VERSO LECCE. Il doppio ex Savino si racconta a SoloSavoia.it Il difensore nativo di Pompei ha vestito la casacca bianca, il Salento invece è la sua seconda casa. “Salvezza alla portata per i torresi, pugliesi protagonisti nei play-off”

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savinoTorrese doc anche se anagraficamente nato a Pompei, Alberto Savino (nella foto) è uno di quei personaggi che ha sempre portato alto e fieramente il nome della sua città. Un doppio ex che ci racconta di Savoia e Lecce. A SoloSavoia.it tanti aneddoti delle sue esperienze in A contro Inter, Juve e Milan. L’esordio tra i professionisti, per i tempi, è precoce, appena diciannovenne.

Alberto, descrivici quel momento.

“Fu una emozione fortissima  e doppia. Era l’allora campionato di C2 e vestivo la maglia del Savoia. Non avrei potuto chiedere di meglio per il mio ingresso ufficiale nel calcio che conta. Giocammo in Puglia contro l’Altamura. Era la prima di campionato. Finì zero a zero e disputai una ventina di minuti. Fu tutto molto bello”.

Tre stagioni con il Savoia, la promozione in C1 con De Canio, poi il volo verso la serie A dove ti “battezza” un certo Ronaldo.

“I tre campionati a Torre furono molto importanti e servirono a farmi conoscere. Approdai a Brescia in serie A, allenatore Simoni e fui subito gettato nella mischia. Nella prima di campionato giocavamo a Milano con l’Inter. A me tocca marcare il brasiliano, all’epoca il più forte attaccante del mondo, pallone d’oro e che a Barcellona aveva fatto faville. Feci un buon lavoro. Come primo marcatore italiano del “Fenomeno” me la cavai bene. Una grande soddisfazione”.

E che mi dici della t-shirt dei Timoria?

“Ah! All’epoca, il mio compagno di squadra Neri, molto amico di Francesco Renga cantante della rock-band, mi invitò ad indossare questa maglia sotto la divisa. Giocavamo con la Juve e pareggiammo con un mio gol. Fu da quel momento che per scaramanzia non potei fare a meno di quella shirt”.

Vogliamo parlare di questo clamoroso uno a uno?

“Vantaggio bianconero con Inzaghi, poi punizione dalla fascia destra di Filippini, la palla è in area,  stacco molto bene di testa e batto Rampulla. Una gioia indescrivibile”.

Veniamo al Lecce…

“Praticamente la mia seconda città. Tre stagioni di cui conservo un ricordo bellissimo e denso di soddisfazioni, alimentate anche dal grande calore di una tifoseria appassionata  e piena di entusiasmo. Tra l’altro, all’esordio con la maglia giallorossa, fu un mio gran gol di testa a pareggiare il vantaggio di Weah del Milan”.

Lecce-Triestina-Lecce, in meno di ventiquattr’ore, spiegaci come andò.

“Con i friulani ero d’accordo su tutto ed anche le due società avevano praticamente chiuso la trattativa. Poi, dopo un consulto familiare decisi di restare nel Salento e potevo farlo anche perché avevo ancora un anno di contratto. Con mia moglie eravamo troppo legati a Lecce per potercene allontanare a cuor leggero”.

Segui la Lega Pro?

“La seguo da lontano ma posso dire qualcosa sul nuovo allenatore proprio del Lecce, Bollini. Ho visto alcuni suoi allenamenti quando era vice di Reja alla Lazio e posso dire che è molto bravo e abile con i giovani”.

E del Lecce attuale cosa ci puoi dire?

“E’ una squadra attrezzata ma non credo possa puntare alla promozione diretta in B dove vedo molto bene il Benevento. Nei play-off, la buona caratura tecnica della squadra può fare la differenza”.

Vogliamo parlare del Savoia?

“Carruezzo ha portato serenità all’ambiente e buoni giocatori. Mi sembra che il Savoia degli ultimi tempi abbia fatto un deciso salto di qualità. Se la società riesce a mantenere i suoi impegni senza scossoni credo che la salvezza possa essere alla portata”.

Chiudiamo con un pronostico?

“Spero in un pareggio. Anche se sulla carta la squadra pugliese si fa preferire”.

(Matteo Potenzieri)





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