“La cordata napoletana non è all’altezza di una piazza come Torre”. Era il 24 luglio scorso e queste furono le parole di Giovanni Masecchia (nella foto) poche ore dopo l’addio al Savoia. A distanza di quasi sei mesi quelle dichiarazioni appaiono profetiche. In sintesi si è verificato quanto previsto dall’ex tecnico del Ponticelli che aggiunse: “Torre ed il Savoia sono troppo per loro due (Todisco ed Arpaia ndr)”. Oggi a SoloSavoia.it Masecchia ripropone il suo pensiero evidenziando il ‘rispetto mancato’ per la città e la tifoseria.
RISPETTO PER TORRE – “Io ero il meno esperto, eppure quando mi resi conto che Todisco ed Arpaia non avevano compreso l’importanza di questa piazza mi incontrai con loro e dissi quello che pensavo”.
Cosa precisamente?
“Dissi loro che il Savoia meritava rispetto e per come avevano iniziato non sarebbero andati da nessuna parte, c’era disorganizzazione totale e mancava la progettualità, a partire dal ritiro che Arpaia voleva che si tenesse nella sua casa di villeggiatura”.
Quale fu la reazione?
“Si offesero ed a quale punto andai via, non potevo più continuare la mia avventura. Ho lasciato a testa alta, da uomo vero, senza rancore, certo della mia decisione, anzi dissi loro che ci saremmo sentiti di lì a qualche mese ed i fatti mi avrebbero dato ragione. E’ stato così ma nessuno dei due ha più avuto il coraggio di chiamarmi”.
IL SOGNO – Masecchia ripercorre il suo addio, gli ultimi momenti sulla panchina.
“Con il direttore Ferraro e con Aiello avevamo piena sintonia di idee, ci sarebbero bastati pochi innesti ed avremmo detto la nostra”.
Masecchia ha un sogno nel cassetto.
“Il mio desiderio è tornare a Torre per allenare il Savoia. Un’opportunità che mi è stata sottratta e che spero di potermi giocare nuovamente”.
(Redazione)