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SUPEREROI. La storia di Batman Maiellaro L’estremo dei bianchi si racconta a SoloSavoia.it in un’intervista inedita: “Sogno la Lega Pro col Savoia. La mia altezza? Tutto ‘merito’ di mamma”

SUPEREROI. La storia di Batman Maiellaro

23-10-2013 – Luigi Maiellaro (nella foto), 19 anni di forza esplosiva. Dalle strade della ‘Loggetta’ di Fuorigrotta al recente record di vittorie con la maglia del glorioso Savoia. Una bella, bellissima storia quella del portiere dei bianchi che SOLOSAVOIA.IT ha soprannominato Batman. Conosceremo Luigi come non lo avete mai visto. Dai primi calci ad un pallone alle esperienze con Bacoli, Gladiator e da quest’anno Savoia. Tanta simpatia e voglia di divertirsi. Abbiamo scherzato sulla sua altezza, diventando seri quando si è parlato di famiglia e di futuro. Un passaggio sul suo rapporto con Torre non poteva mancare. Tutto questo e non solo nella nostra intervista dedicata allo special one della porta.

SUPEREROE TRA I PALI – Di Maiellaro si dice un gran bene. Lo scorso anno è stato eletto quale miglior giovane portiere della categoria, un predestinato. Confermiamo tutto. Vederlo all’opera è un vero piacere. La sua sicurezza tra i pali rende sereno il reparto e l’intera squadra. Contro il Marcianise, gran parte del merito per la qualificazione agli ottavi di Coppa spetta proprio a lui.

Ha indossato i panni del supereroe dal 18’ del primo tempo, quando ha parato il rigore a Iadaresta per confermarsi durante l’intero arco della gara, dicendo ripetutamente ‘no’ ai tentativi avversari. Ciliegina sulla torta il primo dei penalty finali neutralizzato all’ex Temponi.

“E’ stata una serata bellissima. Il merito non è solo mio ma di tutta la squadra. Siamo un gruppo vincente e giochiamo sempre per il successo”.

Batman, supereroe della Marvel, è l’appellativo con il quale lo abbiamo etichettato dopo la serata di Coppa. A lui piace un ‘sacco’.

“Mi rivedo davvero in lui. Sin da piccolo, l’uomo pipistrello è stato il mio supereroe preferito. Ho visto tutti i film ed i cartoni a lui dedicati. Vi ringrazio per avermi etichettato con questo appellativo. Mi fa davvero piacere che i tifosi, ormai, mi chiamino Batman”.

ALTEZZA… DI FAMIGLIA – Luigi è un ragazzo simpaticissimo. I compagni di squadra, ogni volta che riceve un’intervista, gli fanno versi e sfottò di vario genere per distrarlo. E lui, con la tipica ironia di uno scugnizzo napoletano, si diverte senza farci caso.

Quando gli chiediamo ‘lumi’ sulla sua altezza, la risposta è a tono.

“A volte mi chiedo anch’io perché non sia cresciuto un po’ di più. Mi avrebbe di certo aiutato nel mio ruolo. Peccato, e pensare che papà è alto 190 centimetri”.

E allora da chi ha preso?

“Da mamma, ho la sua stessa altezza. Mannaggia!!!”.

Un ampio sorriso sotto i suoi baffetti sbarazzini accompagna questa battuta.

Poi il discorso si fa più serio quando Maiellaro ci spiega come è riuscito ad ‘aggirare’ l’ostacolo altezza.

“Mi è sempre piaciuto parare, così ho lavorato tantissimo sulle mie altre doti. Ho sviluppato agilità e reattività che mi consentono di coprire la porta in maniera totale, sopperendo alla mancanza in termini di centimetri”.

Un ringraziamento particolare è per i suoi genitori.

“Sono fantastici, mi hanno assecondato da subito in quello che era il mio grande sogno ed oggi se sto ottenendo queste soddisfazioni, gran merito è loro che mi hanno supportato in questi anni”.

I PRIMI CALCI – Maiellaro ci apre le porte di casa e ci racconta la sua infanzia, il suo primo contatto con il calcio.

“Da piccolo giocavo ‘a pallone’ con gli amici nel mio quartiere (la Loggetta ndr), a pochi passi dal San Paolo. A sei anni papà mi ha iscritto alla scuola calcio ‘Fabio & Paolo Cannavaro’ dove sono stato 3 anni prima di passare alle giovanili del Napoli”.

Con i Cannavaro, la famiglia Maiellaro è dirimpettaia.

“Si può dire che abitiamo di fronte. Più volte li ho visti passare e ogni tanto venivano anche al campo di allenamento. Per me era un sogno vederli da vicino”.

L’IDOLO – Ma non possono essere certo i fratelli Cannavaro gli idoli di Luigi.

Lui è un portiere. Chi il grande punto d’arrivo?

“Certamente Gigi Buffon. Un campione dentro e fuori dal campo. L’ho sempre ammirato anche se le mie caratteristiche sono diverse dalle sue. Qualcuno mi dice che assomiglio a Peruzzi. Non l’ho mai visto giocare, quindi mi fido”.

Probabilmente il paragone con Peruzzi è legato all’altezza anche se l’ex portiere della Nazionale aveva qualche chilo di troppo…

“Pur di arrivare lontano mi farei crescere la pancetta, statene certi”.

IL FUTURO – Quest’affermazione ci fornisce l’assist per parlare di futuro.

Dove vuole arrivare Maiellaro?

“Conosco i miei limiti ma non mi pongo punti di arrivo. Spero di andare il più lontano possibile. Per ora il grande obiettivo si chiama Lega Pro con il Savoia. Rappresenta per me e per i compagni un traguardo che vale molto di più che vincere in tante altre piazze. E poi ho 19 anni, se non è lecito sognare a quest’età?!”.

INNAMORATO DI TORRE – E passiamo al presente, al Savoia.

Luigi è tra gli idoli della tifoseria. Martedì ha vissuto una giornata indimenticabile.

“Una festa bellissima. Il 22 ottobre di Torre non ha pari da nessuna parte. Tantissima gente per le strade, gioia ed entusiasmo in ogni angolo. Mi sono sentito a mio agio, tra la mia gente. Sono innamorato di questa città ed ho capito perché a Torre si dice che due sono le cose che non si toccano: la Madonna ed il Savoia”.

(Giovanni Caracciolo)





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