E’ subentrato a Marco Miserini dopo appena tre giornate di campionato ma ha dovuto attendere un cambio societario ed una adeguata campagna acquisti prima di mettersi in competizione vera con le avversarie del girone. Ed i risultati, grazie anche alle sue alchimie tattiche ed al suo modo di gestire il gruppo, non si sono fatti attendere. Enzo Potenza (nella foto), tecnico dell’Albanova, ex di Puteolana e Arzanese, è ora alla guida di una squadra gestita da una società ambiziosa cui, per adesso, è stato chiesto solo di salvarsi senza patemi. Un obiettivo raggiungibile.
L’ALBANOVA VA – Mister, un girone di ritorno monstre, l’Albanova si colloca al quinto posto nella classifica parziale.
“Abbiamo rivoluzionato l’intero organico ingaggiando uomini disponibili al sacrificio che si sono calati in una realtà di classifica molto difficile con l’esigenza di risalire in graduatoria. Credo di poter dire che il lavoro svolto sinora abbia dato i suoi risultati”.
L’Albanova viaggia con sole ventiquattro reti all’attivo. Un po’ poche, non crede?
“No se guardiamo al solo giro di boa che è quello a cui faccio riferimento”.
SOCIETA’ AMBIZIOSA – Una società forte e ambiziosa con il duo Corvino-Accardi. L’anno prossimo si punterà a traguardi prestigiosi.
Sarà ancora Potenza a sedere in panchina?
“Sono decisioni che spettano solo ed esclusivamente alla società. Noi allenatori siamo giudicati, purtroppo non sempre, per quello che facciamo. Al momento, mi sembra prematuro qualsiasi discorso che mi riguarda. So per certo che il duo Corvino-Accardi ha programmi importanti per il prossimo biennio. Se ci sarò o meno farà parte delle loro valutazioni”.
Lei ha dimostrato di non prediligere un modulo in particolare. Il suo Albanova abitualmente come gioca?
“Il sistema di gioco cambia in base alle caratteristiche dei giocatori. Con l’Albanova non ho disdegnato di giocare con tre attaccanti, con due e a volte anche la mezzapunta. Insomma, siamo abbastanza camaleontici”.
CONFRONTO AL VERTICE – Portici, Savoia, Afragolese. A prescindere da come finirà, quale l’ha più impressionata?
“Per motivi diversi tutte e tre mi hanno colpito. Diciamo che la differenza in questo caso l’hanno fatta le società. Nei momenti difficili Portici e Afragolese sono riuscite a mantenere i nervi saldi e a non farsi prendere dalla smania del cambiamento. Non così il Savoia. In genere, il cambio del tecnico porta a destabilizzare il contesto laddove invece occorrerebbe solo lucidità e serenità per superare la momentanea impasse”.
ATTENTI AL PROCIDA – Da esperto di calcio, ritiene che la vincente dei play-off del girone possa continuare ad avere vita lunga negli spareggi?
“Da un po’ di anni non assistiamo all’affermazione del calcio campano in queste sfide molto particolari. Senza dimenticare che le avversarie sono comunque molto forti provenendo da tornei combattuti come quelli siciliani, calabresi e pugliesi. A prescindere dall’avversario, conta molta il come si arriva ai play-off. E’ evidente che se vengo dalla delusione per aver perso il torneo per un nulla dopo aver combattuto sino all’ultima giornata potrei soffrire la coda molto più che una squadra che è tranquilla perché ha conquistato il diritto agli spareggi con anticipo e si è preparata mentalmente a queste sfide. In questo senso, guardando al nostro girone, starei molto attento al Procida“.
EVITARE I PLAY-OUT – Nonostante la sin qui eccezionale rincorsa alla salvezza diretta l’Albanova è a due punti dai play-out e sabato c’è il Savoia.
Si può paventare il rischio di entrare in apprensione mancando pochissimo alla fine del campionato?
“La preoccupazione c’è in tutte le squadre che sono vicine a noi e che saranno come noi attentissime a non abbassare la guardia. Per quanto ci riguarda, quella con il Savoia sarà la dodicesima finale che giochiamo dall’inizio del ritorno. E siamo sempre stati all’altezza dell’avversario, si chiamasse Afragolese, Portici o Casalnuovo, tre partite dove abbiamo sbagliato l’incredibile sottoporta e dove avremmo meritato certamente molto di più che uscire sconfitti dal campo”.
Il bisogno di punti vi può portare al famigerato pullman davanti alla porta?
“Premesso che giocare al Giraud è come giocare ad Avellino o Benevento, ovvero in stadi che ti gasano al solo scendere in campo, noi giochiamo sempre allo stesso modo tentando sempre di mantenere i giusti equilibri tra le fasi con e senza possesso palla. Certo, con gli uomini che si ritrova, il Savoia è squadra molto temibile ma certo non faremo da sparring-partner“.
FABIANO, UOMO IN PIU’ – Chi o cosa teme del Savoia?
“I bianchi hanno molta qualità ed un uomo come Fabiano navigato e buon conoscitore di queste categorie. Mi ripeto, con un pizzico di serenità in più, probabilmente avremmo affrontato una squadra già sazia per la vittoria del campionato”.
Una curiosità: Lei può vantare un singolare record, allenatore solo per poche ore. E’ successo con l’Arzanese. Ci racconta l’episodio?
“Avevo preso un accordo per sedermi su quella panchina sfumato in una sola notte. Ma ci siamo “sposati” l’anno successivo”.
(Matteo Potenzieri)