Con il Ponticelli di Todisco che continua a prendere schiaffi su tutti i campi della Campania, con tecnico e giocatori sempre più degni di vestire una casacca che non ha nulla a che vedere con quella gloriosa del Savoia, Torre Annunziata, suo malgrado, ha vissuto un’altra domenica senza calcio, neanche ieri si è messa palla al centro. Un colpo al cuore per una fede ed una passione irrefrenabili che non fanno altro che aumentare la rabbia e la delusione di questa balorda stagione. In città non si parla di organizzare trasferte o coreografie; Todisco, con la colpevole collaborazione del suo entourage, ha scippato questo rito. Oggi si tenta di guardare avanti, non senza preoccupazioni, perché all’orizzonte ci sono ancora parole e speranze ma nulla di concreto. Tra le voci che si stanno susseguendo in maniera sempre più continua ci sono quelle che vorrebbero il ritorno di Pasquale Vitter (nella foto), ricominciando dal campionato di Promozione. SoloSavoia.it ha contattato l’ex tecnico della doppia promozione dei bianchi, il più vincente negli ultimi quindici anni di storia biancoscudata, che ci parla delle sue intenzioni e torna indietro con la memoria per chiarire il ‘no’ a Lombardi.
PRONTI A RIPARTIRE – La prima domanda che rivolgiamo a Vitter è senza convenevoli.
Mister, da più parti si paventa un futuro con lei in panchina, ricominciando dalla Promozione. Cosa ne pensa?
“A me questa ipotesi non dispiacerebbe affatto, ho sentito anch’io queste voci ma per ora nulla di concreto. Il Savoia ce l’ho nel cuore e non direi mai di no a questi colori anche se in questo momento penso al Pimonte che spero di poter portare in Eccellenza”.
Subito però il discorso passa sulla realtà dei fatti.
“Detto questo è ovvio che per ricominciare, pur dalla Promozione, sarebbe indispensabile la costruzione di una società seria e pronta a stilare un programma duraturo. D’altronde noi lo abbiamo dimostrato con l’Atletico Savoia. Pur senza grandi capacità economiche, abbiamo gestito con estrema trasparenza il Savoia portandolo senza debiti alla serie D. Fondamentale per ricominciare sarà la tifoseria che sono sicuro si ricompatterà dimostrando tutta la passione che nutre per questi colori”.
All’orizzonte ci sono forze imprenditoriali pronte ad investire nel Savoia?
“Ci spero davvero, sono cautamente ottimista. Questi mesi serviranno proprio per concretizzare l’interessamento di qualche imprenditore che possa permetterci di tornare a respirare l’aria del Giraud che ci è stata tolta da chi gestisce l’Op quest’anno”.
IL SAVOIA ADESSO NON ESISTE – Non ritiene che in questo momento storico sarebbe tutto più complicato per le pressioni e la delusione che c’è nell’ambiente?
“Ci ho pensato. Probabilmente è così ma non possiamo farci prendere dallo sconforto. Dobbiamo credere di poter rimettere palla al centro, perché anche se ci stiamo girando dall’altra parte, la triste realtà è che il Savoia non esiste più. La squadra che indegnamente si fa chiamare Op Savoia non ci rappresenta assolutamente. Il calcio a Torre in questo momento non c’è e questo fa male, molto male”.
QUEL ‘NO’ A LOMBARDI – Facciamo un passo indietro e torniamo nella calda estate del dopo promozione dall’Eccellenza alla D. Una delle questioni che parte della tifoseria contesta a Vitter ed a qualche altro dirigente del tempo riguarda il ‘no’ rivolto a Giovanni Lombardi.
Mister, le va di spiegarci, una volta per tutte, come andarono le cose con Lombardi?
“Mi fa davvero piacere che mi abbiate rivolto questa domanda. Le cose stanno così. Dopo il campionato di Eccellenza vinto con merito eravamo alla ricerca di qualche imprenditore che desse forza economica alla società. Così a Scafati io, Verdezza e Nuccio Salvatore incontrammo Lombardi al quale proponemmo di rilevare l’intera società gratuitamente. Lui ci disse che avrebbe voluto acquisire il 50% dell’impegno economico, mentre il resto sarebbe spettato a noi. Poi aggiunse che avrebbe voluto gestire soltanto lui la società sia sotto l’aspetto manageriale che tecnico. Disse parole poco eleganti nei miei confronti e del diesse Langella, tra l’altro non presente all’incontro, una cosa davvero ineducata, così decidemmo per orgoglio ed onorabilità di non accettare l’assurda controproposta di Lombardi che ribadisco ci aveva offeso sul piano personale, quasi come se noi dopo due anni di vittorie sul campo non capissimo nulla di calcio. Ripeterei altre mille volte quella decisione perché i soldi non sono tutto nella vita”.
Poi?
“In quel periodo ci era stata presentata un’altra cordata, quella di Contino ex patron dell’Avellino. Così chiudemmo la trattativa con lui, poi nacquero problemi e noi torresi uscimmo senza prendere neanche un euro. Tra mille difficoltà, non ultima quella della squalifica del Giraud per l’intero girone d’andata che causò un rilevante danno economico, Contino portò a termine quel campionato con la salvezza sul campo. Arrivò poi Luce che ci ha fatto vivere il momento più alto ed emozionante di questi ultimi anni. Poi sfortuna volle che arrivassero le vicissitudini giudiziarie che lo hanno colpito e da quel momento il Savoia ha iniziato un lento processo di decadimento, perché nessuno mi toglie dalla testa che se Lazzaro Luce non avesse avuto quei seri problemi, adesso il Savoia sarebbe almeno in Lega Pro.”.
LA ‘RICETTA’ PER RINASCERE – Messe alle spalle le incomprensioni del passato ed appurato che c’è un cauto ottimismo nelle parole di Vitter per la ricostruzione, il tecnico chiude con la sua ‘ricetta’ per ricominciare.
“Bisognerà puntare sul settore giovanile perché solo così potremo assicurare una costante fucina di talenti per la prima squadra ed in prospettiva per il mantenimento economico della società; poi sarà necessario stringere saldi rapporti con il Comune, così come è capitato a noi con il sindaco Starita che ci è stato vicino dal primo momento. Posati questi due elementi alle fondamenta, il resto sarà in discesa perché la tifoseria tornerà a mettere tutta la sua passione ed il suo entusiasmo ed una società seria avrà tutte le possibilità per far bene senza fare proclami o illudere nessuno”.
(Redazione)