27-10-2014 – Crisi Savoia, di chi le responsabilità? Società, allenatore o squadra? Sono loro ad essere finiti sotto l’occhio del ciclone dopo l’ennesima brutta figura rimediata in questa prima parte di stagione. L’1-2 contro il Martina ha accentuato i problemi emersi finora. Restano ancora 28 partite alla fine del campionato, tutto è possibile, ma per arrivarci nella maniera giusta non si può prescindere da qualche importante novità. Abbiamo così deciso di lanciare un nuovo sondaggio per coinvolgere direttamente il popolo biancoscudato in quest’opera di ‘sistemazione’. Ma prima leggiamo i numeri, impietosi nella loro freddezza, dopo le prime dieci giornate.
I NUMERI DELLA CRISI – 7 punti in classifica, terz’ultimo posto in compagnia di Ischia e Cosenza, piena zona play out. 8 i gol realizzati, 13 quelli subiti. Due rigori su due falliti. Secondo peggior attacco dopo quello dell’Ischia, tra le difese più perforate del torneo. Più punti conquistati fuori (4) rispetto alle gare interne (3) dove si registra lo zero nella casella vittorie. Se le partite terminassero nei primi 45 minuti, il Savoia sarebbe addirittura quinto con 17 punti e ben cinque vittorie all’attivo. Purtroppo non è così, leggendo i secondi tempi i bianchi sarebbero ultimi con 7 punti. Ben 10 persi per strada in corso di gara che la dicono lunga sulla pessima tenuta psico/fisica degli uomini guidati da Giovanni Bucaro.
IL SONDAGGIO – Questa la domanda che rivolgiamo ai nostri tanti ed affezionati ‘tifosi’:
CRISI SAVOIA, DI CHI LE RESPONSABILITA’?
- · SOCIETA’
- · ALLENATORE
- · SQUADRA
Un quesito che un pò tutti si stanno facendo per individuare chi, più degli altri, è responsabile di questa situazione. ‘Vox populi, vox dei’. Prendendo spunto da un noto adagio latino siamo certi che le risposte che giungeranno in redazione, alla fine, individueranno le esatte ‘colpe’.
Per ‘facilitare’ il compito dei nostri ‘internauti’ analizziamo nel dettaglio le singole componenti.
SOCIETA’ – Dopo Savoia-Benevento è scoppiata la crisi societaria. Una vera e propria spaccatura di idee e di gestione tra il presidente onorario Quirico Manca, che dall’uscita forzata di Lazzaro Luce dalla società ha guidato il Savoia alla promozione prima e all’iscrizione in Lega Pro poi, e l’amministratore unico Francesco Maglione cui lo stesso Manca si era affidato. Da quel momento le divergenze si sono acuite fino alla netta divisione tra proprietà (il Consorzio Stabile Segesta il cui presidente è Manca) e gestione della squadra (attribuita unicamente a Maglione). Il lungo tira e molla ha ovviamente portato ad un malumore generale dell’intera piazza che chiede trasparenza e chiarezza di programmi, oltre che tranquillità economica. Non si escludono anzi si auspicano importanti novità, perché con questa vera e propria ‘guerra’ societaria non si va proprio da nessuna parte.
ALLENATORE – Giovanni Bucaro è stato personalmente scelto da Francesco Maglione che, uno dopo l’altro, si è disfatto dell’intero staff tecnico che ha portato il Savoia in Lega Pro. Prima Feola ed il suo secondo Suppa, poi il preparatore atletico Fucci. L’unico a restare è stato l’allenatore dei portieri Ammendola. Curiosità: ieri, a Sorrento. Feola, Suppa e Fucci hanno esordito sulla panchina dell’Akragas. Risultato? Gli akragnatini hanno vinto 2-1 con doppietta di Peppe Meloni! Roba da mordersi le mani. Torniamo al presente, a Bucaro. Il tecnico siciliano, il cui curriculum non è certo esaltante, non sembra proprio aver dato un’impronta alla squadra che manca di carattere, determinazione, compattezza. I problemi fisici e mentali, Scarpa e compagni se li portano avanti dall’esordio in Coppa Italia e dopo oltre due mesi nulla è stato fatto. 4-3-3-, 3-5-2, 3-4-3, tutti moduli ‘provati’ da Bucaro che hanno dato poco o nulla in termini di punti. Così come non è apparsa serena la gestione della rosa, quasi 30 giocatori con molti mugugni per coloro che sono rimasti fuori in più occasioni. I ‘casi’ Gargiulo, Corsetti e Panariello ne sono l’esempio più evidente. Bucaro non pensa a dimettersi, lo ha confermato nel post gara con il Martina. La società al momento non si è pronunciata. Solo un esonero potrebbe allontanare il tecnico con il suo staff dal Savoia. La palla è unicamente nelle mani di Francesco Maglione che, a quanto ci è dato sapere, sta riflettendo con attenzione sul da farsi dopo che lo stesso amministratore si era messo di traverso, confermando Bucaro, quando Manca aveva deciso di cambiarlo a seguito della sconfitta con il Benevento.
SQUADRA – Veniamo ai giocatori. Una rosa lunghissima. Tanti, troppi che si fa fatica a conoscerli tutti. Come faranno a utilizzare un solo spogliatoio? Battute a parte, è ovvio che un organico troppo ampio non è gestibile. Sembra che all’interno del gruppo serpeggino malumori latenti che la mancanza di risultati alimenta sempre più. Quello che sembra mancare è la coesione del gruppo. I giocatori in campo non si parlano, solo contro l’Aversa si è vista una squadra compatta, vogliosa e determinata e, guarda caso, è arrivata la vittoria, poi nulla più. Anche chi finora ha tirato avanti il ‘carro’, vedi Scarpa, sta accusando una giustificabile stanchezza psico/fisica. I due rigori sbagliati lo evidenziano. La difesa va avanti a fasi alterne. L’unica sicurezza è rappresentata da Santurro che, dopo un inizio problematico, ha fatto emergere le proprie indiscusse qualità. Per il resto il solo Rinaldi sembra più continuo. Di Nunzio, Sabatino, Checcucci, Sirigu e Cremaschi a turno ne hanno combinate di cotte e di crude. A centrocampo i problemi non mancano. Malaccari, fedelissimo di Bucaro dai tempi dell’Avellino, non convince. Sanseverino non è apparso il grande talento fatto passare al momento dell’acquisto. Gallo è riuscito a dare un valore aggiunto in termini di quantità. Poi tanta alternanza di prestazioni per gli altri, con Gargiulo messo da parte e Calzi arrivato a Torre già con problemi fisici. L’attacco è la nota dolente più lampante. Di Piazza, D’Appolonia e Del Sorbo non pungono, per non parlare di Cipriani visto solo a sprazzi. Corsetti, eccezion fatta che per la positiva parentesi contro il Melfi, non è stato più utilizzato. Se a questo aggiungiamo che i giocatori vivono poco la città, l’unica occasione la si è avuta con il corteo del 22 ottobre, possiamo pensare che il poco ‘legame’ con l’ambiente circostante non abbia creato quell’empatia tra tifosi e calciatori, da sempre uno dei punti di forza di chi ha indossato questa maglia.
(Redazione)