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IL NEO. Savoia ‘allergico’ al manto erboso naturale La squadra di Feola, infallibile sul sintetico, in casa 12 vittorie su 12 gare, 'soffre' i terreni di gioco disomogenei. Ecco dove i bianchi hanno perso punti

IL NEO. Savoia ‘allergico’ al manto erboso naturale

26-02-2014 – Trovare un ‘punto debole’ in questo Savoia è impresa improba. I record che la squadra di Feola sta macinando gara dopo gara, sono sotto gli occhi di tutti. Capolista incontrastata e con pieno merito dalla prima giornata, il +9 sulla più diretta inseguitrice, a 10 giornate dal termine della regular season (i 3 punti sul Ragusa sono già acclarati), costituiscono un vantaggio che può far stare tutti tranquilli. Eppure, nello ‘spulciare’ i dati, abbiamo cercato nelle défiance, pochissime per la verità, di questo campionato e un elemento ci ha colpito.

MAL DA ERBA NATURALE – Il Savoia ha perso in sole due occasioni: al ‘Palatucci’ di Noto ed al ‘Polivalente’ di Gioia Tauro (nella foto). Se a questo sommiamo i tre pareggi esterni contro Città di Messina al ‘Celeste’, Akragas all’’Esseneto’ e Cavese al ‘Lamberti’, scoviamo che l’elemento comune è il terreno di gioco in erba naturale. I giocatori fisiologicamente ne soffrono. I rimbalzi del pallone sono diversi, la tenuta in caso di pioggia lo stesso. Il Savoia nel suo fortino (12 vittorie su 12 incontri) gioca sul sintetico e questo, alla lunga, comporta una assuefazione al manto erboso artificiale. Il sintetico offre maggiori possibilità di velocizzare il gioco anche perché in D l’erba naturale non è ben tenuta e si è costretti a giocare su veri e propri ‘campi di patate’. Noto e Gioia Tauro ne sono l’esempio evidente. Ecco perché, a dato acquisito, andiamo oltre per verificare il terreno di gioco dei prossimi confronti in trasferta. Questo per caprie dove, al di là del valore dell’avversario, il Savoia potrebbe incontrare qualche difficoltà.

DUE TRASFERTE A ‘RISCHIO’Delle quattro trasferte che restano fino al termine del campionato (escludiamo Ragusa per la mancata disputa del match), in due campi c’è l’erba naturale. Contro l’Hinterreggio domenica prossima al comunale in contrada Ravagnese  e al ‘Luigi Razzo’ di Vibo Valentia il 16 marzo, mentre al ‘Romolo Di Magro’ di Montalto e all’Enzo Vasi’ di Piraino, dove gioca il Due Torri, il terreno è  in sintetico. Si tratterà, dunque, di gestire le forze e la tenuta atletica. Il prof. Armando Fucci ed il ‘mago’ Michele Caso sono già pronti ad apportare i dovuti correttivi.

IL PARERE DELL’ESPERTO – A confermare la nostra ‘tesi’ è il preparatore atletico del Savoia, Fucci.

“Avete effettuato un’ottima disamina. In effetti quando una squadra si allena e gioca sul sintetico, nel momento in cui disputa un match su un campo in erba naturale ne risente, cosa che vale anche all’inverso, naturalmente. Il problema è legato sia alla diversa tensione tendine sui due diversi tipi di superficie ma anche ai differenti tempi di attenzione nervosa sulla velocità della palla”.

Ci spieghi meglio questo concetto.

Sull’erba naturale la palla viaggia più lentamente che sul sintetico e quando una squadra è abituata ai tempi del sintetico, si rischia che, involontariamente, si anticipino alcuni movimenti. Il fatto è che se l’erba fosse tenuta bene questi problemi non ci sarebbero perchè abbiamo una rosa molto tecnica. Ad esempio ad Agropoli abbiamo giocato una delle nostre migliori partite proprio  perchè il terreno del ‘Guariglia’, pure se in erba naturale, sembrava un campo di biliardo, simile ad un sintetico. Cosa che non è successo ad altre parti, Cava compresa, perché nelle nostre zone non esistono più bei terreni in naturale. Quei pochi rimasti sono tenuti male e quasi tutti si sono convertiti al sintetico perché ha minori costi di manutenzione”.

ULTIME DA REGGIOFissato il prezzo dei biglietti per gli ospiti a 5 euro, la società dello Stretto ha messo a disposizione per i tifosi torresi un intero settore per complessivi 300 posti. La vendita dei tagliandi avverrà direttamente allo stadio di contrada Ravagnese così come ci ha comunicato il segretario del club calabrese, Bandiera.

(Alfonso Caracciolo)





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