Ore 18.40, il nuovo Savoia di patron Antonio Nuzzo si presenta. In una sala stampa gremita di giornalisti ed addetti ai lavori il club rilevato ad inizio mese dall’ex patron della Frattese si è fatto ufficialmente conoscere ai media. Presenti oltre a Nuzzo, il vice presidente Raffaele Ruggiero, il direttore generale Vincenzo Pannone, il direttore sportivo Francesco Mennitto, mister Franco Fabiano (dietro le quinte c’era tutto il suo staff tecnico).
LA SCELTA DI NUZZO – Il patron è visibilmente colpito da tanto interesse, il Savoia fa tendenza, appassiona così l’imprenditore casertano non nasconde le sensazioni che sta vivendo da quando ha scelto Torre Annunziata.
“Vi confesso che durante la mia prima visita a Torre, i tifosi mi hanno particolarmente colpito ed emozionato, è stato bellissimo. Sempre più convinto di questa scelta”.
Nuzzo ha obiettivi ben definiti.
“Partiamo per vincere il campionato, su questo non ci piove. Non voglio però essere una meteora, costruiremo qualcosa di importante perché io alle chiacchiere di tanti preferisco i fatti concreti, questo è il mio credo ed anche nel Savoia lo terrò con me ben stretto”.
LA QUESTIONE LOGO – Il nuovo Savoia utilizza la scritta senza la denominazione ‘A.C.’, quel logo è stato acquisito al tribunale da Franco.
“Non lo conosco, non so cosa se ne possa fare di questo logo, sarebbe bello che il giorno della presentazione venisse e lo regalasse alla città, perché il Savoia non è di Franco o di Nuzzo ma è patrimonio dei tifosi e dell’intera città”.
Interviene il diggì Pannone.
“Non abbiamo ancora avuto modo di sentire il signor Carmine Franco, siamo disponibili ad incontrarlo per trovare una soluzione in tal senso”.
L’ENTUSIASMO – Che Antonio Nuzzo sia un entusiasta di natura lo si evince in tanti momenti, simpatico il siparietto con il quale affronta il tema mercato.
“Io ho detto ai direttori ed al mister di ingaggiare i giocatori che preferivano, non sono intervenuto. Adesso la responsabilità della squadra è tutta loro (sorride ndr), a me sta solo la parte economica, il mio dovere è quello di pagare i giocatori, il resto se la devono vedere loro”.
E giù il coro degli altri astanti con un corale e sorridente: “Grazie presidente!”.
(Rodolfo Nastro)