Nel suo pedigree squadre importanti come Ischia, Sangiuseppese, Neapolis e Turris. Allenatore fumantino, dalla forte personalità, subentra a Cibelli tre mesi orsono, e il suo Procida assume subito le forme di squadra spauracchio del torneo: Bruno Mandragora (nella foto) è tornato in gioco da protagonista.
QUEL PARI COL PORTICI – Cominciamo dal 3-3 di domenica scorsa in casa della capolista. All’89’ i suoi uomini vincevano 1-3 poi…
A mente fredda come gestirebbe gli ultimi sei minuti contro il Portici?
“Bella domanda. Purtroppo parliamo del passato. Non abbiamo nulla da rimproverarci, è stata una partita di serie superiore dove noi per larghi tratti ci siamo ottimamente disimpegnati. Avremmo dovuto uscirne vincitori ma il calcio è anche questo. Comunque, se mi passa la battuta, possiamo dire in tutta tranquillità che il famoso bicchiere stavolta è per tre quarti pieno”.
In molti si lamentano di carenze tecniche arbitrali che in molti casi influenzano le partite. Lei cosa ne pensa?
“Le rispondo con una frase fatta ma mai come in questo caso calzante: anche gli arbitri possono sbagliare. Piuttosto, faremmo meglio tutti, specie noi allenatori, a guardare in casa propria e lavorare per correggere gli errori”.
IMBATTUTI DA OTTO GARE – Siete in serie positiva da otto partite. Si direbbe che avete trovato i giusti equilibri.
“Diciamo che i ragazzi sono attenti a seguire le mie direttive; stanno lavorando con scrupolo e riescono a tradurre bene sul campo il mio credo di gioco”.
L’AMMAZZAGRANDI – Il Procida ha battuto l’Afragolese, ha sfiorato il successo con il Portici, in vantaggio fino al novantacinquesimo, e sabato c’è il Savoia.
Esageriamo nel dire che siete una vera e propria ‘ammazzagrandi’?
“Al di là del valore delle due capolista, affrontare il Savoia ha sempre un fascino diverso per la storia di questo club e per la sua impagabile tifoseria; prepareremo la partita ben consapevoli della forza dell’avversario ma sempre nell’ottica di imporre il nostro gioco come facciamo sempre. Alla fine tireremo le somme, solo dopo potremo definirci o meno ammazzagrandi”.
Cosa manca al Procida per competere con le big del torneo?
“Assolutamente nulla. Siamo una squadra competitiva, abbiamo le nostre armi che tentiamo di sfruttare al meglio e spesso ci riusciamo. Tuttavia, ogni campionato ha la sua storia fatta anche di alterne vicende e in questo più di una volta abbiamo pagato dazio immeritatamente”.
Qualcuno dice che allenare sulle isole non porta quasi mai buoni frutti. E’ d’accordo?
“Prima del Procida ho allenato a Ischia per tre stagioni con buoni risultati. Certo, lavorare lontani dalla terraferma è difficile, logorante, ma ha un suo fascino”.
IL PROGETTO – La società Procida ha in progetto la D in un biennio.
Sarà lei a condurre i biancorossi allo storico… approdo?
“Confermo il progetto e l’ambizione del club ma per quanto mi riguarda a fine stagione mi siederò ad un tavolo con la dirigenza e ne discuteremo.”
VICINO AL SAVOIA - Tornando al Savoia, il suo nome è stato accostato alla panchina torrese.
Ce lo conferma?
“Confermo che l’anno scorso il contatto c’è stato ma ho rifiutato perché il progetto tecnico non mi convinceva. Sarei anche sceso di categoria pur di venire a Torre, ma solo con un Savoia vincente e quello non lo era, almeno secondo me”.
INCROCIO CON EX – Sabato incrocerà due ex, Luigi Agata e Raffaele Moxedano.
“Agata lo avevo confermato perché è un giocatore che sposava bene le mie teorie. Lui però è stato onesto nel dirmi che era in parola con il Savoia e che avrebbe accettato la proposta della dirigenza oplontina. Dunque, un addio senza rancore. Con Raffaele abbiamo compiuto insieme un bel percorso durato quattro anni; ho un ottimo rapporto con lui, è un giocatore dotato di grande tecnica e sempre pericoloso, può far male in qualunque momento. Sarà un altro problema per me”.
(Matteo Potenzieri)