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GRAZIE PROF. Fucci: “Quante emozioni, ho il magone…” L’anima dello spogliatoio sceglie SoloSavoia.it per il saluto al popolo torrese. “Dopo Genoa e Benevento, onorato di far parte della storia di questo club”

GRAZIE PROF. Fucci: “Quante emozioni, ho il magone...”

16-07-2014 – Tra le tante figure che hanno caratterizzato lo storico campionato vinto, una di quelle che ha maggiormente raccolto i favori della piazza, identificandosi con la città ed il suo tessuto con profonda carica umana e professionale, è stato Armando Fucci (nella foto), per tutti il ‘prof’. Non solo un preparatore atletico ma un vero e proprio punto di riferimento per l’intero gruppo. Sempre prodigo di consigli e perle di saggezza, Fucci ha ‘scelto’, così come aveva fatto Feola, SoloSavoia per salutare Torre Annunziata ed il Savoia. Noi ben volentieri abbiamo accolto la sua richiesta, appurando una forte amarezza di fondo per la mancata riconferma ma, allo stesso tempo, una signorilità ed educazione, non sempre riscontrabile nel mondo del calcio, nell’accettare con la giusta filosofia l’interruzione del rapporto.

L’ANIMA DELLO SPOGLIATOIO – Una delle immagini più belle del prof. è quella che si è ripetuta ogni domenica, prima della gara, con il discorso per caricare i giocatori.

Un motivatore nato, apprezzato da tutti.

“In quei brevi discorsi cercavo di dare la giusta carica e gli stimoli a seconda dell’avversario. Ad Agrigento, Cava e Battipaglia ho dato il meglio di me stesso con parole forti. Tutti mi hanno ascoltato e questo mi ha inorgoglito”.

GRANDE FEOLA – La forza di un gruppo viene da lontano.

Nel Savoia dello scorso anno era evidente lo stretto legame tra i componenti dello staff tecnico.

“Si è creata un’empatia quasi immediata tra tutti noi. In primo luogo ci tengo a sottolineare il grande spessore morale di Vincenzo Feola. L’ho conosciuto al mio arrivo a Torre. All’inizio poteva sembrare un po’ burbero, chiuso in se. Invece è una persona splendida che mi ha dato grande fiducia nel lavoro che io credo di essere stato in grado di ricambiare. Posso dire che al Savoia ho dato tanto, ricevendo tanto da molti”.

VITTORIA NON SCONTATA – Fucci tiene a sottolineare il valore della vittoria in campionato.

“Dall’esterno sembrava tutto facile. Ma vi assicuro che non è stato così. In primo luogo noi siamo stati gli unici a dichiarare dall’inizio di essere la squadra da battere. Gli altri si sono nascosti. Su tutti l’Akragas che fino alla domenica prima dello scontro diretto in Sicilia diceva di volersi salvare, per poi alzare il tono nell’immediata vigilia del match dell’Esseneto, quando erano convinti di batterci. Tutto ciò ha creato pressioni e tensioni non semplici. Eppure siamo riusciti a gestirle sapientemente non lasciando trapelare eventuali problematiche”.

In questo per il prof, l’architetto Manca ha avuto un ruolo fondamentale.

“Subito dopo Feola ed ovviamente il patron che mi ha voluto a Torre, il mio sentito grazie va a Quirico Manca. Con lui si è instaurato subito un rapporto franco e di reciproca stima. Per noi è stato un’ancora di salvezza dopo la drammatica situazione che aveva colpito il presidente. Da quel momento è stato il punto fermo per tutti, me compreso”.

ALLENAMENTO INTEGRATO – Uno dei segreti del Savoia targato Fucci è stata la perfetta condizione fisica della squadra dall’inizio alla fine.

Pochissimi gli infortuni. Un plauso al suo metodo di lavoro.

“Non vorrei sembrare immodesto ma quando sono arrivato al Savoia ho volontariamente adeguato la metodologia di lavoro al modulo prescelto dall’allenatore. I ragazzi hanno studiato sul 4-2-3-1 non soltanto dal punto di vista tattico ma anche sotto l’aspetto fisico. Il nostro era un allenamento integrato con al centro la partita nella quale davamo la massima espressione di noi. Ogni giocatore è stato seguito con scrupolo. Non dimenticate che, eccezion fatta per gli under, l’età media della squadra superava i 30 anni. Eppure, rispetto alle statistiche degli infortuni muscolari che si patiscono sul sintetico, che in ambito UEFA sono di circa 25 all’anno, noi abbiamo riscontrato solo 3 infortuni di tal genere e gli over correvano come ragazzini. Su tutti il capitano. Scarpa è stato un esempio di professionalità da rendere come modello”.

FLASH DI UN SUCCESSO – Con Fucci ripercorriamo i momenti ‘top’ della sua esperienza a Torre.

La città mi ha subito adottato. Non ho avuto nessun problema di adattamento. La gente è stata gentile con me dal primo momento. Nessuna scortesia, solo tanto rispetto e passione per la squadra. In questi 10 mesi col Savoia conserverò tanti piccoli momenti. Dal ritiro di Fara San Martino, ai 500 venuti fino a Gubbio per la Coppa Italia. Poi la presentazione con i 4000 al Giraud. Gli emozionanti ritorni dopo le trasferta di Battipaglia, Cava ed Agrigento. E ancora i 7000 contro la Battipagliese. Poi la festa per le strade. Preferisco fermarmi perché mi sta venendo il magone a ricordare tutti ciò”.

Quanto è dispiaciuto di non poter continuare l’avventura col Savoia?

Tanto, lo ammetto. Ero convinto di restare qui. Questa forse è stata la mia presunzione, quindi un errore. Non avevo messo in cantiere di andare via. Per questo non mi sono guardato intorno. Anzi un mese fa ho rifiutato una squadra di B perché ritenevo di proseguire. Ma questo è il calcio ed io che sono un uomo di sport lo accetto con assoluta serenità e rispetto nei ruoli. E poi mai dire mai, un giorno magari potrei tornare qui”.

NELLA STORIA – Fucci evidenzia come il suo nome resterà indelebile nel libro dei ricordi del Savoia.

“A Benevento si sono vinti solo 2 campionati professionistici nel 1999 e nel 2007 ed entrambe le volte ero il preparatore atletico. Con il Genoa ho festeggiato i 110 anni di storia. Al Savoia ho contribuito al ritorno tra i Professionisti dopo 13 anni di sofferenze. Posso dire di essere nella storia di questi club. Come dicono i filosofi francesi, siamo riusciti a mettere ‘La Chiesa al centro del villaggio’. Ora bisogna conservare quanto conquistato”.

PERCHE’ SOLOSAVOIA – Il prof. ci tiene a spiegare perché abbia scelto proprio SoloSavoia per il suo saluto alla città.

“Nel momento in cui ho saputo di andare via ho pensato al modo per salutare tutti. Ho voluto che avvenisse attraverso il vostro sito perché avete dimostrato dal primo momento di essere inseriti perfettamente nel tessuto del Savoia e della gente. Avete curato tutto con profondità e vera informazione senza mai fare pettegolezzi. Ci avete seguito in casa e fuori con passione innata. Questa è la sintesi del vostro operato. E poi il nome del vostro sito è un vero biglietto da visita che altri non hanno. Tutto qua. E lo dico per esperienza di anni di calcio svolto in grandi piazze e per il grande seguito che siete riusciti ad ottenere”. 

(Giovanni Caracciolo)





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