Ventisei reti, miglior attacco del girone, sei gol al passivo, seconda miglior difesa, nove vittorie e un pareggio il ruolino di marcia, ventotto punti su trenta conquistati, più quattro sul Portici, secondo. E’ questo l’Herculaneum di Gigi Squillante (nella foto), tecnico navigato e competente, a Torre poco amato, eppure cercato come vedremo. E’ con lui che parliamo del prossimo avversario dei bianchi nel big match dell’undicesimo turno che sarà disputato a porte chiuse
I PRIMI PASSI DI SQUILLANTE – Nasce calciatore come mediano, vince a Sarno e Sangiuseppe, ha grande stima per un suo ex allenatore, Caramanno, “un generale di ferro” sottolinea, ed a lui si ispira.
Mister, con un curriculum inviabile come il suo, la serie C è proprio un’utopia?
“Nel nostro mondo la meritocrazia è solo una bella parola. Se vuoi allenare a certi livelli devi scendere al compromesso, una parola che nel mio vocabolario non esiste”.
IL PASSATO CON LUCE – Lei ha diretto squadre con presidenti autorevoli e carismatici, Pappacena e Luce.
“Due dirigenti molto caldi e passionali. Pappacena è un uomo determinato, competente e dotato di una grande capacità, quella di saper valutare bene gli uomini. Con lui ho avuto un rapporto di odio amore forse anche perché entrambi sarnesi purosangue e molto legati alle origini. Luce è stato il mio presidente ad Arienzo, poi a Sarno ed infine con il Gladiator. E’ dotato di grande autorevolezza e adora sentire il calore della massa che solo una piazza come Torre Annunziata può regalare ed a cui si è inevitabilmente accostato. Con lui mi sono trovato a mio agio anche se poi il rapporto si è logorato per diverse circostanze”.
LO SCONTRO CON SIMONETTI – Luce, Simonetti, Squillante, insieme avete scritto una bella pagina dell’Ippogrifo Sarno, stagione 2010-2011.
“Abbiamo vinto la Coppa Italia regionale e siamo arrivati secondi in campionato sbagliando tre rigori decisivi e patendo due infortunati importanti come Dellera e Vitiello mai rimpiazzati. Avremmo potuto fare di più”.
Abbiamo toccato un tasto dolente?
“Sono stato sempre in conflitto con Simonetti. A mio modo di vedere ha fatto il suo tempo, appartiene al passato, non può più esercitare con il suo modo di essere, è arcaico. Relativamente a quella stagione, ritengo che se avessimo potuto disporre di qualcuno in grado di sostituire gli infortunati, non sarebbe finita com’è finita. Diciamo che c’è stato rispetto da ambo le parti ma ci siamo sopportati a vicenda”.
IL RECORD – Nella stagione 2012-2013 ottiene il record di imbattibilità europeo, 27 partite utili consecutive, ma non la promozione in C2.
Non le brucia un po’ quella storia col Gladiator?
“Una stagione densa di premi e soddisfazioni ma chiusa anzitempo con l’amarezza per essere stato praticamente dimissionato ad appena due giornate dalla fine a vantaggio di Feola che poi perse i play-off. Ma sono cose che fanno parte del calcio”.
Un esperto di Coppe ma intanto il suo Herculaneum è fuori.
“Premesso che non siamo una corazzata, nel caso specifico diciamo che nel ritorno con la Caivanese la fortuna non ci ha arriso; dopo aver fallito un rigore e qualche buona occasione siamo stati puniti severamente. Un vero peccato perché tengo in maniera particolare a questa competizione anche se, a conti fatti, e a guardare il campionato che stiamo disputando, forse è meglio così”.
PENSIERO-MANZO – Il Savoia ha in rosa un giocatore che lei conosce molto bene, Tommaso Manzo.
“Tommaso è già un lusso per la D, figuriamoci per questa categoria! Con me ha messo a segno una cinquantina di gol tra Gladiator e Battipagliese. Per lui parlano i numeri e la bella carriera che ha fatto. Sono molto legato a Manzo anche perché abbiamo trascorso insieme due stagioni indimenticabili e poi è uno che si fa voler bene. Uno come lui è meglio averlo dalla tua parte”.
QUELLA NOTTE AL GIRAUD – Molti tifosi torresi legano la sua figura al famoso 5-1 subìto dalla Battipagliese in notturna a Torre (stagione 2013-2014) che andò a bissare il successo torrese dell’andata.
“Diciamola tutta, la Battipagliese non era e non poteva essere all’altezza di un super Savoia come quello. E poi trovammo undici indiavolati anche perché l’ambiente fu “preparato” assai bene sulla scia delle polemiche dell’andata, una partita immeritatamente persa a capo di una prestazione maschia e volitiva”.
HERCULANEUM E SAVOIA – Ci sveli i segreti del suo Herculaneum.
“Ribadisco che non siamo uno squadrone ma posso tranquillamente affermare che guido un gruppo solido che si applica con grande volontà e soprattutto mi segue alla lettera.”
E un sergente di ferro come Squillante come si trova?
“Ho un ottimo rapporto con la società e con il direttore Mignano. Ognuno lavora ed è responsabile nell’ambito delle proprie competenze e nessuno si sogna di sconfinare negli spazi altrui”.
Ritiene il Savoia ancora un avversario temibile?
“Ci mancherebbe. Il Savoia è, come noi, una buona squadra con ottime individualità, vedi Manzo, Mallardo, Balzano, Guarro. Come si potrebbe, con gente di questo calibro, non inserire i bianchi tra le protagoniste del torneo?”.
VICINO AL SAVOIA – E’ vero che questa estate è stato contattato dal club di Todisco?
“Avevo dato la mia parola al presidente Mazzamauro e l’ho mantenuta. Nonostante qualcuno abbia seminato la zizzania che io non volessi scendere di categoria, eccomi qua. Cercavo una società con un programma serio, ambizioso e duraturo, nella serie D attuale è pura utopia, ad Ercolano è realtà”.
Non ha risposto alla domanda.
“Lo confesso, mi hanno cercato in parecchi e anche da Torre è arrivata una telefonata”.
Le piacerebbe allenare il Savoia?
“Si può mai pensare di rifiutare una panchina del genere?”.
GIRAUD OFF LIMITS – Il divieto assoluto di accedere al Giraud per il big match ha scontentato tutti.
Come ben sa, purtroppo, la partita sarà giocata a porte chiuse.
“Volendo usare un termine in voga oggi, credo si tratti di una decisione “esagerosa”, l’ennesima sconfitta per il calcio. Tra l’altro, a voler disquisire sul provvedimento che parla di carenze strutturali del “Giraud”, allora il campionato non sarebbe dovuto nemmeno partire considerate le strutture sulle quali ci troviamo a giocare”.
Come vive Squillante una situazione di questo genere, considerando che lei ama la folla?
“Non mi piacciono, sono assolutamente lontane dal mio modo di vivere il calcio. E i giocatori? Vogliamo mettere l’adrenalina che ti trasmette un pubblico numeroso e appassionato con uno stadio muto? Sono molto dispiaciuto per questa cosa”.
(Matteo Potenzieri)