosso in bocca al lupo.”
VITTER – E’ profeta in patria. Da allenatore dei bianchi vince il trofeo “Rea” (la fase regionale di Coppa Italia) e porta la squadra della sua città in serie D (2011-‘12), dopo aver ottenuto, da imbattuto, il passaggio in Eccellenza l’anno precedente.
Ecco le sensazioni di Pasquale Vitter
“E’ stato tutto bellissimo. E lo è stato ancor di più dopo essere riusciti a domare un avversario ostico e meritevole di massima considerazione come il Gladiator di Lazzaro Luce. Sono certo che Franco Fabiano e i suoi ragazzi stanno vivendo qualcosa di speciale com’è stato per noi. Sono gioie profonde ed intense che si provano una sola volta nella vita, soprattutto quando ti senti avvolto dall’ideale abbraccio di gente felice per quello che tu hai costruito giorno per giorno. Se mi permetti, in questo momento di particolare e giusta euforia della società, vorrei lanciare un appello: non cadete nella tentazione di stravolgere tutto, la novità per la novità non porta a nulla di buono. Lo dico per esperienza, per averlo vissuto in prima persona proprio con il Savoia. Credo che Franco (Fabiano, ndr), lo staff e l’intera rosa meritino una giusta riconferma”.
FEOLA – Ha ottenuto promozioni con Gladiator e Casertana; si è superato con lo splendido Savoia dei Tiscione, Meloni, Scarpa ed altri (2013-‘14), e ancora con l’Akragas , costruendosi una solida fama di tecnico vincente.
Chiudiamo il nostro film di emozioni con Vincenzo Feola.
“Sono sensazioni che bisogna vivere. E’ arduo raccontare la gioia che ti assale in certi momenti. Ci provo con due partite che difficilmente dimenticherò: quella con il Licata che ci diede la matematica certezza della LegaPro, ma soprattutto la notturna con la Battipagliese: dopo quel fantastico primo tempo (chiuso sul 4-0, ndr), ho avvertito sensazioni mai provate grazie alla contagiosa felicità che solo migliaia di persone galvanizzate sanno regalarti. Questo sul campo. Ma è impossibile non ricordare anche la magnifica passerella sul corso cittadino con le ali di folla ad incoraggiarti ed acclamarti. Vincere, in qualsiasi categoria, è bello. A Torre, dove nulla è facile e ti è perdonato, lo è ancora di più grazie ad un ambiente tanto caldo quanto appassionato”.
(Matteo Potenzieri)