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L’AVVERSARIO DI TURNO. L’HinterReggio Calabresi a metà classifica reduci da una pericolosa crisi societaria. Il tecnico Ferraro: equot;Il nostro campo è pessimo, non è indicato per giocare a calcioequot;

L'AVVERSARIO DI TURNO. L'HinterReggio

18-10-2013 – Il prossimo avversario del Savoia, cui dedichiamo la nostra consueta scheda del venerdì, è tra le compagini più ‘giovani’ dell’intero panorama calcistico nazionale. Si tratta dell’HinterReggio, seconda squadra di Reggio Calabria, nata nel 2006 e capace, in pochi anni, di scrivere importanti pagine nella sua breve storia. Due tornei di Eccellenza, 4 in D e lo scorso anno la promozione in Lega Pro. Il sogno è durato una sola stagione, i calabresi sono tornati in quarta serie.

STORIA E PRECEDENTI (a cura di Giuseppe Lucibelli) – Una sfida (quasi) inedita quella con l’HinterReggio, società giovanissima, come detto poc’anzi, al confronto del centenario sodalizio biancoscudato. La seconda compagine reggina nasce, infatti, nell’estate 2006 dalle ceneri della Polisportiva Scillese, club retrocesso dalla serie D in Eccellenza. Un gruppo di appassionati reggini, originari della Vallata del Valanidi, decide di rilevare la società della Costa Viola, attraverso l’ingresso di nuovi fondatori che pilotano la fusione con il sodalizio di Scilla.  Nasce così l’Associazione calcio dilettanti HinterReggio poi diventata A.S.D. che, della vecchia società mantiene solo i colori sociali: il biancazzurro. Ci si tuffa alla grande nel calciomercato e si allestisce una rosa di primissimo piano che nella stagione 2007/08 conquista il grande salto in Serie D vincendo il campionato di Eccellenza e conquistando la Coppa Italia dilettanti Nazionale. L’HinterReggio guarda anche al sociale, ai giovani e alla loro crescita in una struttura sportiva sana e ben strutturata. L’HinterReggio Village, centro sportivo voluto fortissimamente dal Presidente Pellicanò, rappresenta con i suoi 7 campi in erba sintetica situati nel cuore di Reggio Calabria un biglietto da visita davvero invidiabile. La stagione agonistica 2011/12 è quella della consacrazione e del grande salto tra i Professionisti. La squadra allenata da mister Di Maria, costruita magistralmente dal duo Pellicanò–Rappoccio, vince il suo girone e approda, al cospetto delle più blasonate Messina e Cosenza, in Lega Pro. Per la prima volta nella sua storia la città di Reggio Calabria potrà fregiarsi di avere due società professionistiche nel panorama calcistico italiano, la Reggina e la giovanissima HinterReggio. L’unico incrocio con il Savoia avviene nella stagione 2008-09, Campionato di Serie D, davvero amaro per i nostri colori (retrocessione nel Campionato di Eccellenza). Si va prima a Reggio: la partita finisce a reti inviolate (12 ottobre 2008). Nel girone di ritorno il Savoia naviga in brutte acque ma la speranza di una ripresa è sempre viva. Mister Agovino non vuole mollare e stimola i suoi ragazzi malgrado le traversie societarie. E’ il 22 febbraio 2009 quando l’HinterReggio arriva al “Giraud”. Anche a Torre Annunziata la partita finì con un nulla di fatto (0-0) e smorzò ulteriormente le residue speranze di una rimonta sempre più difficile per i bianchi.

IL CAMPIONATO – L’HinterReggio occupa la terza posizione con Nuova Gioiese ed Orlandina con 14 punti in classifica. 4 le vittorie, 2 i pareggi, una sola sconfitta. 11 le reti segnate, 6 quelle subìte. E’ l’unica delle squadre del girone ad essere retrocessa dai professionisti. Interessante curiosità emerge nel leggere la rosa. Ben 12 sono i calciatori confermati dei quali 9 sono under. Per il resto l’organico è composto da quasi tutti elementi provenienti da compagini calabresi: Montalto, Cosenza, Catanzaro e Crotone. Nessun nome di particolare rilievo ad evidenziare la politica dei giovani che la società del presidente Francesco Pellicanò persegue con grandi risultati. Il tecnico Francesco Ferraro predilige schierarsi con il 4-3-3. Domenica mancherà Paviglianiti, difensore proveniente dal Monopoli, autore della rete del momentaneo vantaggio contro la Cavese.

LA FORZA DEGLI UNDER – Abbiamo contattato il direttore sportivo Carmelo Rappoccio che ci ha raccontato le vicende di questa giovanissima squadra.

“A Reggio Calabria esiste solo la Reggina. Noi siamo una piccola realtà che si è ritagliata un proprio spazio. Quel poco che abbiamo fatto lo abbiamo fatto bene. Vorrei vedere chi, dopo appena cinque anni dalla fondazione, è in grado di arrivare tra i professionisti. Per noi rimane motivo d’orgoglio. Siamo consapevoli che il nostro habitat sono le serie minori”.

 Qual è il vostro obiettivo?

“Puntiamo a far bene con i giovani. Non a caso abbiamo scommesso su molti under provenienti dal nostro settore giovanile. E’ da poco che abbiamo mandato in prova un nostro talento alla Juventus e la società bianconera l’ha valutato positivamente”.

 Nella politica dei giovani, l’HinterReggio Village è il fiore all’occhiello.

“E’ vero. Abbiamo puntato moltissimo sulla struttura sportiva, composta da sette campi, foresteria ed opere dedicate allo sport. Pensi che tutte le squadre che affrontano la Reggina si allenano nel nostro centro sportivo. L’anno scorso i dirigenti del Sassuolo mi dicevano che da loro non c’era una struttura così bella”.

SAVOIA PREDESTINATO – Rappoccio non ha dubbi quando gli chiediamo quale sia la più seria candidata alla promozione.

“E’ il Savoia, non ho dubbi e non lo dico perchè dobbiamo affrontarlo ma per il fatto che è stata allestita una rosa di altissimo livello e sono stati bravi a tramutare subito in risultati quanto di buono fatto in sede di campagna acquisti”.

Poi c’è il pubblico del Giraud. Mercoledì sera in Coppa Italia in 4000 a sostenere la squadra. Domenica si attendono circa 6000 persone.

“Questa è una tifoseria da serie superiore. Pensi che neanche la Reggina in B, in questo momento, fa tutti questi spettatori. Al ‘Granillo’ se ne contano 2500/3000 massimo, per non parlare di noi che contiamo pochi simpatizzanti. A Torre, invece, è uno spettacolo continuo. Mi sembra giusto che sia il Savoia a vincere il campionato. Con questo non voglio dire che domenica saremo la vittima sacrificale. Verremo a giocarci la nostra onesta partita ma l’impresa è improba”.

(Giovanni Caracciolo)





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