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LEADER. Scarpa: “Il Savoia la mia Nazionale” Prima di diventare calciatore era un ultrà sfegatato dei bianchi. Poi il sogno divenuto realtà: “Ora la Lega Pro per Luce e i tifosi”

LEADER. Scarpa: “Il Savoia la mia Nazionale”

11-12-2013 – Quel ragazzo di provincia, nato e cresciuto in una realtà non facile per chi insegue un obiettivo, sta per centrare la conquista più importante della sua carriera di calciatore. Gioie e dispiaceri, un album di foto in bianco e nero e sul viale del tramonto la soddisfazione più grande, quella di indossare la maglia della squadra del cuore. Francesco Scarpa si racconta: essere capitano del Savoia vuol dire oneri e onori…

SAVOIA, LA MIA NAZIONALE“Soddisfazione maggiore non poteva esserci per me. Giocare nel Savoia era il mio sogno  da bambino, essere addirittura il capitano è come indossare la maglia della Nazionale. Nessuno può immaginare quanto io sia pazzo del Savoia. A parole non so spiegarlo, certo quella fascia comporta una responsabilità doppia, ma non ci penso. Di natura sono un testardo e mi piacciono le sfide. Prima o poi la maglia bianca avrei pure dovuto indossarla. E se mi consentite, sono stato io a volere il Savoia quest’estate. Con 50 presenze in serie B e circa 300 in C1, qualunque altra squadra mi avrebbe cercato. Sono stato io, invece, a cercare il Savoia”.

SCARPA L’ULTRA’ – Crescere a Torre Annunziata, guardarsi dalle tentazioni quotidiane non è facile. Per te cosa significa Torre ed il Savoia?

“Sono cresciuto in una famiglia umile, i miei genitori come punto di riferimento, assieme a mio zio Franco. Ero e sono rimasto un ultrà. Quando giocavo negli Allievi e nella Berretti del Savoia, spesso la facevo franca perché dovevo assistere alle partite della prima squadra. Quante trasferte con mio zio: da Catania a Giulianova, su e giù per l’Italia quando eravamo in serie C. Ricordo che ero militare a Roma e lasciai due volte la caserma, la prima per non perdermi il derby del San Paolo col Napoli in serie B, poi al Giraud per quel 5-1 inflitto al Palermo”.

Una parentesi spiacevole nella vita e nella carriera di un giovane Scarpa, caduto e svincolatosi, poi, dai perfidi tentacoli di cui tanti giovani rimangono vittime.

“Solo brutti ricordi, e poteva andare peggio. Senza quell’incidente avrei potuto fare un’altra carriera. Devo ringraziare Flora, la mia fidanzata di allora e adesso mia moglie. E’ una ragazza eccezionale ed il suo aiuto è stato fondamentale”.

SPOGLIATOIO DA PRIMATO – Torniamo al Savoia. Quasi a metà del cammino in campionato, quali le sensazioni di Scarpa e dello spogliatoio…

“Per come è stata costruita e col seguito di tifosi che abbiamo, questa squadra non si può permettere di non vincere il campionato. Siamo completi in tutto: società, calciatori, staff tecnico, tifosi. Di natura sono un ottimista e posso garantire di poter dare una grande mano al Savoia per conquistare la Lega Pro. Anche lo spogliatoio vive grandi emozioni sin dai giorni del ritiro. Giocare in questa piazza ti fa sentire importante”.

RECORD DI GOL – Undici reti in 15 gare, Scarpa ha eguagliato il record della stagione 2007-2008 con la maglia della Paganese in serie C1.

“I gol sono importanti perché portano le vittorie. Merito dei miei compagni che mi mettono in condizione di segnare. Senza di loro non sarei stato così prolifico. Il calcio è gioco di squadra, ai singoli non credo molto. Il singolo per eccellenza per me è stato e resta solo Diego Maradona”.

LUCE: UN PADRE – Come state vivendo la lontananza del presidente Lazzaro Luce?

“E’ come se mancasse il padre di famiglia. Ci manca non il presidente, ma l’uomo Lazzaro Luce col suo carisma, la sua personalità. Anche se gli altri dirigenti ci sono vicini e non ci fanno mancare nulla, faremo di tutto per regalare al presidente e ai nostri tifosi la gioia della promozione”.  

(Vincenzo Pinto)





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