Dopo la lunga sosta per le festività natalizie riprende il campionato con il girone di ritorno. Il Savoia ricomincia dal San Giorgio, squadra con la quale aveva esordito in stagione con un roboante 0-4 a domicilio. Allora la truppa di Grimaldi sembrava una macchina da guerra, col passare dei mesi il motore si è inceppato lasciando strada ad altre tre squadre che hanno superato i bianchi. Dopodomani al Giraud sarà una gara da vincere assolutamente per cominciare a rosicchiare punti a chi sta più su e conquistarsi la miglior posizione possibile nella griglia play off. Tra le fila del San Giorgio c’è un ex di ‘lusso’, quel Luca Balzano (nella foto), torrese doc, che con il Savoia ha messo a segno sei marcature in campionato e otto in Coppa. E’ lui a presentarci l’avversario di turno.
I NUMERI – 20 punti in classifica, 6 le vittorie, 3 i pareggi (i granata hanno un punto di penalizzazione per la gara con il Real Forio persa a tavolino) e 6 sconfitte per una posizione tranquilla in classifica. Da notare che ben 13 dei punti complessivi sono stati ottenuti lontano dal ‘Paudice’ a volerne significare la pericolosità in trasferta. 22 sono le reti realizzate, 24 quelle subite.
L’EX BALZANO – A fare gol ha cominciato tardi, ma ci si è messo d’impegno, se è vero che siamo oltre la soglia delle duecento reti in carriera che fanno di lui uno dei più prolifici ed ambiti bomber tra i dilettanti campani. Questo è Luca Balzano, da Torre Annunziata.
Un’intera carriera spesa tra i campi regionali con l’eccezione di Nuoro dove il club, dopo aver contattato anche Beppe Meloni, scelse te. Raccontaci com’è andata.
“E’ stata un’esperienza brevissima, durata appena un mese. Eppure avevo cominciato molto bene: esordio con doppietta in Coppa Italia. Poi, incomprensioni con il presidente e un ambiente non proprio ben predisposto nei miei confronti, mi hanno convinto a tornare sotto il Vesuvio”.
IL TRENO PER PARMA – L’occasione di svoltare calcisticamente.
“Probabilmente è arrivata troppo presto, quando non avevo la maturità giusta per poter affrontare uno stravolgimento della mia vita: a tredici anni il Parma mi ha offerto l’opportunità di poter entrare nel settore giovanile ma ho rinunciato; mi sarei allontanato dai miei affetti. Come goleador poi, sono esploso con qualche anno di troppo per poter entrare nel mirino di club professionistici. Posso ben dire che la fortuna non mi ha aiutato”.
LA ‘STORIA’ COL SAVOIA – Hai giocato in due edizioni del Savoia, quali le differenze?
“Il Savoia di Promozione era un club serio con una squadra di gran valore per la categoria. Una vera e propria corazzata. Il Savoia di questa stagione è una buona squadra ma con una società troppo in fibrillazione e se non c’è la calma, la tranquillità, difficilmente si ottengono i risultati”.
Sei stato uno degli acquisti boom dell’estate, ma il ritorno al Giraud è durato pochissimo.
“Non si può immaginare quanto mi sia dispiaciuto svestire la maglia bianca. In verità, devo dire che con mister Grimaldi non mi sono trovato a mio agio; nonostante questo però, credo di aver fornito il mio contributo quando sono stato chiamato in causa. Del resto, per me parlano i gol: quattordici tra Coppa e campionato. Alla base comunque, ci sono state motivazioni di tipo personale e societario che mi hanno fatto propendere per altre soluzioni”.
Il tuo compagno ideale?
“Come non citare Tommaso Manzo. Ma anche Guadagnuolo e Migliozzi sono stati eccellenti assist-man per me”.
IL SAN GIORGIO – San Giorgio in corsa per i play-off?
“Siamo un gruppo discreto guidato da una società forte. Posso affermare che ci crediamo”.
Ritieni il torneo già archiviato in favore dell’Herculaneum?
“Credo che difficilmente possano mollare la presa perdendo punti per strada. Diciamo che solo l’Ercolano può perdere il campionato”.
Un pronostico sul Savoia?
“Credo possa aspirare alla seconda piazza”.
IL RITORNO AL GIRAUD - Sabato tornerai al Giraud. Proverai rabbia o nostalgia?
“Purtroppo credo che non sarò della partita per i postumi di uno stiramento al bicipite femorale. Ma anche da spettatore la risposta è la stessa: nostalgia per i tifosi, rabbia verso la società”.
(Matteo Potenzieri)