Protagonista del consueto appuntamento settimanale con la nostra rubrica dedicata all’avversario di turno è una vecchia conoscenza, Pasquale Vitter (nella foto), medico di professione, allenatore per diletto ma sempre con grande serietà e competenza come dimostrano le innumerevoli vittorie ottenute in carriera.
TUFFO NEL PASSATO – Nel suo curriculum, ampiamente vincente, Vitter ha allenato sia il Savoia che il Pimonte, ragion per cui lo abbiamo individuato quale commentatore perfetto della sfida di sabato (ore 15.30) al Giraud, alla quale assisterà seduto in tribuna, tifando ovviamente Savoia.
Doppia vittoria nei campionati di Promozione ed Eccellenza, poi l’esperienza al debutto in D con i colori del Savoia e Contino presidente, durata assai poco. Dove ritieni di aver sbagliato?
“L’errore è stato quello di fidarsi di persone che pensavamo fossero all’altezza del compito di guidare una società come il Savoia. Purtroppo i fatti ci hanno dato torto”.
Da più parti sei accusato di esserti opposto alla cessione del club a Giovanni Lombardi. Cosa puoi replicare?
“Si tratta di una vera e propria leggenda metropolitana. Io, con i soci dell’ex Atletico, ero disponibile a cedere gratuitamente la società a Lombardi che invece pretendeva una compartecipazione al 50% ma senza avere, da parte torrese, alcuna voce in capitolo anche dal punto di vista tecnico. Un po’ troppo, mi pare”.
PUNTO DI PARTENZA – Dopo il miracolo Atletico, nel giro di pochi anni ci ritroviamo al punto di partenza. Cosa c’è che non va nel pianeta Savoia?
“Direi che siamo stati piuttosto sfortunati. Il dopo Contino è stato rappresentato da Lazzaro Luce che si è presentato con una promozione in LegaPro. Sono convinto che se non fosse stato colpito dalla vicenda giudiziaria, staremmo parlando di ben altro”.
Hai allenato in D, in dodici anni di carriera hai vinto ben sette campionati, eppure sei ripartito col Pimonte in Promozione.
“Io alleno per pura passione, dunque non ho l’assillo di dovermi cercare una squadra per forza; vado dove ritengo ci siano i presupposti per lavorare bene con progetti validi e concreti. La stagione scorsa ho creduto che quella di Pimonte potesse essere una buona opportunità e l’ho accettata chiudendo ad un solo punto dai play-off. A conti fatti non è stata una buona scelta. Mi sono divertito con la Sarnese in serie D due anni fa quando abbiamo ottenuto un buon settimo posto; ho subìto una vigliaccata con l’Herculaneum che non mi ha permesso di misurarmi con quella piazza ma, ripeto, non avendo l’assillo di dover allenare per lavoro ho la possibilità di scegliere ciò che è più vicino alle mie idee”.
IL CAMPIONATO – Da profondo conoscitore dell’Eccellenza, che torneo ci attende nel girone A?
“Sono d’accordo con Franco Fabiano quando dice che questa è una competizione difficile. Non c’è l’ammazzacampionato ma almeno quattro o cinque squadre in grado di poter lottare fino alla fine: Procida, Casalnuovo, Portici, Afragolese e naturalmente il Savoia, le più attrezzate”.
Cosa ci puoi dire dell’attuale Pimonte? L’inizio di stagione è stato da incubo: due sonore sconfitte, con zero gol fatti e ben sette al passivo.
“L’ho seguito. Diciamo che, essendo stati ripescati, la dirigenza ha avuto poco tempo per programmare. Stanno cercando di porre riparo ma ci vuole tempo. Durazzo (ex Savoia ndr) è un tecnico giovane ma valido, in settimana è arrivato il direttore sportivo Mottola, ma è chiaro che, pur con un progetto limitato alla permanenza in categoria, al momento il Pimonte non è attrezzato per opporsi efficacemente a questo Savoia”.
(Matteo Potenzieri)