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SAVOIA-NOTO. Le interviste Feola sorride: “Siamo sulla buona strada”. Tiscione: “Gruppo fantastico”. Per Longo una dedica speciale: “A mio figlio Vincenzo, la sua prima volta al Giraud”

SAVOIA-NOTO. Le interviste

09-03-2014 – E’ un post partita di grande entusiasmo in casa Savoia. Il +11 sull’Akragas avvicina sempre più il traguardo promozione. Anche il Noto è stato ‘spazzato via’ come capitato a tutti quest’anno al Giraud. Dalle parole di mister Feola che lascia trapelare qualche certezza in più, ai quadri di ‘famiglia’ di Pippo Tiscione e Fabio Longo che arrivano in sala stampa con i propri figli: c’è solo da fare i complimenti alla macchina da guerra voluta da Lazzaro Luce.

FEOLAMister ‘C’ siamo?

“Siamo sulla buona strada (un sorriso accompagna questa affermazione, ndr). Mancano 7 partite e ci sono ancora 21 punti in palio. Bisogna vincere almeno 3 gare”.

Il tecnico che ad inizio gara ha fatto ‘pace’ con Betta, chiarendosi su quanto detto in settimana, dribbla l’argomento promozione per evidenziare l’errore di Maiellaro.

“L’infortunio di Maiellaro è sintomatico di leggerezza e rilassamento. Mi ha dato fastidio. Bisogna crescere se si vuole arrivare a certi livelli. I giovani devono capire che la strada per i professionisti è lunga e difficile”.

Poi l’analisi del match.

“C’è stata una sola squadra in campo: il Savoia. Abbiamo creato tanto e meritato la vittoria”.

La scelta di Longo punta centrale ha premiato.

“E’ vero. Ieri vi dicevo che preferivo aspettare l’andamento del match per dirvi se ci avevo visto giusto. Adesso posso affermare di si. Fabio ha segnato due gol e fatto una gran partita. Questo testimonia che c’è un grande gruppo e tutti si fanno trovare pronti quando chiamati in causa”.

TISCIONE – Arriva super Pippo con suo figlio che sfoggia la terza maglia del Savoia (nella foto).

Oggi per il fantasista palermitano è arrivato il settimo sigillo stagionale.

“Il gol non è la priorità. Lo dimostra che ho fatto tanti assist e mi sono procurato molti rigori. Ciò che conta è essere determinanti ed io faccio del mio meglio per aiutare i compagni. Sono contento di dare il mio contributo per la gioia dei tifosi. Questa città merita tantissimo”.

Un passaggio sull’Akragas che continua a sparare colpi a vuoto.

“Inseguire per un’intera stagione il Savoia non è facile. E’ molto faticoso starci dietro anche perché siamo bravi a non sbagliare praticamente nulla. Giochiamo sempre per vincere ed anche quando non siamo in gran giornata è difficile superarci”.

Il momento più difficile della gara?

“L’inizio. Le squadre che vengono a Torre si chiudono e fanno catenaccio. Ma quando sblocchiamo il risultato diventiamo incontenibili. Anche quando contiamo assenze pesanti, la forza arriva da chi gioca meno. Fabio Longo ne è stato l’esempio”.

LONGO – Pippo Tiscione abituato com’è a fare assist sul campo, stavolta l’ha fatto con le parole.

Perfetto la sua introduzione al commento di Fabio Longo, presente in sala stampa con il suo piccolo Vincenzo, per la prima volta al Giraud.

“Non mi aspettavo la doppietta. Avevo tanta voglia di far bene e ci sono riuscito. Questo è un gruppo di amici fantastico. Sono contento sia per la prestazione che per i gol”.

Da sottolineare l’intesa con i compagni di reparto.

“Con Scarpa e Tiscione mi sono trovato alla grande. E’ facile giocare in questo Savoia che è davvero una macchina perfetta. E’ stato bellissimo dedicare i gol al mio piccolo Vincenzo che non mi aveva mai visto giocare in questo stadio”.

Da ‘attore’ consumato, al termine dell’intervista, Vincenzo si mette in posa per le fotografie di rito! Piccoli campioni crescono.

MANFRELLOTTI – L’avversario ha la voce di Salvatore Manfrellotti, lo scorso anno con la casacca bianca. Dopo l’esperienza di Pomigliano, l’attaccante è giunto alla corte di Betta. Per lui la prima volta al Giraud con un’altra maglia.

“E’ stato un ritorno emozionante. Peccato per la nostra sconfitta ma spero che il Savoia vinca questo campionato, lo merita. Sarebbe bellissimo per tutta la città. Torre deve calcare ben altri palcoscenici, con la D non ha nulla a che vedere”.

(Giovanni Caracciolo)





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