12-01-2014 – Il Savoia vince ma quanta fatica. Timori, tensioni, disagio. Si è vissuto di tutto questo pomeriggio al Giraud. L’unico sorriso lo forniscono i tre punti conquistati sul campo contro un Rende mai domo, a differenza dell’Akragas che ha ‘costruito’ la partita ‘farsa’ contro un Ragusa ‘costretto’ a scendere in campo prima di far sospendere la gara dopo pochi minuti, con i giocatori iblei in inferiorità numerica (in 6 sul terreno di gioco) stile Nocerina nel match di Salerno. Ma parliamo di calcio giocato, vero, quello che si è visto allo stadio ‘Giraud’. Non c’è dubbio: è stato il Savoia più brutto visto in casa. Confusionario e nervoso. Conseguenza? Gargiulo ammonito salterà il match dell’Esseneto, Terracciano (non era tra i diffidati) espulso, sarà squalificato. Due assenze pesantissime che costringeranno Feola a stravolgere parzialmente modulo e formazione.
LA PARTITA – Il tecnico dei bianchi manda in campo la stessa squadra che aveva iniziato il derby col Torrecuso con l’unica eccezione di Tiscione che rileva Bizzarro. Chi si aspettava che il tecnico giocasse in difesa tenendo fuori i diffidati si è sbagliato. ‘Gioca chi merita’, aveva affermato ieri Feola in conferenza stampa dando per inteso che avrebbe scelto i ‘titolarissimi’, perché prima di pensare all’Akragas bisognava battere il Rende. E a conti fatti il risultato espresso dal campo gli ha dato ragione se non fosse stato per l’ammonizione a Gargiulo che costerà la squalifica al forte centrocampista. Il Rende scende in campo con l’intenzione di fermare la capolista. Un punto al Giraud è un’impresa e per poco non riesce. Ma la legge del fortino dei bianchi si conferma con la nona vittoria su altrettante gare disputate tra le mura amiche.
PRONTI, PARTENZA… GOL – Come accaduto nell’ultima in casa contro il Due Torri con Del Sorbo in rete dopo appena 12 secondi, anche stavolta i bianchi trovano il gol nelle primissime fasi. Corre il 3’ quando un ispirato Tiscione entra in area e viene atterrato da Marchio: rigore ed ammonizione per il numero 5 del Rende. Vane le proteste, il penalty è netto. Sul dischetto si presenta capitan Scarpa. Tiro di prepotenza che si insacca a mezz’altezza alla destra di Greco che si era tuffato alla sua sinistra. 1-0 per il Savoia, il capocannoniere dei torresi raggiunge quota 14. E’ festa al Giraud.
CONFUSIONE – C’è chi pensa ad una goleada, non sarà così. Saranno anche le notizie che provengono da Ragusa con la gara già terminata a favore dell’Akragas e gli uomini di Rigoli, quasi a sfottò, che si allenano sul terreno di gioco avversario, ma la partita cambia volto. Il pomeriggio di gioia rischia di trasformarsi in delusione. Il Savoia è confuso. Scarpa trattiene più volte la sua foga per evitare il cartellino, Gargiulo commette tre falli di seguito al limite del giallo, fin quando a fine tempo, Petricciuolo combina la frittata, perdendo ingenuamente palla al limite dell’area di rigore. Interviene Gargiulo, fallo e giallo. Addio Agrigento.
PERICOLO RENDE – I calabresi, seguiti al Giraud da una decina di tifosi, sfiorano il pari in più occasioni. Al 16’ retropassaggio di Scarpa, Caruso intercetta la sfera e si invola verso la rete, Maiellaro e Viglietti riescono a contrare il tiro del numero 10 in angolo. 26’ doppio errore difensivo di Stendardo e Terracciano che aprono a Pignatta la via del gol. Il primo tiro dell’argentino è respinto a terra da Maiellaro, la sfera torna all’attaccante biancorosso che tira a porta vuota. Miracoloso il salvataggio quasi sulla linea di Terracciano che devia in angolo. Quanta paura. Il pubblico capisce che il momento è delicato ed incita la squadra. I tifosi si ripeteranno più volte nei novanta minuti con cori di incoraggiamento. Su tutti un ‘Dai ragazzi non mollate…’.
‘ROSSI’ DI RABBIA – La ripresa è ancora peggio della prima frazione. Il non gioco regna sovrano. I diffidati del Savoia evitano interventi duri, Feola tarda ad effettuare le sostituzioni, il Rende tenta il possibile per impattare il match. Da registrare un pallonetto di Caruso (64’) che termina di poco alto sulla traversa. Un minuto dopo Viglietti è straripante sulla fascia, il suo cross però non è raccolto da nessuno. Le emozioni più forti arrivano dai provvedimenti disciplinari. Uno per parte. Al 49’ Terracciano falcia all’altezza delle panchine Irace, secondo giallo e sotto la doccia. La rabbia è tanta, dopo Gargiulo anche lo stopper mancherà nel big match dell’Esseneto. Savoia in dieci. La parità numerica sarà ristabilita nove minuti dopo (58’) quando Ginobili sulla linea del fallo laterale, lato distinti, atterra Del Sorbo. Anche per lui secondo giallo ed espulsione.
LA ‘FARSA’ DI RAGUSA (di Luciano Passalacqua – WWW.GOLSICILIA.IT) – Doveva essere una formalità il match odierno dell’Aldo Campo tra Ragusa e Akragas, ed effettivamente così è stato. Gli iblei, attualmente senza una struttura societaria e ovviamente senza calciatori, continuano nella propria crisi nerissima che, fatta eccezione per clamorosi miracoli, porterà alla cancellazione della truppa azzurra dagli albi federali. Di contro l’Akragas, con la testa già al big match di domenica prossima con il Savoia che ha approfittato dell’occasione per svolgere un allenamento. Infatti, con il Ragusa presentatosi in campo con soli otto giocatori, dopo poco più di 10 minuti rimane con 6 atleti in campo costringendo il direttore di gara a fischiare anzitempo la fine del match. Per dovere di cronaca è giusto segnalare che prima del triplice fischio il punteggio era sullo 0-2 grazie alle reti di Assenzio al 1’ e Vitale al 6’.
AD AGRIGENTO SI VA – I tifosi ci credono e chiudono il loro pomeriggio di canti e cori con un significativo messaggio. Subito dopo il ‘banchi alè’ parte a gran voce: ‘Ad Agrigento si va…’. La Curva Sud ribolle, vuole fortemente seguire la squadra all’Esseneto. Già prima che terminasse il match era comparso uno striscione di forte impatto: “Arbitro fischia presto che partiamo adesso. Tutti ad Agrigento”. Insomma, chiusa con fatica la pratica Rende la testa già vola in Sicilia. Sarà una settimana di passione, augurandoci che il forte impatto mediatico delle iniziative prese dai tifosi, dalla società e dalle istituzioni locali sortisca l’effetto deterrente per chi aveva pianificato a tavolino il divieto. E’ una questione di giustizia, di principio, di salvaguardia dello sport.
(Giovanni Caracciolo)