Un caso più unico che raro nel mondo calcistico: una squadra senza pubblico, o meglio abiurata dai propri tifosi, che gioca a porte chiuse in stadi blindati. Tutto perché il suo timoniere ha deciso di “scippare” il club alla città di appartenenza portandoselo via. Succede all’Op di Todisco. Ma è lecito un tale comportamento? L’ex diggì Felicio Ferraro intervistato dal nostro portale qualche giorno fa chiarì alcuni aspetti fondamentali:
“La sede sociale dell’O.P. è Torre Annunziata e per due anni non potrà essere modificata. Al massimo potrà disputare qualche gara fuori ma la casa del Savoia è il Giraud. Al Comitato Regionale adesso c’è un commissario, una persona seria, quindi nessun giochetto di palazzo si potrà fare. Giunti massimo alla terza partita ‘casalinga’ non a Torre, Todisco sarà invitato formalmente a far giocare la squadra al Giraud..”.
Abbiamo così deciso di contattare il vice Commissario del Comitato Regionale Campania della F.I.G.C., dr Salvatore Gagliano (nella foto). L’alto dirigente, tuttavia, dopo un rapido consulto con il suo omologo Lucio Giacomardo, nonostante ci avesse dato appuntamento al Comitato, non ci ha ricevuti, glissando sul tutto in maneira più che sospetta. Lo stesso, infatti, ci ha risposto via fono che, per una precisa linea di condotta, non rilascia alcuna dichiarazione. Dietro nostre insistenze, si è appena sbottonato sottolineando che il “caso Savoia è comunque attenzionato”. Cosa significhi questo “faro” sul club dell’avvocato non è dato sapere, se è vero che a tutt’oggi su una squadra che ha deciso di adottare una nuova maglia (prima blaugrana con tanto di scudetto con la scritta Ponticelli, poi biancorosssa nell’ultima trasferta persa a Caslanuovo, stavolta senza alcun logo ma con sponsor CosmoService dei fratelli Schettino), il Comitato stesso non ha ancora inteso esprimersi con nota ufficiale. Non foss’altro per precisarci se una simile linea di condotta è lecita o passibile di sanzioni. Restiamo in attesa. Abbiamo forse scoperto il vaso di Pandora?
(Matteo Potenzieri)