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FEBBRE BIANCA. Simonetti come non l’avete mai visto Intervista al ds dei bianchi che dopo il gol vittoria di Viglietti contro la Cavese si lascia andare ad un’esultanza liberatoria: “Non mi era mai successo prima”

FEBBRE BIANCA. Simonetti come non l’avete mai visto

09-10-2013 – Un Savoia così non lo si ammirava da tempo. Gioco, spettacolo, punti. La ‘macchina da guerra’ voluta da Lazzaro Luce è stata costruita con estrema sagacia dall’uomo che in questo momento, più di tutti, può godere di complimenti ed attestati di stima. Ci riferiamo, naturalmente, a Tonino Simonetti, il direttore sportivo artefice di questo ingranaggio che sfiora la perfezione. Le interviste a Simonetti non sono mai banali, emergono sempre temi interessanti ed anche in questa chiacchierata informale l’operatore di mercato porta avanti numerosi concetti tutti da leggere.

ESULTANZA… LIBERATORIA  – Il direttore è abituato a vedere le partite all’interno del rettangolo di gioco. E’ quasi in trans il giorno dell’incontro. Non tocca cibo, il suo livello di concentrazione è massimo. Di pochissime parole nell’immediata vigilia, osserva l’incontro quasi appartato.

Domenica non è stato così. Ancora negli occhi la sua esultanza al gol vittoria di Luca Viglietti (nella foto). Una corsa ‘impazzita’ ad abbracciare chiunque, sotto la curva, una scena bellissima, inconsueta per il suo modus operandi.

“Ho rivisto la bella foto che SOLOSAVOIA ha scattato al momento della rete di Luca. Quasi non mi riconoscevo. Eppure ero proprio io! Mi avete colto di sorpresa. Dico la verità, quasi mai ho avuto una reazione così istintiva, in genere sono freddo in queste circostanze. Al cuore ho sempre fatto prevalere la ragione. Ma con la Cavese avevo accumulato così tanta tensione che quella corsa è stata una vera e propria liberazione”.

Simonetti ci racconta le sensazioni che aveva percepito dal mattino.

“Quando ho visto i ragazzi arrivare allo stadio, li ho osservati con attenzione ed ammetto di essermi preoccupato. Ho confidato, poco prima della partita, questa sensazione al nostro responsabile comunicazione. Avevo visto i giocatori meno concentrati del solito, non erano in clima derby. Purtroppo avevo ragione. Abbiamo regalato il primo tempo alla Cavese. Poi lo svantaggio, il rigore fallito. Sembrava una giornata maledetta. Invece…”.

Ecco spiegata l’esultanza.

“Quando abbiamo segnato con Viglietti ho scaricato tutte le mie preoccupazioni. Di cuore ringrazio i tifosi. Sono stati loro ad averci sospinto al successo. Se non avessimo giocato al Giraud, probabilmente non avremmo vinto. La gente è davvero stata determinante”.

IL GRUPPO – Il budget messo a disposizione dalla società è di quelli importanti. In un contesto del genere acquistare giocatori di valore potrebbe sembrare non proprio complicato.

Ma il ‘miracolo’ Simonetti è rappresentato dall’aver costruito una rosa di grande spessore umano, un gruppo unito e vincente, ancora prima che valido sotto l’aspetto tecnico.

“Mi fa piacere che stiate evidenziando questo elemento. Dovete sapere che prima di firmare un contratto con un calciatore, lo invito a cena. Si, proprio così. Per vedere come si comporta a tavola, come agisce fuori dal terreno di gioco. Se non mi convince come persona, può essere anche un fuoriclasse, state sicuri che Tonino Simonetti non lo ingaggia. La prima cosa che ho detto a questi ragazzi è che qui nessuno è sicuro di essere titolare. Il Savoia non è certo il Chievo Verona, questa squadra è il top per la serie D ed è ovvio che ci sono 20 elementi di alto livello. Chi ha accettato, l’ha fatto con questa consapevolezza. Ecco perché vedete un Del Sorbo che entra dalla panchina e cambia la partita. Lo stesso sarebbe potuto accadere a Bizzarro, Ruscio, Di Pietro, Criscuolo o altri”.

LO STAFF – Una menzione speciale Simonetti ci tiene a farla per lo staff tecnico.

“Mister Feola lo conosco da tempo, sia come giocatore che come tecnico. E’ una persona perbene, attento ai minimi dettagli. Ma permettetemi di sottolineare la professionalità e competenza dei collaboratori del tecnico. Il professor Fucci, il secondo Suppa ed il preparatore dei portieri Ammendola, costituiscono il top di categoria. Un’arma in più per noi. Complimenti al presidente che li ha scelti personalmente”.

LA MISSIONE – Il diesse ha un obiettivo ben chiaro.

“La mia missione è quella di portare il Savoia il più in alto possibile. Noi puntiamo alla serie B. Il progetto c’è, è a lungo termine e chi ci segue in questo momento, raccoglierà i frutti. Se vinceremo, il sottoscritto avrà qualche pregio, ma se falliremo sarò il principale responsabile. Ecco perchè non posso farmi sfuggire nulla. E poi ho un debito d’onore con la piazza ed il presidente Luce che è una persona straordinaria che merita tutta la mia stima e gratitudine”.

IMPEGNO SOCIALEDomenica scorsa l’iniziativa contro il femminicidio ad evidenziare che il Savoia è impegnato anche nel sociale.

 Simonetti ci confida importanti progetti.

“Il nostro amministratore Manca è impegnato in prima persona nel diffondere il nome del Savoia nel tessuto della città. Ad Agropoli e domenica scorsa mi sono emozionato nel vedere tanti ragazzini allo stadio. Il Savoia è tornato il punto di riferimento per le nuove leve e molto presto saremo nelle scuole per  diffondere il nostro messaggio. Il calcio deve essere il trampolino per la rinascita della città, tutta la società è sensibile a questa importante progettualità”.

I PIU’ FORTI – Il presidente al termine della gara con la Cavese si è lasciato sfuggire: “Abbiamo vinto perchè siamo i più forti”.

Simonetti è d’accordo?

“Da uomo di calcio dico che bisogna mantenere i piedi per terra, il campionato è lungo ed i pericoli sono dietro l’angolo. Solo a maggio potrò confermarvi l’affermazione del presidente. Detto questo è chiaro che la squadra è davvero forte. Sono sicuro, ad esempio, che la Cavese chiuderà il campionato con 15/20 punti di ritardo rispetto a noi”.

Cavese, Akragas, Agropoli. In queste prime sei giornate i bianchi si sono già sbarazzati di quelle che erano le squadre candidate a dare più ‘fastidio’. Il campionato è davvero chiuso?

“Della Cavese ho appena detto. Tra le altre l’unica che terrà è l’Akragas forte ‘politicamente’. Ma è in tutta la Sicilia che il clima è molto particolare. Dobbiamo stare sempre attenti e pronti a non farci cogliere impreparati. In questo vigilerò sempre perché, a differenza di altri, io la notte non dormo ma penso alla prossima mossa…”.

(Giovanni Caracciolo)





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