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GIOVANNI BUCARO. Il nuovo condottiero dei bianchi Una lunga esperienza da calciatore prima di diventare allenatore. ‘Scuola Zeman’ è il tecnico scelto da Maglione: “Sarei onorato di guidare il Savoia”

GIOVANNI BUCARO. Il nuovo condottiero dei bianchi

31-05-2014 – In settimana mister Feola si è congedato dal Savoia e dai tifosi ‘scegliendo’ SoloSavoia.it per il suo sentito saluto. Oggi, è il più che probabile nuovo tecnico a presentarsi alla città attraverso le pagine del nostro portale. Parliamo ovviamente di Giovanni Bucaro (nella foto), palermitano classe ’70, con una lunga carriera da calciatore ed esperienze di rilievo in panchina. Per lui l’arrivo al Savoia resta, per ora, al condizionale. Non può confermarci la chiusura della trattativa, è giusto così, ma ormai è l’uomo scelto dal diggì Maglione per guidare i bianchi nel prossimo campionato. Conosciamolo meglio.

CHI E’ BUCARO – Nasce a Palermo il 20 novembre 1970. Una lunga carriera da calciatore per un difensore che si è saputo imporre agli onori della cronaca nel Foggia dei ‘miracoli’ di Zeman del triennio 1993-‘96. Sorrento, Modena, Spal, Ascoli ed Avellino le sue altre esperienze sul campo. Poi il passaggio alla panca con Ascoli e Salernitana da vice,  dopo il Campobello di Mazara. Ma il suo esordio come allenatore in prima in D è col Pomigliano nel 2007. Dopo Manfredonia, Juventus Primavera (con i buoni uffici di Maglione), Avellino e Sorrento. La scorsa stagione un anno ‘sabbatico’. Adesso è atteso al grande ritorno sulla panchina del Savoia.

MI MANDA ZEMAN – Chi ha calcato il terreno di gioco sotto la guida del tecnico boemo resta ‘folgorato’ dal suo modo di intendere il calcio.

Anche per Bucaro è stato così.

“In tanti vengono etichettati zemaniani per aver avuto un’esperienza con il mister. Io sono onorato di aver appreso e fatta propria la sua idea del gioco del calcio. Ritengo che in Italia non ci sia nessuno come lui. Per me è un onore aver acquisito i suoi concetti come vera e propria scuola di vita ancor prima che tattica. Con lui ho vissuto gli anni più intensi e belli della mia carriera. Non li dimenticherò mai”.

Poi il ritiro nel 2003 con l’Avellino e lo ‘scambio di testimone’ con Zeman.

“Quell’anno lasciai il calcio e nella stagione successiva arrivò Zeman. Con Casillo presidente, tutti sapevano che sarebbe arrivato lui in biancoverde. Per me, averlo salutato ed aver subito iniziato l’avventura di allenatore, ha rappresentato un momento fondamentale, quasi un passaggio del testimone”.

IL CREDO TATTICO – Le squadre dirette da Bucaro sono protese ad imporre il proprio gioco.

Il mister ci spiega il motivo.

“Io sono dell’idea di dare una propria identità alla squadra che dirigo. E’ semplice difendersi ed attendere l’avversario. Non lo è, invece, imporsi e mostrare di essere in grado di dar vita ad un calcio bello e costruttivo. Io ci credo e nella mia prossima avventura farò così”.

L’INCROCIO COL SAVOIA – Il mister è ben attento a parlare al condizionale quando gli lo si accosta al Savoia.

Se dovessi essere chiamato sarei onorato di guidare il Savoia. Ed uno dei motivi che mi spingerebbe ad accettare sarebbe costituito dal pubblico. Ricordo ancora quando giocai al Giraud con l’Avellino. Loro erano primi in classifica. Disputammo quella gara di lunedì sera ed il Savoia di Morgia era sospinto dall’entusiasmo di tutto lo stadio, migliaia di persone legate da tanta passione per i propri colori, uno spettacolo unico. Riuscimmo a vincere quella partita e farlo in una bolgia del genere costituì una gran prova di carattere”.

BUCARO E LA RIFORMA DELLA C – Di certo il prossimo mister del Savoia non è uno che le manda a dire.

Quando gli chiediamo cosa pensa della riforma della C Unica non ha dubbi nel ‘bocciarla’.

“Il primo anno sarà caratterizzato da tanto entusiasmo perché il nuovo intriga sempre. Ma il pericolo è dietro l’angolo perché dopo l’iniziale voglia di scoprire la riforma, in tanti rischieranno di rimanere impelagati per troppo tempo nella terza serie perché nei tre gironi ci sarà una sola promozione e la quarta uscirà dai play-off intrecciati di tutti i raggruppamenti. Io avrei preferito che restasse il cuscinetto della Seconda Divisione. Staremo a vedere anche se sono convinto di quel che penso pure perché piazze importanti, con tante ambizioni, a lungo andare potrebbero stancarsi di restare in C, col rischio addirittura di retrocedere direttamente nei Dilettanti”.

GRANDE FEOLA – Quando commentiamo con il mister il saluto che Feola ha tributato su SoloSavoia alla tifoseria, è lui stesso ad esprimere la gratitudine per quanto fatto.

Enzo è una persona di grande qualità. Lo conosco da una vita, ci ho giocato insieme a Sorrento ed è sempre stato un uomo tutto d’un pezzo. In questo ci assomigliamo molto. Né io, né lui, ci proponiamo, non sappiamo venderci come magari fanno altri. Per noi parlano i fatti. Lui ha vinto questo difficilissimo campionato, è gli va tributato un enorme grazie. Di me qualcuno dirà che non ho vinto niente. Se si intende per successo di un campionato siamo d’accordo ma se guardiamo oltre e vediamo le squadre che ho allenato, con gli obiettivi prefissati, posso dire di aver centrato sempre ciò che mi è stato chiesto”.

Da quanto non sente Feola?

“In questi anni ci siamo sentiti diverse volte anche per parlare di giocatori. Da tempo non lo sento. In questa stagione non è mai capitato”.

IL FUTURO – Prima di chiudere quest’intervista al prossimo tecnico del Savoia, un passaggio sul futuro è d’obbligo.

Mister tra lei e il Savoia sembra esserci il Foggia. Cosa ci dice?

“Ho letto questa notizia anch’io. Non c’è nulla, se non la soddisfazione che una squadra di rango sia interessata a me, peraltro dopo un anno di stop voluto nel quale sono stato alla finestra non perchè nessuno mi abbia cercato ma per il fatto che non mi sono ritrovato nei progetti di chi si è proposto”.

Col Savoia il progetto è quello giusto?

Non posso dire nulla. Ripeto che la piazza di Torre Annunziata è una di quelle nelle quali si vive calcio vero e per uno come me sarebbe perfetta. Ma da qui a dire che sarò io ad allenare il Savoia ce ne passa”.

Di certo incontrerebbe un suo grande estimatore, il direttore Maglione.

“L’avvocato Maglione ha sempre parlato bene di me, è un gran conoscitore di calcio. Sarebbe gratificante lavorare con lui”.

Allora non ci resta che dirle: “A presto mister…”

“A Presto”.

(Giovanni Caracciolo)





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