16-11-2014 – ‘Uno per tutti, tutti per uno’. Mai come in questo momento l’abusato motto del romanzo ‘I tre moschettieri’ di Alexandre Dumas è il più appropriato per ‘raccontare’ le vicende che stanno riguardando il Savoia. La sconfitta di Matera, settima di stagione in tredici gare, deve chiamare tutti ad una riflessione. In una domenica alla ‘finestra’, nella quale i bianchi guardano cosa fanno le altre, ci pare opportuno effettuare una vera e propria introspezione del rapporto tra il Savoia e la città, tra proprietà, dirigenza, squadra e tifosi. L’obiettivo è quello di cercare un punto comune, partendo dalle divergenze, che possa unire tutte le componenti per non vanificare i mille sacrifici fatti per tornare tra i Professionisti. Bisogna riporre ‘l’ascia di guerra’ per il bene comune: il Savoia.
I NUMERI – Nella nostra analisi partiamo con il dettaglio degli impietosi numeri di queste prime tredici giornate e lo facciamo ‘puntando’ sulla guida tecnica. Già due gli allenatori si sono succeduti sulla panchina. Bucaro è stato in sella fino al 24 ottobre (10a giornata), data della sconfitta interna contro il Martina (1-2). 7 i punti conquistati dall’ex tecnico del Sorrento, un media di 0,7 a gara. Al suo posto è arrivato Guido Ugolotti, allenatore di navigata esperienza, che in tre gare ha ottenuto un solo punto (1-1 all’esordio con il Catanzaro). Per lui la media è ancora più deficitaria: 0,33 a partita. Questo primo confronto già ‘spiega’ un qualcosa che non va. Messi insieme, gli score dei due tecnici hanno portato i bianchi ad otto punti in 13 incontri, con una media di 0,61, in piena zona play out. Comunque si leggano, queste sono cifre da retrocessione e se il Savoia non è fanalino di coda lo deve all’Aversa ed alla Reggina (penalizzata di 4 punti) che stanno facendo a gara per le ultime due posizioni. E’ chiaro, quindi, che è diventato necessario un deciso cambio di tendenza che possa far uscire i bianchi da questa precaria situazione.
LA ROSA – Il Savoia ha uno degli organici più numerosi della categoria. Quattro/cinque elementi in più rispetto alla media delle altre squadre. La politica dei giovani, per ottenere contributi federali, non ha dato i risultati sperati. A questo si aggiunge che i pezzi da ‘novanta’ non si sono dimostrati all’altezza. In sintesi, la qualità dei giocatori, eccezion fatta per qualcuno, è modesta e sul campo si vede. Altri chiacchiericci li lasciamo alla fantasia.
PROPRIETA’/GESTIONE – E’ sotto gli occhi di tutti che il rapporto tra la proprietà, il Consorzio Stabile Segesta rappresentato dall’architetto Manca, e la parte gestionale della squadra, ovvero l’amministratore unico avv. Francesco Maglione, è ai minimi termini. La ‘tentata’ epurazione del dopo Benevento ha creato una frattura insanabile che a lungo andare sta complicando tutto. E’ come se il Presidente avesse un Primo Ministro non di suo gradimento ma del quale non ha possibilità di privarsi.
I TIFOSI – La Curva Sud è divisa. La frattura si è creata con il match di Aversa cui hanno preso parte alcuni gruppi organizzati che, rispetto all’ala più intransigente, ha preferito tesserarsi pur di sostenere la squadra in trasferta. Dalla gara del mercoledì successivo, con il Lecce al Giraud, parte degli ultras si è trasferita nel settore distinti. Da allora è sempre così. I gruppi, comunque, continuano ad incontrarsi per trovare un punto comune e superare le differenze, cosa davvero auspicabile.
UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO – Abbiamo esaminato uno per uno i fattori di ‘crisi’. A questo punto suggeriamo una soluzione che vede nell’unione l’unica via d’uscita possibile dall’attuale empasse del Savoia. La rosa non è all’altezza ma fino alla riapertura del mercato di gennaio non si potrà intervenire. La diatriba societaria è palese. Manca da una parte, Maglione dall’altra, non si parlano. Ognuno di loro è comunque alla spasmodica ricerca di nuovi soci e le scadenze economiche di metà dicembre si avvicinano inesorabili. Il duo Cerruti/Boldoni, scovato da SoloSavoia nonostante le smentite d’ufficio, sembra quello più probabile. Si starebbero valutando anche altre vie per non lasciare nulla di intentato. Entro fine novembre, massimo prima settimana di dicembre, la situazione dovrebbe subire un’impennata decisiva per restituire la giusta serenità economica a tutto l’ambiente. Appurato ciò, non resta che unirsi. Contestare è plausibile, ma adesso a cosa serve? Potrebbe essere controproducente. Ora è più facile criticare che sostenere. Se ognuno resta sulle proprie idee non si va da nessuna parte, anzi si va diritto verso i Dilettanti. Se invece si fa quadrato, almeno per questo mese e mezzo che ci separa dalla riapertura del mercato e dalla definizione del nuovo assetto societario, probabilmente si potrà creare un nuovo entusiasmo nella squadra e in tutta la piazza che non potrà che portare risultati positivi. Fino al termine del girone d’andata ci sono almeno quattro gare alla ‘portata’: al Giraud verranno Cosenza e Reggina, fuori giocheremo con Lupa Roma e Messina. Teniamo da parte i difficili derby con Juve Stabia e Casertana, sulla carta sono proibitivi ma emotivamente aperti a qualsiasi risultato. Sabato si comincia col Cosenza a Torre. Diamo fiducia ai ragazzi, uniamoci, sosteniamo il nostro Savoia perché è in gioco il suo, il nostro futuro: la permanenza in Lega Pro.
(Redazione)