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IL NUMERO 7. Tiscione: coraggio, altruismo e fantasia Ancora le note del poeta De Gregori ad accompagnare il Savoia in questa stagione trionfale. Il fantasista: “La maglia bianca è la mia seconda pelle”

IL NUMERO 7. Tiscione: coraggio, altruismo e fantasia

11-03-2014 – Il calcio è spettacolo, divertimento, gioia. Il Savoia rappresenta tutto questo in una stagione che passerà agli annali come tra le più esaltanti dei 106 anni di storia del vessillo biancoscudato. A rendere concrete queste forti sensazioni sono loro, i giocatori che continuano a regalare vittorie ed emozioni alla torcida di bianco vestita. Tra i protagonisti delle nostre esaltanti domeniche, uno rappresenta l’essenza pura del calcio, vera e propria delizia per palati fini: stiamo parlando di super Pippo Tiscione (nella foto) che concede a SOLOSAVOIA.IT un’intervista come definita da lui stesso: “La più bella della mia carriera”. Questo ce lo confessa lui, noi, nel ‘costruirla’, l’abbiamo immaginata come originale.

LA LEVA CALCISTICA DEL ‘68 – Per parlare con Pippo abbiamo scomodato nientemeno che il grande Francesco De Gregori, una sorta di ‘Musa ispiratrice’ per i nostri ‘speciali’. Dal ‘bandito e il campione’ dedicato al duo Del Sorbo-Scarpa dopo il match con l’Orlandina ad un altro capolavoro del repertorio musicale del cantante romano: ‘La leva calcistica del ‘68’. Sembrerà un caso ma alcune parti del testo vestono a pennello per Tiscione. Immaginiamo il nostro furetto palermitano come destinatario dei versi: “…Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia…”.  A parte il nome e l’età (Pippo è classe 1985) tutto corrisponde. Pippo è coraggio, altruismo e fantasia. E come Nino ha sbagliato un calcio di rigore. Ma De Gregori non si ferma qui e sembra rivolgersi a lui anche negli ultimi versi della canzone che raccontano: “…Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero sette…”. Proprio quella di Pippo Tiscione!

RIGORE SBAGLIATO – Cominciamo dal penalty fallito contro l’Orlandina.

Quel momento Tiscione lo ricorda per un altro motivo.

“Francesco (Scarpa ndr) subito dopo che l’arbitro aveva indicato il dischetto mi ha guardato e mi ha ceduto il pallone dicendomi ‘Pippo te lo meriti. Fa gol anche tu’. E’ stato un momento bellissimo. Il gesto del capitano non lo dimenticherò mai. Per me è valso molto più di un gol. Aver sbagliato il tiro è stato secondario”.

IL CORAGGIO – La prima delle tre parole dedicate a Pippo.

C’è voluto coraggio a superare il difficile momento d’inizio 2014 con l’addio ed il ritorno in maglia bianca nel giro di tre giorni.

“E’ proprio vero. In questi mesi ci ho pensato molto ed ho capito di aver fatto la scelta giusta nel restare qui. A Torre mi trovo benissimo, per me è come una seconda casa. Mi ha raggiunto la mia famiglia e mi sono tranquillizzato. In quel periodo ho letto tante cose sbagliate. Voi, da subito, avete scritto il vero motivo che era unicamente legato alla lontananza dai miei cari. Non è vero che mi ero accordato con altre squadre. Quella era una scelta personale e basta”.

E poi…

Ho avuto coraggio a cambiare idea e restare. Non sapevo cosa mi aspettasse, quale sarebbe stata la reazione dell’allenatore, dei compagni e della piazza. Invece, tutti mi sono stati vicino facendomi capire di essere importante. Io e mia moglie abbiamo conosciuto tanta bravissima gente ed abbiamo legato in particolare con Gianmatteo Maresca e la sua famiglia con i quali trascorriamo il nostro tempo libero. Ora posso dire che Torre Annunziata mi è totalmente entrata nel cuore. Voltandomi indietro quei momenti sono solo un lontano ricordo, li considero come tre giorni di riposo per infortunio”.

L’ALTRUISMO – Chi più di Pippo Tiscione ha dimostrato altruismo. Quanti assist, quanti rigori procurati nelle sue 24 esibizioni con ben 1916 minuti giocati e sei reti all’attivo.

Il numero sette dei bianchi è il giocatore più ‘decisivo’ per i compagni di squadra.

L’altruismo è il valore nel quale mi ritrovo di più. Considero il campo lo specchio della vita. Come quando gioco cerco di aiutare la squadra a far bene, così nella vita di tutti i giorni se ho la possibilità cerco di fare del bene e dare una mano a chi ha bisogno”.

LA FANTASIA – Veniamo alla caratteristica tipica del ‘piccoletto’ di casa Savoia: la fantasia.

E’ il mio punto di forza, lo dicono i numeri. Quando non segno riesco a trovare comunque una giocata di fantasia che mi consente di liberare i compagni per far gol. Poi quando ho la possibilità di trovare la via della rete, mi vengono anche giocate impossibili”.

IL NUMERO 7 – Quel numero ‘tatuato’ sulla schiena.

Pippo non ha dubbi nell’affermare.

Per me il 7 è magico. In allenamento mi capita di utilizzare la casacca numero 9 ma quando scendo in campo ed indosso la maglia del Savoia con quel numero mi scateno, la sento mia. E poi è il numero di maglia del mio idolo Cristiano Ronaldo, fantasia e potenza allo stato puro”.

SAVOIA PER SEMPRE – Il +11 sull’Akragas a sette gare effettive dal termine può lasciare spazio ai primi entusiasmi. In città sta aumentando l’adrenalina per quella che sarà la grande festa di maggio.

Ormai anche voi giocatori siete consapevoli che la Lega Pro è ad un passo. Per te sarebbe la prima volta in carriera dopo tantissima gavetta in D con Cosenza, Trapani, Vibonese, Valle Grecanica, Licata e Città di Messina.

Per me sarebbe un onore indossare la casacca del Savoia in Lega Pro. Solo a pensarci mi vengono i brividi. Sarebbe bellissimo che il mio esordio tra i professionisti avvenisse con questa maglia. Consentitemi di dire che meriterei questo premio insieme a tutti i compagni. Credo che stiamo facendo qualcosa di eccezionale e nessuno potrà negarci questo grande traguardo”.

L’ultima affermazione di Tiscione è una vera e propria dichiarazione d’amore per il Savoia.

Spero di rimanere qui fino alla fine della mia carriera. Sento questa maglia come una seconda pelle. Non sono di Torre come Scarpa ma il Savoia mi ha conquistato. Qui sono ringiovanito, mi sento bene, come avessi 20 anni. Ho stimoli, voglia di fare grandi cose ed essere felice come mai mi era successo in passato. Sono orgoglioso di vivere questo sogno con la gente di Torre, sentendomi parte di questa città”.

(Giovanni Caracciolo)





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