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FUTURO. Manca-Simonetti, messaggi a distanza Il ds vicino all’accordo col Taranto: “Poco dialogo con l’attuale dirigenza”. La replica dell’architetto: “Dichiarazioni fuori luogo, presenti un progetto serio”

FUTURO. Manca-Simonetti, messaggi a distanza

27-03-2014 – Nonostante il Savoia si stia avviando ad una storica promozione con un entusiasmo dilagante che sta andando ben oltre i confini della città (grazie anche alla diffusione mediatica del match con la Battipagliese su Sky) c’è qualcosa che non va. Un malumore covato dentro da un po’ di tempo che proprio nell’approssimarsi del traguardo sembra pronto ad esplodere. Le dichiarazioni del diesse Simonetti evidenziano questo malcontento e, ormai, sono cosa pubblica. Per questo abbiamo deciso di ascoltare il ‘diretto interessato’ anche alla luce delle insistenti voci che lo vorrebbero già accasato con il Taranto per il quale starebbe già costruendo la squadra del prossimo anno. Subito dopo, per ‘par condicio’ e completezza di informazione, abbiamo interpellato l’architetto Manca, amministratore unico del Savoia. Un botta e risposta forte e determinato. L’interpretazione la lasciamo ai nostri lettori, limitandoci a registrare la cronaca degli eventi che vede nelle dichiarazioni dei protagonisti poca diplomazia e molta concretezza.

SIMONETTI AL TARANTO? – Alcune voci ben fondate, rimbalzate dalla Puglia, danno Tonino Simonetti già accasatosi con il Taranto. Ci è sembrato ovvio, pertanto, chiedere al diretto interessato lumi su questa vera e propria “bomba” di mercato.

Direttore, il Savoia fa parte già del suo passato?

“Assolutamente no. Non ho preso accordi con nessun club. La mia priorità è il Savoia e sarei contentissimo di poter continuare a fare calcio in questa città dove credo di aver fatto bene. Attendo di sedermi attorno a un tavolo con gli attuali dirigenti e discutere sui programmi della prossima stagione. Qualora dovessi valutare che il mio progetto non coincidesse con quello della società, allora, e solo allora, guarderei altrove”.

LA POLEMICA – Perché parla di “attuali dirigenti”? Nonostante l’assenza di Luce, la società appare compatta e determinata al raggiungimento degli obiettivi iniziali.

“Non è proprio così. Io sono molto legato al presidente che in più occasioni mi ha dimostrato la sua stima al punto da affermare che senza di me non avrebbe fatto calcio. Evidentemente si fida del mio operato. Svolgo questa attività da quarant’anni, ho un po’ di esperienza. Con l’attuale società ho un buon rapporto, tuttavia mi sarei aspettato una maggiore gratificazione per il lavoro svolto e per i risultati raggiunti. Invece, noto freddezza, mi parlano poco, non mi dicono cos’hanno in mente. E questo mi dispiace”.

C’è qualcuno o qualcosa che sente come ostacolo?

Sono abituato a lavorare da solo, senza intromissioni. Ad ognuno il proprio ruolo nel rispetto delle gerarchie. Credo di poter essere utile a questa società ed a questi dirigenti che sono abili manager ma neofiti del mondo del calcio. Hanno conosciuto solo il bello di questo sport perché sinora si è sempre vinto. Non conoscono il risvolto della medaglia soprattutto in piazze passionali come questa”.

Qualora dovesse lasciare il Savoia, quale giocatore porterebbe con sé?

“Premesso che il mio obiettivo principale è restare al Savoia e rinforzare l’organico, se dovessi lasciare Torre Annunziata non porterei con me nessun giocatore. Ho troppo rispetto per questa società per fare uno sgarbo del genere”.  

L’INCONTROVeniamo alla società, agli attuali dirigenti chiamati in causa da Simonetti. Ascoltiamo Quirico Manca.

Architetto, il diesse ha chiesto un incontro per dirimere eventuali contrasti e pianificare la prossima stagione. A quando il breefing?

Ci siamo incontrati martedì. Non capisco perché il direttore continui a dire di volere un appuntamento. In quel contesto abbiamo dipanato diversi argomenti. Gli ho ribadito la stima per il suo operato auspicando che si possa continuare a lavorare insieme anche se ho evidenziato la centralità della figura del direttore generale Francesco Maglione. Ho chiesto a Simonetti di predisporre un progetto tecnico per la prossima stagione che valuteremo con oculatezza da manager d’impresa. La prossima volta che ci siederemo intorno ad un tavolo sarà per analizzare la sua proposta”.

Il diesse ci ha confidato di percepire una certa freddezza nel comportamento della dirigenza. Cosa si sente di dire?

“Non capisco cosa intenda per freddezza. Sono un manager e nei rapporti di lavoro non contano le parole bensì i fatti concreti. Non credo di dovergli svelare nel dettaglio la nostra progettualità societaria anche perché i piani sono chiari ed evidenti”.

IL RAPPORTO CON LUCE – In più occasioni il direttore Simonetti evidenzia il suo strettissimo rapporto con Lazzaro Luce, collegando qualsiasi sua decisione al presidente.

Quanto è importante questo elemento?

“Quando Lazzaro Luce ad inizio giugno mi chiamò per chiedermi di assumere il ruolo di amministratore lo fece per potersi smarcare dalla gestione diretta e vivere meglio i risultati della squadra. Purtroppo a novembre è accaduto qualcosa di assolutamente imprevisto ma l’accordo iniziale resta tale. Non a caso nonostante ciò che è accaduto al nostro amico Lazzaro, siamo riusciti a portare avanti il progetto comune senza problemi e siamo quasi al traguardo prefissato. Posso comprendere che Simonetti si senta in difficoltà per l’assenza del presidente ma ognuno di noi risente di ciò, ma da qui a legare qualsiasi decisione alla figura di Lazzaro Luce ce ne passa. La società ha un indirizzo ben preciso, condiviso pienamente con la famiglia Luce. Il direttore deve comprendere ciò”.

IL FASTIDIO – Durante l’intervista la sensazione è che all’architetto Manca non faccia piacere affrontare questi argomenti.

E’ lui stesso a confermarcelo.

Stiamo per vincere il campionato e piuttosto che parlare di successi sportivi, dei grandi numeri ottenuti dai ragazzi, del nostro eccezionale pubblico con la bellissima prova degli ultras sabato sera, sono costretto a tornare su argomenti che, onestamente, eviterei volentieri. Eppure, nell’incontro di martedì con Simonetti si era chiarito anche questo elemento. Continuo, invece, a ritrovarmi sue dichiarazioni fuori luogo e per nulla concilianti con la società. Ad esempio non capisco perché si debba ancora parlare degli avversari. Basta, pensiamo a noi stessi ed esaltiamo quello che stiamo facendo. Dico a Simonetti di pensare a vivere con soddisfazione la stagione che stiamo portando a termine da protagonisti assoluti, lo stesso Lazzaro è orgoglioso di tutto ciò, non vedo perché rovinare la festa con dichiarazioni anacronistiche rispetto al momento”.

(Matteo Potenzieri)





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