La rifinitura del venerdì pomeriggio porta con se le lunghe riflessioni di Teore Grimaldi. L’allenatore che già mercoledì nel dopo gara con il Procida aveva parlato fuori dai taccuini, oggi si ripete per ribadire il proprio pensiero. Fatto sta che il clima si è rasserenato al punto che a fine conferenza arriva il presidente Todisco con il quale Grimaldi si trattiene insieme al diggì Ferraro in un contesto di assoluta tranquillità. La tensione che si tagliava col coltello nel dopo Curti sembra svanita per lasciare spazio ad una ritrovata compattezza.
NESSUN CAMPANELLO D’ALLARME – Pochi minuti prima dell’incontro con il massimo dirigente, il tecnico ha parlato con la stampa.
Mister, nessuna vittoria nelle ultime due gare. E’ suonato il campanello d’allarme?
“Assolutamente no. A Curti abbiamo costruito ma siamo stati poco cinici, con il Procida invece è stata solo questione di sfortuna. Una palla salvata sulla linea, una traversa ed un miracolo del portiere su Palmieri avrebbero meritato miglior sorte. Purtroppo ci sta girando così ma come dopo lo 0-4 di San Giorgio professavo a tutti di restare con i piedi per terra, lo stesso faccio adesso”.
IN TROPPI PARLANO – Grimaldi non le manda certo a dire. Le sue puntualizzazioni non sono contro la stampa bensì contro qualcuno che circonda Todisco.
“Qui sono in troppi a parlare. Me ne sono reso conto nel dopo Curti, così come a Procida. Ci sono dirigenti o presunti tali e qualche altra persona vicina al presidente che lo stanno influenzando. Io mi sono fatto la mia idea. Tutto ciò deve finire perché altrimenti posso anche andarmene ma non si risolverà niente perché ogni volta ci sarà qualcuno che vorrà entrare nelle faccende tecniche. Da parte mia non mi dimetterò mai, mi dovranno cacciare per lasciare questa panchina. Io sono un sanguigno, sono cresciuto con la scuola di Carmine Tascone e so cos’è la gavetta”.
Sulle voce che avrebbero voluto Vitter in panchina.
“Non era neanche finita la gara con l’Hermes che qualcuno già voleva cambiare. Non esiste proprio un atteggiamento del genere. Una sconfitta ci può stare. Sfido chiunque a dire che il Savoia è stato dominato dall’avversario. L’importante è restare gomito a gomito con l’Herculaneum fino a dicembre perchè in quel periodo anche col mercato si deciderà il campionato”.
A questo punto interviene il diggì Ferraro che ci tiene a puntualizzare.
“Da parte mia non ho cercato nessun allenatore. Riportatelo”.
IMBARAZZO DELLA SCELTA – Sono 23 i convocati per domani. In attesa dell’arrivo del difensore centrale (Schioppa domani potrebbe essere in tribuna al Giraud), Grimaldi ha diverse soluzioni in ogni settore.
“Ho dei dubbi in positivo, nel senso che eccezion fatta per Viglietti e Russo che hanno qualche problemino, gli altri sono pienamente disponibili”.
NESSUN CAMBIO DI MODULO – Sembra diventato quasi un refrain ma la bontà del parco attaccanti, con tre prime firme del calibro di Manzo, Balzano e Mallardo, potrebbe portare Grimaldi a qualche variazione sul tema.
“Il problema non è il modulo, dall’inizio giochiamo col 4-3-3 e credo che continueremo con questo assetto. Poi non escludo di prendere in considerazione il 3-4-3 e il 4-3-2-1. A Coverciano quando ho concluso il corso per allenatore ci è stato rimarcato che il modulo non è fondamentale”.
Dunque, non si esclude di poter vedere insieme Mallardo, Manzo e Balzano?
“Non lo escludo. Certo per fare ciò l’unico modulo possibile sarebbe il 4-3-1-2. Ma come non escludo questo tipo di soluzione potrei anche optare per una difesa tutta over, oppure con un centrocampo con under. Insomma ho da scegliere e questo non può che farmi piacere”.
L’AVVERSARIO – Il tecnico ha studiato il Casalnuovo.
“E’ una squadra che gioca senza remore nei limiti del possibile. Non credo faranno le barricate. Ha giocatori ex Savoia di spessore come Carlo Siciliano, Mimmo Pallonetto e Imparato. Hanno meno punti di quanti ne avrebbero meritati sul campo”.
(Giuseppe D’Ambrosio)