Nel nuovo Savoia targato Altea sarà una delle colonne portanti del progetto; non a caso, dopo l’insediamento della società, è stato uno dei primissimi contatti del diesse Ferraro: Gennaro Esposito (nella foto), attaccante, trentadue anni da pochi giorni, la scorsa stagione protagonista della cavalcata vincente dell’Herculaneum promosso in D con otto reti in quattordici presenze.
ATTACCANTE GIROVAGO – Una carriera da girovago, mai più di un anno con la stessa maglia. Come lo spiega?
“E’ una domanda da girare ai club in cui ho militato. Non ho mai capito il perché nella maniera più assoluta. E’ vero che un calciatore, in quanto tale, mette in conto di dover viaggiare da una città all’altra proprio per la particolare professione che svolge, ma il mio caso è quantomeno singolare”.
Un promettente esordio in serie B con il Napoli, e poi?
“Era un Napoli in pieno marasma societario ed in più ebbi la sfortuna di un’operazione alla spalla che mi impedì di mettere in mostra le mie doti. Quella stagione, comunque, mi ha dato tanto in termini di accrescimento professionale per aver lavorato al fianco di gente come Montervino e Montesano”.
LE CARATTERISTICHE – Che tipo di attaccante è Gennaro Esposito?
“Centravanti a tutti gli effetti ma mi posso anche adattare a giocare al fianco di un’altra prima punta. Ho un fisico possente ma non sono statico”.
Il suo partner sarà Claudio De Rosa. Lo conosce?
“Abbiamo giocato insieme, sia pure per soli sei mesi, a Vico Equense in C2. Conosco benissimo le sue caratteristiche e ritengo di poter dire che siamo bene assortiti”.
Ha già avuto contatti con mister Fabiano?
“L’ho sentito telefonicamente. So che mi ha voluto e di questo ne vado fiero, evidentemente mi stima e sa quanto posso dare al Savoia”.
LA PROMESSA – Duecentottantaquattro partite ufficiali e ottantotto gol. Se la sente di promettere la quota cento ai tifosi torresi?
“Come minimo! Anche perché il campionato di Eccellenza mi sta stretto. Lo scorso anno sono arrivato da Taranto ad Ercolano dove pensavo ci fosse un progetto duraturo, almeno così mi era stato illustrato. In effetti io dovevo essere il primo acquisto per la serie D che il club granata si apprestava a conquistare. Non è stato così. Ho accettato il Savoia e il secondo torneo di Eccellenza in carriera perché vengo a giocare in una piazza calorosa e competente che non merita questa categoria e per il programma ambizioso varato dalla società. Non è che mi mancassero le proposte, ma al Savoia non si può dire di no”.
I primi ingaggi lasciano intendere che sarete una squadra molto matura. A suo parere, in Eccellenza conta più l’esperienza o la corsa e gli entusiasmi giovanili?
“Per giocare a Torre Annunziata occorre avere grande personalità che si acquisisce solo con l’età. Ma, posso rassicurarvi che Sibilli e De Rosa, tanto per citare qualcuno che ho visto da vicino, hanno ancora tanta voglia e birra in corpo da restare sbalorditi. Dunque, nessun timore. E poi, ci sarà Tommaso Bianco, il preparatore atletico, praticamente la certezza che tutti noi correremo per novanta minuti come ragazzini. Senza trascurare gli stimoli ulteriori della curva del Giraud…”.
(Matteo Potenzieri)