Attaccare l’avversario per nascondere i propri ‘guai’. Sembra essere questa la strategia assunta dalla Reggina nella settimana che precede l’ultima di campionato. La paura degli amaranto di retrocedere direttamente in D (non potrebbe usufruire di un eventuale ripescaggio perché ha subito punti di penalizzazione) sta scatenando il patron Lillo Foti (nella foto) e molti tesserati (Aronica su tutti) in una ‘guerra di nervi’ nei confronti del Savoia e specialmente del Messina, continuamente pungolato sul suo effettivo impegno in campo al Giraud nella gara di sabato.
FALLIMENTO REGGINA – L’aver alzato l’attenzione su Savoia-Messina, sta servendo a ‘nascondere’ il problema maggiore che stanno vivendo a Reggio: il fallimento. Si sta parlando tanto e solo in casa Savoia della procedura concorsuale con la consegna (in mattinata) dell’istanza alla cancelleria del Tribunale di Torre Annunziata ma la realtà dice che c’è anche un’altra storia che riguarda proprio i reggini. Stamattina presso la sezione fallimentare del Tribunale di Reggio Calabria, presieduta dal giudice Pino Campagna, è prevista una drammatica udienza nella quale si deciderà se aprire il fallimento della Reggina calcio o meno. A presentare istanza è la banca Unicredit che vanta un residuo credito di 850mila euro su complessivi 2milioni prestati alla Reggina negli ultimi anni. I legali di Foti cercheranno di prendere altro tempo e rinviare l’udienza, accompagnando la loro richiesta al presunto interessamento di sette imprenditori australiani che starebbero ancora visionando i numeri della Reggina attraverso un pool di esperti. Insomma, la situazione è davvero critica, nonostante si sia cercato di mantenere tutto sotto traccia, puntando unicamente ad attaccare il Savoia.
RICORSO CONI – Un altro passaggio della strategia amaranto ha riguardato il ricorso al Collegio di Garanzia del Coni per riottenere altri 3 punti di penalità (2 per il ritardo nell’iscrizione al campionato, 1 per la tardiva presentazione della fidejussione bancaria), su fatti acclarati che evidenziano la piena responsabilità della società che vorrebbe giustificare ritardati adempimenti con l’attesa, della scorsa estate, dell’accettazione del piano di rientro (in 15 anni) che era all’attenzione del tribunale di Reggio. Ebbene, al momento al Collegio non è giunta alcuna richiesta, da quanto si evince dal calendario dei ricorsi che saranno discussi da qui a metà mese, a play-out già iniziati.
(Redazione)