IL PORTICI. Col Savoia derby speciale per l’ex Rima Terza forza del torneo, è la vera sorpresa di questo primo scorcio di stagione. L’attaccante torrese racconta la sua carriera e lancia la sfida: “Giocheremo senza timori reverenziali”.

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rima2Se il Savoia ha confermato le attese della vigilia con un campionato di altissimo spessore, una delle sorprese di questo primo scorcio di stagione è sicuramente il Portici, inizialmente non accreditato per la lotta al vertice ma che, dati alla mano, è distante appena 4 punti dal primo posto. Domenica al Giraud (ore 11) sarà un vero e proprio big match che si preannuncia ricco di spettacolo ed emozioni. A presentare il prossimo avversario del Savoia un torrese doc che tre anni fa ha vestito la maglia bianca per un breve scorcio di stagione. Stiamo parlando di Donato Rima (nella foto con la maglia del Savoia).

RICORDO AL VELENO – Una carriera non fortunatissima, estro e tecnica al servizio della squadra avrebbero suggerito gol a pioggia, un sogno avverato che sfuma dopo appena tre partite, tanto è durata l’avventura di Donato Rima con il  Savoia.

Neanche il tempo di indossarre la maglia bianca e subito in fuga verso altri lidi. Perché?

“Le classiche strane situazioni che vivono ancora oggi tanti giocatori soprattutto delle serie inferiori. I soliti presidenti col braccino corto al momento di pagare le spettanze. In quel caso si trattava di Contino. Una situazione insostenibile per chi, come me, ha il calcio come unica fonte di sostentamento e una famiglia con due figli da tirar su. Me ne andai allo Stasia”.

IL TRENO DELLA ‘A’ – Verona e la serie A ti dicono qualcosa?

Un treno passato e perso per un dannato infortunio. Avevo vent’anni e giocavo con il Terzigno. Alcuni osservatori della squadra scaligera mi avevano visionato due volte con la maglia rossonera; li avevo impressionati, tant’è che mi diedero appuntamento a Roma per un provino nel corso del quale misi a segno tre reti. Fu il passaporto per Verona dove, mio malgrado, non misi mai piede: nell’ultima partita tra Terzigno e Acerrana un fallo a mio avviso volontario mi procurò la lesione del crociato. Li finì la favola”.

Però avevi tutte le qualità per giocare almeno in serie C.

“Dopo quanto successo, mi passò la voglia di giocare al calcio. Sono rimasto fermo per oltre un anno e solo grazie alle insistenze di un amico di mio padre sono tornato a calcare un campo di calcio”.

L’ESPERIENZA CON LUCE – Il Gladiator e Lazzaro Luce, un idillio svanito nel nulla.

“Una cosa che ancora oggi non riesco a spiegarmi. Per Luce ero praticamente un figlio adottivo, c’era grandissima stima reciproca ma non c’è stato il lieto fine come mi sarei aspettato”.

IL RAPPORTO CON I TIFOSI – Con i tifosi torresi c’è una sorta di amore-odio, come lo spieghi?

“Premesso che il Savoia è la mia squadra del cuore, convengo che all’epoca quando giocavo a Terzigno (era il 2006, Terzigno-Savoia 2-2 ndr) commisi una sciocchezza (un pugno ad un avversario, ndr) contribuendo ad alimentare gli animi già accesi. Subito dopo però, chiesi scusa e, per quanto mi riguarda, è finita lì”.

Con il Formia, in Promozione, un altro momento buio della tua carriera.

“Si è trattato di un incidente di gioco: in pratica il portiere è saltato con il ginocchio alto colpendomi alla testa. L’impatto mi ha tramortito e sono caduto in terra perdendo i sensi. Fortunatamente non ho subìto conseguenze ma la paura è stata tanta”.

IL PRESENTE, IL PORTICI – Torniamo all’oggi. Parlaci di questo sorprendente Portici.

“Una squadra molto giovane, credo di essere io il più avanti con gli anni, che gioca con grande entusiasmo e tanta voglia di fare bene. Siamo partiti per un campionato tranquillo ma è chiaro che se le circostanze ci sono favorevoli, nessuno si tirerà indietro”.

La città però non vi è vicina.

“La cosa mi meraviglia molto. Ricordo un grande seguito in Interregionale poi, forse, qualche delusione di troppo ha portato ad un certo disamore. Vorrà dire che scenderemo in campo anche per riconquistare il pubblico”.

Domenica c’è il Savoia.

“Affronteremo i bianchi senza timori reverenziali. Giocheremo come abbiamo sempre fatto sinora  e al novantesimo trarremo le conseguenze”.

(Matteo Potenzieri)





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