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LA CURIOSITA’. La serie D nel segno del Savoia Tre capoliste di IV serie sono guidate da ex tecnici dei bianchi: Morgia, Agovino e Foglia Manzillo. Il loro amarcord su SoloSavoia.it

LA CURIOSITA’. La serie D nel segno del Savoia

03-04-2014 – La serie D nel segno del Savoia. Spulciando le curiosità relative ai nove gironi della quarta serie abbiamo ‘scoperto’ che  tre delle capoliste sono guidate da tecnici che hanno un passato sulla panchina dei bianchi. Ci riferiamo alla Pistoiese, dominatrice incontrastata del raggruppamento ‘E’, condotta da Massimo Morgia, al Terracina primo della classe nel girone ‘G’ con alla guida Massimo Agovino, fino ad arrivare al Marcianise capofila del gruppo ‘H’ che in Antonio Foglia Manzillo ha il suo ‘mentore’. Se a questi aggiungiamo il ‘nostro’ Savoia prontissimo al salto di categoria con mister Feola sulla panca, possiamo davvero dire che la serie D ‘parla’ torrese. Di questa originale curiosità ne abbiamo parlato con i protagonisti. Morgia, Agovino e Foglia Manzillo sono stati ben lieti di intervenire su SoloSavoia.it perché, si dica quel che si vuole, ma chi passa per Torre Annunziata lascia molto più di un semplice ricordo dell’ambiente biancoscudato. Questa è la netta percezione che abbiamo avuto nell’ascoltare i nostri interlocutori.

SPETTACOLO A PISTOIA – Probabilmente quello allenato da Massimo Morgia è stato uno dei Savoia più spettacolari della storia. Una squadra pimpante, bella a vedersi. Leggendario il 5-1 rifilato al Palermo nel fortino del Giraud. Purtroppo, destino volle che quello fu anche l’ultimo anno del glorioso vessillo bianco che l’estate successiva sarebbe stato cancellato dalla geografia del calcio col passaggio da Moxedano a Pane.

Siamo nella stagione 2000/2001, il Savoia è appena retrocesso dalla serie B e la panchina viene affidata al tecnico romano, proveniente dall’altalenante esperienza di Palermo.

“Fu una stagione molto particolare che ricordo per il grande rimpianto di non aver regalato a Torre la vittoria. Probabilmente, la causa è da ricercare proprio nel fatto che non ci era consentito di vivere la città dalla dirigenza di allora che aveva come base di riferimento Mugnano. Questa fu una limitazione determinante. Ecco, facendo una sorta di paragone, probabilmente, al di là del valore di tecnico e squadra di quest’anno, la possibilità che hanno i giocatori dell’attuale Savoia di vivere con maggior intensità la gente, ha fatto si che la vittoria finale divenisse una piacevole realtà”.

Morgia ha visto in tv le immagini della festa contro la Battipagliese.

“Che dire. I tifosi sono eccezionali. 7000 persone in D si vedono da pochissime altre parti. Sono davvero contento che il Savoia sia vicinissimo al ritorno tra i professionisti e consentitemi di rivolgere un saluto di vero cuore a tutti i torresi”.

Passaggio obbligato riguarda la sua attuale squadra. Con la Pistoiese Morgia sta facendo grandi numeri. 70 punti in graduatoria, 12 più della seconda (maggior divario di tutti i gironi). Per l’allenatore ex Juve Stabia sembra la volta buona per vincere il suo primo campionato.

“Ci siamo quasi. Come il Savoia aspettiamo la matematica. Ma di certo mi posso ritenere soddisfatto dei ragazzi. La società mi ha chiesto di essere una sorta di manager ed io ho trovato in questa nuova esperienza stimoli importanti. Non solo guido la prima squadra ma mi occupo anche del settore giovanile. Purtroppo allo stadio vengono non più di 1000 persone e questo dispiace in quanto, con pochi soldi, abbiamo fatto un lavoro eccezionale ed avremmo meritato un maggior seguito”.

L’anno prossimo?

“Non lo so ancora. Mi siederò al tavolo con i dirigenti e vedremo. Sono un ambizioso di natura e solo se il progetto sarà consono alle mie aspettative resterò, altrimenti cambierò aria. Per ora godiamoci questi piacevoli momenti”.

TERRACINA DI RINCORSA (A cura di Matteo Potenzieri) – Approfittando, nell’ultimo turno di campionato, dei pareggi di San Cesareo e Lupa Roma, il Terracina di Massimo Agovino, con il successo in trasferta contro il Maccarese, si è ritrovato primo in graduatoria con lo stesso San Cesareo. Quella di Agovino con i bianchi è stata una storia agitata. Giunto sulla panchina nel marzo 2007, dopo l’addio di Anastasio, il tecnico ex Terzigno guidò la squadra fino alla finale play-off persa col Siracusa. L’anno dopo un Savoia ambizioso non riuscì a mantenere le promesse estive e per Agovino ci furono le dimissioni ad ottobre (poi rientrate dopo la parentesi di Aita), il ritorno contraddistinto dalla vittoria sul campo della capolista Barletta ed il definitivo esonero durante le vacanze natalizie che segnarono l’arrivo si Sergio La Cava il 28 dicembre 2007.

Lo “becchiamo” a Coverciano dove è intento a seguire un corso per allenatori.

Massimo, è arrivato il tuo momento?

Me lo auguro anche perché penso di meritarlo. Ho sofferto molto nel corso della mia carriera e nessuno mi ha mai regalato niente. Quello che mi dispiace, e lo dico con grande amarezza, è che per fare bene ho dovuto lavorare fuori dalla mia terra”.

Chi o qual è l’asso nella manica del Terracina?

Un gruppo che, pur nella difficoltà del momento, è teso verso un unico obiettivo: la promozione. Pensa che il presidente della Lupa Roma, recentemente affrontata, ci ha detto che dovrebbero farci una statua per l’ardore e la combattività che mettiamo in campo”.

E’ vero che il Terracina ha cercato alcuni uomini della rosa attuale del Savoia? 

“So per certo che il mio predecessore Bacci aveva richiesto Meloni. Ne conosceva bene le qualità per averlo avuto quando allenava l’Olbia”.

Come giudichi il Savoia?

E’ una squadra di livello assoluto. A mio parere, la migliore della serie D in quanto a qualità. Per non parlare della società che, a quanto mi dicono, ha un’organizzazione di altissimo livello”.

Parlaci un po’ della tua parentesi a Torre Annunziata.

“Dico sempre che chi ha allenato il Savoia è pronto anche per il Real Madrid. E non scherzo. Torre Annunziata è stata una parentesi eccezionale sotto l’aspetto formativo, tali e tante sono le pressioni che si devono sopportare e controllare. Il primo anno è stata una splendida cavalcata. Nel secondo mi sono affossato da solo perché ho portato in campo i miei problemi personali. Non ho trasmesso serenità ai giocatori, cosa gravissima per un allenatore. Paradossalmente direi che l’esonero è stata una liberazione. Nonostante tutto, però, confermo che il periodo trascorso al Savoia mi ha fatto crescere e l’esperienza accumulata mi è servita per fare bene in seguito, come testimoniano i quattro splendidi anni vissuti in Molise”.

Ci vediamo nel corso della poule scudetto?

Magari, sarebbe fantastico”.

Guarda che se vieni al Giraud perdi.

Sarebbe bello uguale!!!”.

SORPRESA MARCIANISEMatera, Taranto, Monospolis, Turris e Brindisi. Il girone ‘H’ è composto da vere e proprie corazzate, eppure, l’ape operaia Maricanise,  zitta zitta è tornata in testa alla graduatoria con 54 punti, due in più del Matera sconfitta nel big match di Taranto. Antonio Foglia Manzillo senza troppo rumore ma con il lavoro e l’abnegazione è riuscito a costruire un piccolo grande miracolo nel casertano. Comunque si chiuderà il torneo, la vera sorpresa è stata proprio il Marcianise. Per l’ex allenatore del settore giovanile del Savoia, una breve parentesi con la prima squadra nella stagione 2004/05 sembra essere bastata per lanciarlo in una carriera che sta dimostrando di meritare a pieno titolo.

Mister cosa ne pensi di questa ‘D’ nel segno del Savoia?

“Ora che mi ci fai pensare devo ammettere che è proprio una cosa simpatica. Sarebbe bello che l’attuale situazione permanesse fino alla fine”.

Di certo il Marcianise non è partito coi favori del pronostico.

“Assolutamente no. Figuratevi che al momento della composizione dei gironi si cercava di individuare le sei squadre meno competitive di noi, per fare in modo di evitare i play-out. Questo la dice lunga sulle nostre prospettive”.

Poi il ‘brutto anatroccolo’ sulla carta di è trasformato in ‘cigno’ alla prova dei fatti.

“E’ proprio così. Abbiamo iniziato alla grande sia in campionato che Coppa. All’inizio vincevamo tutte le gare con ampio punteggio. Il successo sulla Turris per 4-3 ci ha fatto capire che eravamo davvero competitivi, poi la vittoria a Matera ci ha consacrati”.

Anche in Coppa avete fatto bene, fin quando non è giunto il Savoia.

“Quella è stata una partita in agrodolce, amara per l’eliminazione, dolcissima perché siamo usciti a testa alta dal campo. Gli applausi dello stadio lo hanno dimostrato. Quella serata ha segnato in meglio la nostra stagione”.

Ricordi di Torre. Una parentesi breve da tecnico della prima squadra, tre giornate dopo l’esonero di Chiappini, poi tre anni di juniores con la conquista del titolo di Campione d’Italia sotto la presidenza Matachione e la parentesi di secondo di Ricciardi.

Uno score di tutto rispetto.

“Ho vissuto la città per tre anni e posso dire che chi siede in panchina a Torre si sente allenatore a tutti gli effetti. La città vive di calcio e ti fa sentire parte di se. Un onore aver cominciato la mia carriera con il Savoia che ha rappresentato un trampolino di lancio unico”.

Mister, ci diamo appuntamento all’anno prossimo in Lega Pro?

Il Savoia già c’è in Lega Pro e questo mi fa enormemente piacere. Noi dovremo lottare ancora per averla vinta ma sarebbe bellissimo affiancarci ai bianchi in questo vero e proprio sogno”.

(Giovanni Caracciolo)





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