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IL GLADIATORE. Stendardo: “Savoia, scelta di vita” A Torre sta vivendo una seconda giovinezza. Il baluardo della difesa oplontina ci racconta la sua intensa esperienza con la maglia bianca

IL GLADIATORE. Stendardo: “Savoia, scelta di vita”

04-03-2014 – Ha trentun’anni, li compirà a maggio. Una seconda giovinezza nell’arena del Giraud. Per Mariano Stendardo (nella foto) parla una carriera di alto livello tra B e C. Dalla scorsa estate si è accasato a Torre per una nuova, esaltante, scommessa. La prima volta in D e una nuova, imprevista, passione. Con SOLOSAVOIA.IT Mariano si è ‘aperto’ concedendoci un’intervista ricca di contenuti, con spunti non usuali.

LA SCELTA – Non è stato facile scendere di categoria. Napoli, Messina, Grosseto e Salernitana in B, Taranto, Bellaria, Cremonese, Salernitana, Pisa, Ternana e Treviso in Lega Pro. Un curriculum di tutto rispetto, un calciatore sicuramente ‘ricercato’ da società professionistiche. Invece, la chiamata di Lazzaro Luce ed il blitz del diesse Simonetti a ritiro appena iniziato, hanno convinto Mariano a fare una scelta di vita ancor prima che professionale.

Quando mi ha chiamato il Savoia mi sono confrontato con mia moglie. Insieme abbiamo deciso di accettare la proposta del presidente Luce. Ho scommesso su me stesso, avevo voglia di tornare ad essere un calciatore con stimoli veri e della piazza di Torre tutti mi avevano parlato benissimo. Ecco perché ho scelto questa maglia”.

A distanza di otto mesi prenderesti la stessa decisione?

“Si. Senza ombra di dubbio. Qui sto benissimo, mi sono trovato subito a mio agio e devo confessarvi che è vero tutto quello che si dice su Torre. In questa città si vive di calcio, vestire la maglia bianca è un’emozione che una volta provata non si cancella più. Sono stato in altre grandi piazze ma Torre non ha nulla da invidiare a tanti club di serie superiori. Ecco perché conquistare la promozione qui vale tantissimo”.

CAMPIONATO AL TOP – Il nostro sondaggio conferma che la difesa è stata individuata da quasi il 30% dei tifosi quale reparto fondamentale di questa grande stagione. E’ il quinto meno perforato di tutta la D con 19 gol al passivo, dei quali sei subiti nei 3-3 di Messina e Cava. Dati di assoluto rilievo.

Stendardo ci fa un bilancio di questi numeri.

“I dati sono evidenti, dicono che la difesa del Savoia è davvero forte. Non potrebbe essere altrimenti, siamo la capolista dalla prima giornata e tutti i reparti hanno contribuito a questo grande risultato. Sono d’accordo con il vostro sondaggio anche perché evidenzia come i tifosi siano attentissimi a valutare tutto. Sarebbe stato facile un plebiscito per l’attacco. Invece aver attributo preferenze anche a difesa e centrocampo è molto importante. Qualche piccola distrazione negli ultimi match è  fisiologica, perchè con otto gare effettive da giocare l’obiettivo è vicino e questo mentalmente comincia a farsi sentire”.

Quanto è importante il tecnico in questa fase decisiva della stagione?

“Tantissimo. A costo di sembrare puntiglioso fino all’estremo, riesce a tenerci tutti sulla corda. Noi lo apprezziamo, così come tutto lo staff tecnico. A mister Feola dobbiamo tanto”.

LA SVOLTA – Mariano individua la partita che ha dato la svolta al campionato del Savoia.

“Senza dubbio il pareggio di Agrigento. Abbiamo dimostrato in casa dell’unica vera rivale la nostra compattezza, lo spirito di una squadra vera. Non era facile uscire indenni dall’Esseneto. Loro avevano preparato quella gara nei minimi dettagli, sia sotto l’aspetto tattico che di pressione psicologica. Siamo scesi in campo con una determinazione unica che ci ha permesso di restare in piedi, senza mollare un centimetro. Siamo poi stati bravissimi a dare continuità a quel risultato, mentre i nostri avversari hanno subìto un evidente calo mentale”.

L’altro momento topico del campionato è stato a Gioia Tauro. La sconfitta contro i gioiesi portò l’Akragas ad appaiare in classifica i bianchi. Un rischio concreto, superato a pieni voti.

Da allora 28 punti totalizzati dal Savoia, 19 per gli akragantini con un +9 in classifica.

“Bella riflessione. Io posso parlare per noi e vi assicuro che da quel momento ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito che non potevamo gettare al vento tutto il lavoro fatto, il progetto della società, la passione dei tifosi. Ne siamo usciti alla grande ed i risultati lo confermano”.

DA NOTO… AL NOTO – Il primo dei due stop stagionali è giunto inaspettatamente a Noto. Il Savoia era reduce da otto vittorie di fila e sul campo dei netini subì un’inopinata sconfitta.

Sei d’accordo se affermiamo che quella fu la sconfitta della presunzione?

“In parte. Nel senso che abbiamo giocato quella partita consapevoli della nostra forza ma in alcuni momenti ci siamo fatti sorprendere. La foga di vincere ci ha portato ad attaccare fino alla fine, senza accontentarci del pari. Così abbiamo subito il gol in contropiede. Più che presunzione si è trattato di un peccato veniale dal quale ci siamo immediatamente riscattati”.

PASSIONE IN FAMIGLIA – Mariano non è ‘solo’ nella sua professione. Accanto a lui c’è la moglie Viviana, sempre presente e vicina alle vicissitudini del marito. Mentre lo intervistiamo, lei è al suo fianco.

Stendardo sorride ed afferma.

“A volte la prendo in giro perché le dico che è più legata di me al Savoia. Legge tutto, mi informa. Figuratevi che la domenica quando c’è la partita è sempre su SOLOSAVOIA per leggere le notizie e guardare i vostri video e foto. E’ la prima tifosa dei bianchi in casa. Davvero una passione irrefrenabile”.

Ce ne siamo resi conto quando dopo il match control’HinterReggio, nel girone d’andata, pubblicò un post su facebook con parole bellissime.

Noi ne prendemmo spunto per dedicarvi una copertina.

“Lo ricordiamo benissimo (Viviana conferma ndr). Quando vedemmo la vostra copertina su facebook  quasi non ci credevamo. Viviana non immaginava che quel suo pensiero diventasse così famoso. Vi ringraziamo per questo. Fa parte del bello di questa nostra avventura”.

TROPPA INVIDIA – L’ultima parte della nostra intervista è più ‘seria’.

A Mariano non sono andate giù certe dichiarazioni lette nei giorni passati

“Non vedo l’ora di vincere questo campionato per gridarlo ad alta voce. L’invidia è una brutta cosa e molti ci stanno remando contro da inizio stagione. Che da Agrigento tentino di alzare polveroni può starci. Non sono riusciti a scalfirci sul campo, ci stanno tentando inutilmente con le parole. Ma che il presidente dell’Agropoli dopo aver elogiato noi, la settimana dopo affermi che l’Akragas merita di vincere questo campionato, non mi sta bene. E’ assurdo, non lo capisco. Solo l’invidia può far dire certe cose. Ecco perché quando la matematica ci darà la certezza mi toglierò tanti sassolini dalle scarpe. Sarà la nostra vittoria, della città, di chi ci è stato vicino dal primo momento”.

Che carattere, un vero gladiatore!

(Giovanni Caracciolo)





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