L’analisi degli avversari è puntuale. In sala stampa arrivano mister Biancolino e Genny Marasco, ex Savoia, figlio di Antonio.
BIANCOLINO – Fa buon viso a cattivo gioco l’allenatore napoletano.
Il Suo Volla in sette giorni ha subito otto gol tra Portici e Savoia, pagando molto più dei propri demeriti.
“Peccato per il risultato. Sulla prestazione faccio i complimenti ai ragazzi, era difficile giocare contro la capolista, noi ci siamo riusciti e credo siamo usciti con onore dal Giraud. Certo, avrei preferito portare a casa qualche punticino in più anziché solo la prestazione. Se guardiamo gli ultimi due risultati ci verrebbe da piangere. Portici è Savoia comunque sono due ottime squadre e se la giocheranno fino alla fine”.
Biancolino è rimasto impressionato dai bianchi.
“Il Savoia non a caso è primo in classifica, squadre come queste non ti regalano niente. Sono andati quasi subito in vantaggio e questo non è stato certo positivo, noi abbiamo tentato di giocare il meglio possibile con il Giraud che ci ha caricato, qui ricordo ancora partite con lo stadio pieno. L’obiettivo resta comunque la salvezza”.
Il più intraprendente del Volla è stato il numero 7 Emma, una costante spina nel fianco per tutta la difesa del Savoia.
“E’ bravo ma deve migliorare sotto porta, può fare un’ottima carriera”.
MARASCO – Per Genny Marasco è la prima volta al Giraud da avversario. Per lui che ha indossato la maglia bianca ed in famiglia ha già suo padre Antonio che ha vestito i galloni di capitano per i bianchi, oggi è stata un’emozione speciale.
“Il Giraud ha fatto la differenza. Ho affrontato il Savoia l’anno scorso in casa nostra e la situazione era diversa (la gara si disputò a porte chiuse ndr). Lo stadio ha dato la carica giusta ai giocatori in campo”.
Con un po’ di nostalgia Genny avrà pensato ai tempi della Lega Pro in cui ebbe la possibilità di essere aggregato alla prima squadra, poi…
“Causa problemi societari noi ragazzi fummo svincolati, non c’è poi stata la possibilità di rivestire questa maglia e così dallo scorso anno sono al Volla”.
(Giovanni Caracciolo)