05-12-2013 – Per tutti è ‘il prof’. Armando Fucci (nella foto) non è semplicemente il preparatore atletico del Savoia ma un vero e proprio punto di riferimento. Quando in estate Lazzaro Luce l’ha voluto nello staff tecnico, ha operato una scelta importante, decisiva, portando in una squadra dilettantistica l’esperienza ed il lavoro di un grande professionista. A distanza di cinque mesi, quella ‘puntata’ si è dimostrata vincente. SOLOSAVOIA.IT dedica all’ex consulente scientifico della Juventus di Marcello Lippi una lunga ed interessantissima intervista nella quale Fucci racconta una serie di aneddoti ed esperienze di vita vissuta che quotidianamente applica nell’innovativo metodo Savoia. Il prof. ci porta a scoprire i segreti della grande freschezza atletica della squadra che riesce a correre fino alla fine di ogni incontro.
SINTETICO E NATURALE – Nella conferenza stampa di sabato scorso, riferendosi alle due ultime sconfitte, Feola aveva sottolineato le pessime condizioni del manto erboso dei campi di Pomigliano e Gioia Tauro che, in parte, hanno determinato la prestazione della squadra che, a dire del tecnico, correva male.
Fucci ci chiarisce i due concetti.
“Feola ha ragione. Noi siamo abituati ad allenarci ed a giocare sul sintetico. Quando ci capita di disputare match sul naturale, soffriamo. A Benevento, ad esempio, ci allenavamo sul sintetico ma giocavamo sul campo in erba e questo risolveva, sul nascere, ogni insidia. Se poi i campi non sono tenuti bene, i problemi aumentano. Credo che non sia stato un caso che le nostre peggiori prestazioni si siano evidenziate a Noto, Pomigliano e Gioia, con poca erba e molto terreno”.
Ma questo vale anche per gli avversari che si allenano e giocano sul naturale.
“Certo. Non a caso quando siamo al Giraud gli altri ci soffrono tremendamente. Ma questo non significa che non sappiamo giocare sul campo in erba naturale. Ad Agropoli, su un terreno ben tenuto con l’erba tagliata bassa ed il fondo duro, ci siamo trovati perfettamente. E’ un naturale adattamento fisiologico”.
L’analisi di Fucci passa alla considerazione del correre male.
“Non credo che una squadra corra male, la corsa va di pari passo col gioco. Se corriamo significa che giochiamo bene. Contro il Montalto credo che abbiamo disputato la partita perfetta, siamo riusciti a mantenere le distanze tra i reparti, abbiamo giocato corti e stretti ed è evidente che abbiamo corso bene”.
LA FORZA DEI LATERALI – Il punto focale nel gioco di Feola sono i due laterali offensivi. Scarpa e Tiscione costituiscono il vero quid in più per questa squadra.
Fucci ce lo conferma.
“E’ un’ottima analisi quella che avete fatto. Ho letto le parole della vostra intervista a De Liguori e sono pienamente d’accordo. Nel 4-2-3-1 i due esterni d’attacco devono essere bravi nell’offendere perché in quel momento la squadra gioca col 4-2-4 ma, prima che l’avversario possa ripartire, devono svolgere il ruolo di elastico e riportare il centrocampo a 4 proprio per evitare di subire la superiorità numerica dell’avversario”.
I MAESTRI DEL 4-2-4 – L’attentissima e piacevole disamina di Fucci individua i ‘pionieri’ del 4-2-4, lo stesso atteggiamento del Savoia di Feola.
“Adesso vediamo il Napoli di Benitez giocare così ma il primo ad applicare questo modulo è stato Ventura ai tempi del Lecce. Non è un caso se adesso Antonio Conte, che giocava con i giallorossi in quel periodo, applichi la stessa filosofia alla Juve, così come aveva già fatto ad Arezzo e col Bari. Ricordo ancora quando ad inizio campionato, Conte chiese al diesse dei pugliesi di mettergli a disposizione otto laterali, proprio perché voleva stare tranquillo per eventuali problemi fisici che sarebbero potuti capitare durante la stagione”.
DA BARCELLONA PER FUCCI – Lo scorso 2 dicembre, Armando Fucci ha tenuto a Caserta un Seminario Nazionale dal titolo ‘La Programmazione nel calcio: una nuova concezione’, organizzato dall’AIPAC (Associazione Italiana Preparatori Atletici).
Con giustificato orgoglio il nostro prof. evidenzia la presenza di un ‘uditore’ d’eccezione.
“Sono stato molto contento quando ho saputo che sarebbe venuto direttamente da Barcellona il preparatore atletico dei blaugrana, Edu Pons. E’ andato Ventrone (con Fucci alla Juve ndr) ad accoglierlo all’aeroporto. A fine seminario ho scambiato due parole con lui che ha espresso grande entusiasmo per le mie idee sulla preparazione atletica. Gli ho detto che tutto ciò lo sto mettendo in pratica con il Savoia che per me è come fosse il Barcellona. L’obiettivo è lo stesso: vincere”.
PREPARAZIONE ‘SATELLITARE’ – Una delle grandi novità portate da Fucci è stata la pedissequa applicazione agli allenamenti di metodi scientifici innovativi. I giocatori si allenano con un particolare software collegato al satellite GEOPLOT attraverso il GPS.
Il prof. ci rivela i segreti di questo particolare metodo.
“Monitoriamo ogni giorno, per cinque volte a settimana, il livello atletico dei singoli. Devo ammettere di essere molto soddisfatto, tutti hanno sempre risposto al di sopra delle aspettative, evidenziando uno spirito di adattamento fuori dalla norma”.
In genere le squadre accusano un fisiologico calo in determinati periodo dell’anno. Succederà anche al Savoia?
“Non secondo i miei modelli. Questo perché la mia preparazione non è a step periodici ma settimanale. Noi carichiamo il lavoro dal martedì al giovedì, giorno in cui a differenza di altre squadre, non svolgiamo amichevoli. Per questa ragione, a volte, il venerdì ci riposiamo in quanto è proprio nel momento del non allenamento fisico che si riesce a capitalizzare al meglio il lavoro dei giorni precedenti. In questo modo arriviamo prontissimi al match”.
MENTE E CORPO – Fucci è un fervente postulatore del binomio mente/corpo.
“Ho sempre ritenuto che il top level di un calciatore si raggiunga nel prefetto equilibrio tra la forza fisica e l’aspetto mentale. Quando è stato costruito il Savoia abbiamo ricercato calciatori in grado di correre per il nostro gioco ma, allo stesso tempo, atleti con un forte spessore mentale. Se siamo primi, probabilmente, le scelte fatte sono state giuste ed oculate”.
LIPPI E DEL PIERO – Fucci chiude la sua lunga chiacchierata con noi con un bellissimo aneddoto dei tempi della Juventus.
“Quando Marcello Lippi arrivò alla Juve io ero il consulente scientifico dei bianconeri. Lippi, al nostro primo incontro, mi rivolse un quesito davvero intrigante. Mi chiese come sarebbe stato possibile far si che ogni giocatore della rosa rispondesse sempre allo stesso modo nelle diverse gare che si sarebbero susseguite tra Coppa e campionato senza accusare cali di rendimento”.
E lei cosa rispose?
“Molto dipende dalla capacità di adattamento fisico e mentale di ognuno. Mi spiego meglio. E’ possibile che un giocatore sotto l’aspetto prettamente atletico sia al top, diciamo da 9, ma se poi non fa coincidere questo livello con quello mentale, tutto è inutile perché quel 9, alla prova dei fatti, diventa 5/6. Alla Juve avevamo un esempio perfetto in tal senso, mi riferisco ad Alessandro Del Piero, un fuoriclasse unico che riusciva, sempre, a distribuire le energia per ogni singolo match, un modello per tutti. Questo non capitava ad atleti come Miccoli, dotato di grandi numeri ma non dello stesso equilibrio mentale che sapeva gestire il Del Piero della situazione. D’altronde i grandi giocatori non nascono tutti i giorni ed avere la fortuna di conoscerli è motivo di grande orgoglio”.
(Giovanni Caracciolo)