Il grido d’allarme lanciato da Raffaele Gragnaniello la scorsa settimana e seguito da quelli di capitan Scarpa e del diggì Carruezzo, sembra aver aperto uno spiraglio sulla delicatissima situazione economica in cui versano giocatori e staff, in arretrato di stipendi da nove mesi ma che, con dignità professionale ed umana continuano, quotidianamente, ad assicurare la continuità sportiva del club tutt’ora in corsa per la salvezza. SoloSavoia.it ha contattato il presidente della Lega Pro, Mario Macalli (nella foto), l’unico che legalmente può escutere la fidejussione di 600mila euro rilasciata a luglio dal Consorzio Segesta, presieduto da Quirico Manca.
LA FIDEJUSSIONE – Prima di ‘addentrarci’ nell’intervista al numero uno della terza serie, chiariamo tecnicamente la questione della fidejussione. Si tratta di una garanzia bancaria a prima richiesta con la quale il debitore (la proprietà del Savoia che in garanzia ha rilasciato denaro o titoli di equivalente valore) rilascia ad un beneficiario (la Lega Pro) un titolo esecutivo (l’originale della fidejussione) con il quale, in caso di inadempimento della società (circostanza attuale), il beneficiario può richiedere direttamente alla banca erogante, l’escussione della garanzia fino alla concorrenza del credito vantato. Per accertare quanto il creditore può richiedere, entrano in gioco le messe in mora operate dai calciatori. Le lettere giunte in Lega acclarano e quantificano il mancato pagamento per i giocatori che, in tal modo, hanno informato la Lega dell’insolvenza della società. Legge alla mano, Macalli, presidente e legale rappresentante della Lega, è l’unico titolato ad inviare richiesta di escussione.
SCENDERE IN CAMPO – Mario Macalli è ‘spaventato’ della presa di posizione dei calciatori.
“Ho letto che la squadra ha paventato la possibilità di non essere più in grado di andare avanti. I giocatori sono allo stremo e non hanno più i mezzi per continuare. Se così fosse si rischia che il Savoia non scenda in campo con la Lupa, in quel caso sarebbe un disastro dal quale non si potrebbe tornare indietro”.
L’ESCUSSIONE – La premessa di Macalli è d’obbligo ma, allo stesso tempo, è una presa d’atto dell’attuale situazione in cui versano giocatori e staff.
Presidente, qualche mese fa aveva dichiarato al nostro sito la sua volontà di procedere con l’escussione anticipata della fidejussione. Non ritiene che facendo ciò, i giocatori potrebbero modificare il proprio intendimento, scendendo in campo e chiudendo regolarmente questo campionato?
“L’importo della fidejussione costituisce solo parte del complesso degli emolumenti che i giocatori devono ricevere per contratto. Certo, sono consapevole che 600mila euro non sono bruscolini e la loro elargizione ai dipendenti risolleverebbe le sorti economiche della squadra che rientrerebbe nella condizione di proseguire la stagione”.
Quindi ci conferma che è in seria considerazione la possibilità di escutere la garanzia?
“Si, ve lo confermo. La situazione non è semplice. Sono in costante contatto con la proprietà del Savoia e con l’Associazione calciatori. La nostra volontà è di risolvere la situazione positivamente”.
Presidente, è esatto dire che se lei volesse escutere adesso la fidejussione ci sarebbe bisogno dell’autorizzazione della società?
“Non è così. Io posso escuterla anche domani mattina senza l’autorizzazione di nessuno. A me bastano le lettere di messa in mora dei giocatori per procedere”.
IL DOMINUS – Cosa si aspetta per procedere? Chi deve dare concretezza a ciò? Il tempo passa ed i giocatori non ce la fanno più!
“Ribadisco, c’è da stare attenti, bisogna valutare tutto ma il sottoscritto è il dominus in questa situazione. Io sono l’unico ad avere il titolo di chiedere l’escussione della garanzia. Ci sto lavorando con le altre parti coinvolte(oggi c’è stato un incontro a Firenze con Carruezzo ndr) per anticipare la richiesta e soddisfare il prima possibile, pur se in parte, i dipendenti dell’A.C. Savoia 1908 con contratti depositati in Lega”.
(Giovanni Caracciolo)