L’aria di festa che si respira a fine gara viene parzialmente ‘offuscata’ dall’intervento del direttore generale dei bianchi Eupremio Carruezzo (nella foto) che, al commento sul derby con l’Aversa, preferisce tornare sulla questione Di Nunzio e sulle polemiche che ne sono seguite in settimana. Una scelta tutta ‘personale’ del dirigente torrese, forse poco felice per il contesto e le modalità. Sarebbe stato opportuno trattarla in una conferenza dedicata all’argomento.
“Per la vittoria dovrei essere felice, questa è stata la gara del cuore ma in me ci sono sensazioni contrastanti. Purtroppo non riesco a gioire fino in fondo perché in settimana ho ricevuto accuse pesanti dal procuratore (Augusto Carpeggiani ndr) di Di Nunzio. Mi ha additato come persona poco seria, ma in questa vicenda se c’è qualcuno che ha giocato sporco sono proprio Di Nunzio ed il suo procuratore”.
Carruezzo va giù duro, non ha proprio mandato giù le accuse di Carpeggiani.
“Di Nunzio, nel primo giorno che sono arrivato, mi ha detto che non avrebbe mai più indossato la maglia del Savoia. Da allora ha cominciato un braccio di ferro, consigliato da qualcuno che ha pensato ai propri interessi. Il calciatore a Messina si è rifiutato di partire con la squadra e noi siamo stati costretti a portare 4/5 ragazzi della Berretti. Un comportamento davvero poco professionale che ci ha messo in evidente difficoltà. Poi il 13 gennaio ha mandato un certificato medico, tra l’altro di uno studio legato al padre di Augusto Carpeggiani, il ‘famoso’ Bruno, con il quale ci venivano comunicati dieci giorni di riposo medico per il ragazzo. Trascorso questo periodo ci è stata inviata la messa in mora”.
Carruezzo parla di cifre.
“Il procuratore ha parlato di un importo di retribuzione non riconosciuto al suo assistito. Ebbene dovete sapere che in calce al contratto di Di Nunzio (sottoscritto da Maglione, amico di lunga data dei Carpeggiani ndr) vi era una provvigione di 12.000 euro per consulenza da riconoscere al signor Bruno Carpeggiani, non al figlio procuratore del ragazzo ma al padre, perché in questo modo si aggirava il regolamento vigente. Ed alla fine io ed il Savoia saremmo quelli poco seri”.
Ma non finisce qui, Carruezzo abbatte punto su punto il castello costruito da Carpeggiani.
“Pur di dare seguito alle richieste del giocatore eravamo pronti ad acquisire anche un difensore dal Cosenza che probabilmente non avrebbe neanche trovato spazio in squadra, considerato che il reparto arretrato è quello più completo della rosa. Abbiamo anche proposto una sorta di esodo incentivato per rinunciare ad una parte dello stipendio, ma tutto è stato rifiutato dal calciatore. Una situazione davvero assurda come tante ne ho trovate al mio arrivo con contratti onerosissimi ben al di sopra della media della Lega Pro. Purtroppo molti giocatori si fanno manovrare come burattini da questi procuratori che fanno il bello ed il cattivo tempo con loro e le società di calcio”.
(Giuseppe D’Ambrosio)