28-10-2014 – L’auspicato cambio in panchina è cosa fatta. L’esonerato Giovanni Bucaro ha lasciato il posto a Guido Ugolotti che da questa mattina è a tutti gli effetti il nuovo allenatore del Savoia. La società ha diramato poco dopo le 9 la nota ufficiale con la quale ha annunciato la nuova guida tecnica. Nel comunicato si evidenzia la ‘sofferta decisione’ presa da Francesco Maglione, legatissimo a Bucaro, riguardo al cambio in panchina. Oggi la presentazione alla squadra, domani quella alla stampa. SoloSavoia ha ascoltato l’amministratore unico dei bianchi che ci ha raccontato il suo rapporto con Bucaro e le ragioni della scelta di Ugolotti, chiudendo con un ‘passaggio’ sul mercato.
IL SALUTO A BUCARO – La nostra intervista parte dal pensiero su Bucaro.
“Con profondo rammarico ho dovuto chiudere l’esperienza di Giovanni (Bucaro ndr) al Savoia. Con lui mi legava non solo un rapporto di ordine professionale ma anche di stima, amicizia ed affetto. Purtroppo sono venute meno le condizioni per il prosieguo. Resto sempre convinto del grande valore dell’uomo Bucaro, professionista esemplare. Vi confesso che prendere una decisione del genere nei confronti di un amico fa molto male. Ho dovuto mettere da parte i sentimenti in questa difficile scelta”.
LA SCELTA DI UGOLOTTI – Nel comunicato che ha ufficializzato l’arrivo di Ugolotti si è sottolineata la preferenza del nuovo tecnico al Savoia rispetto altre offerte, su tutte quella del Cosenza che aveva intenzione di affidare al trainer toscano il dopo Cappellacci in un lunedì di rivoluzioni nel girone ‘C’ della Lega Pro. Ieri, infatti, si sono registrate con anche le dimissioni del presidente dell’Ischia Taglialatela.
Maglione ci spiega la sua scelta.
“Se non mi fossi impegnato con Bucaro tempo addietro, avrei ingaggiato Ugolotti già ad inizio stagione quando la Casertana non lo aveva confermato. Ci rivediamo oggi, per iniziare un cammino comune”.
L’amministratore rivela l’aneddoto che lo ha portato a ‘stravedere’ per Ugolotti.
“Era il maggio 2007. Andai con l’Avellino a San Benedetto del Tronto. La Sambenedettese, allenata da Ugolotti, era già salva, noi ci giocavamo la promozione diretta in B. Era la terza gara di Vavassori sulla nostra panchina dopo che avevo esonerato Galderisi. Fu una partita tesissima. Mi sorprese la voglia, la compattezza e lo spirito di gruppo di quella squadra che, nonostante non avesse più nulla da chiedere al campionato, giocò con un profondo spirito di lealtà sportiva. Perdemmo 1-0 e quella sconfitta ci costò il primo posto. Avremmo poi vinto i play-off accedendo alla cadetteria. Ma ciò che mi colpì fu la preparazione di quella partita da parte di Ugolotti. In quel momento mi ripromisi di che le nostre strade si sarebbero nuovamente incrociate nello stesso club”.
Poi?
“L’anno dopo andai a Benevento che già aveva Simonelli in panchina. Non potei fare nulla. Ma ricordo che portai nel Sannio il difensore argentino Manuel Landaida di quella Sambenedettese. Poi andai a Bologna e persi i contatti con Ugolotti. Oggi li ho ripresi, convinto che porterà la giusta carica in questa squadra”.
MERCATO – La rosa è ancora numerosa.
Avete intenzione di sfoltirla?
“Ho dato mandato al direttore Obbedio di ridurre il numero dell’organico di 4/5 unità. Dobbiamo restare in 24, massimo 25 giocatori”.
Questo potrà consentirvi di attingere al mercato nella finestra che si aprirà a gennaio?
“E’ ancora prematuro per parlarne. Ci attendono due mesi intensissimi nei quali dovrà essere ricostruito un gruppo coeso, fondamentale per la nostra permanenza in categoria. Poi, insieme al tecnico, valuteremo cosa fare. Ora è ancora presto”.
Come dire, tutti sotto esame, non solo sotto l’aspetto prettamente tecnico ma anche sul piano comportamentale. Una nuova fase della stagione è cominciata, speriamo porti a qualcosa di positivo.
LO STAFF – Ugolotti porterà con se solo il secondo Fabio Andreozzi che prenderà il posto di De Rosa che ha lasciato i bianchi insieme a Bucaro. Confermato tutto il resto dello staff: preparatori atletici (Tulino e Capistrano), dei portieri (Ammendola) ed il diesse Obbedio.
(Alfonso Caracciolo)
