E’ corsa contro il tempo per riportare la serie D a Torre Annunziata. E’ un continuo susseguirsi di incontri, telefonate, appuntamenti, tutto per tentare di quadrare il cerchio al più presto.
L’OP SALUTA TORRE – Di oggi il comunicato con il quale l’Op Savoia ha annunciato di aver lasciato la città per trasferire il proprio titolo sportivo di Eccellenza all’Ischia (la trattativa era in corso da giorni insieme ad una parallela con la nuova Caivanese) che pochi giorni fa aveva perso lo spareggio per salire di categoria contro il Monte di Procida di mister Sasà Ambrosino. A dire il vero, che da parte di Franco ci fosse disinteresse per il club guidato negli ultimi tempi da Gaetano Battiloro era chiaro. La ricerca di un titolo sportivo alternativo, prima quello dell’Asd Vitiello, poi ‘I figli del Vesuvio’ ormai in dirittura d’arrivo (anche se sembra si stia valutando come alternativa anche il titolo del Rovigliano), ‘liberava’ la precedente società da ogni vincolo, con la possibilità di cedere il titolo a terzi, come è stato, contravvenendo così a parte della conferenza stampa della vigilia della finalissima play-off regionale con la quale era stata annunciata la firma imminente sul passaggio di proprietà che sarebbe giunto ufficialmente il 1° luglio.
ULTIME DA GRAGNANO – A questo punto tutto si focalizza sul titolo del Gragnano, quello che Franco da mesi ha deciso di portare a Torre Annunziata. Per comprendere meglio l’evolversi della vicenda, SoloSavoia.it ha contattato Franco Minopoli (nella foto), socio e uomo chiave nella querelle che riguarda il titolo sportivo della città di Gragnano. Con il nostro interlocutore abbiamo avuto un colloquio schietto ed importanti aperture sono state fatte.
LA PREMESSA – Franco Minopoli entra subito a gamba tesa per chiarire la questione della ‘postilla’ nell’atto dell’associazione proprietaria del titolo di D.
“Quando ad inizio della stagione appena conclusa chiamammo Carmine Franco per farlo intervenire economicamente all’interno della società, eravamo guidati dalle nostre difficoltà a gestire per un’altra stagione il Gragnano ma, allo stesso tempo, tenemmo a preservare la città. Così, nell’accordo per l’ingresso nell’associazione che detiene il titolo, sottoscritta da tutti i soci, compreso me a Franco, avevamo inserito che il titolo sarebbe stato legato alla città di Gragnano e che qualsiasi ipotesi di trasferimento avrebbe dovuto portare l’accettazione dell’unanimità dell’assemblea”.
Da questa doverosa premessa si passa al nocciolo del discorso.
SOCI SENZA PORTAFOGLIO – “Carmine Franco assunse la carica di presidente sobbarcandosi gli oneri della gestione, io mi sono allontanato per qualche tempo, c’è da dire che è stato lui a portare avanti la società, noi altri soci eravamo presenti formalmente ma come se lo fossimo senza portafoglio perché non eravamo nella possibilità di contribuire economicamente”.
Poi?
“Non so cosa sia effettivamente successo ma ad un certo punto Franco ha deciso di non voler più proseguire la sua esperienza a Gragnano, lo ha comunicato a noi, ai tifosi, a tutti. Allo stesso tempo ha detto che se qualcuno si fosse fatto avanti il titolo sarebbe rimasto qui, altrimenti era sua intenzione portarlo altrove. Noi tutti abbiamo preso atto della sua volontà e sono cominciate tante chiacchiere, io ho cercato di ricoprire un ruolo di mediazione tra le diverse anime per trovare una soluzione”.
COUNT-DOWN – Minopoli è intellettualmente corretto quando, pure a malincuore, afferma.
“Alla luce di tutti questi accadimenti, ad oggi nessun imprenditore si è concretamente fatto avanti. A parole in tanti si sono esposti ma nessuno ha avanzato proposte serie. Da parte mia sono disposto anche a cedere la mia quota al sindaco purchè sia in primis l’Amministrazione a tutelare la cittadinanza, garantendo la permanenza del titolo e del calcio a Gragnano. Ma se ciò non dovesse avvenire, non riterrei giusto far scomparire questo titolo, a quel punto sarebbe giusto firmare la liberatoria da parte di tutti i soci e permettere a Carmine Franco di trasferire la D. Lo dico con la morte nel cuore ma con la lucidità di chi non vuol fare barricate ideologiche ma guarda al concreto”.
ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ – A questo punto sarebbe giusto darsi una scadenza entro la quale si deciderà cosa fare.
“E’ giustissimo. Entro fine mese, al massimo i primi gironi di giugno, terremo un incontro tutti noi soci. Se non dovessero emergere proposte concrete di imprenditori per rilevare il Gragnano, ognuno, Amministrazione in primis, si dovrà assumere le proprie responsabilità, ed accertare l’impossibilità di continuare a fare calcio qui. A quel punto Franco, che ovviamente sta spingendo, avrebbe il diritto di reclamare il titolo”.
(Rodolfo Nastro)