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LA FORZA DEL GRUPPO. Del Sorbo: “Uniti si vince” La punta, che finora ha trovato poco spazio, esalta lo spogliatoio. Fondamentale lo staff: "Feola ed i tecnici ci fanno sentire importanti"

LA FORZA DEL GRUPPO. Del Sorbo:

08-10-2013 – Chi li chiama rincalzi, chi seconde linee, chi panchinari. Per noi, semplicemente, sono i protagonisti di un GRUPPO VINCENTE. Si, proprio così. In questo Savoia bello e coinvolgente, uno dei segreti è la compattezza degli uomini, la voglia di essere uniti per raggiungere il grande obiettivo comune: la promozione in Lega Pro. Tutti sono utili alla causa, nessuno si sente ‘escluso’ dal progetto. E così comprendiamo quando il tecnico Feola non fa mancare, durante le sue conferenze stampa, parole di stima e ringraziamento nei confronti di chi non gioca o, rispetto agli altri, è meno utilizzato. Anche questo è spirito vincente. L’eurogol di Longo a Rende, bissato nel mercoledì di Coppa con il Matera, la positiva esibizione di Mocerino, chiamato al posto di Viglietti, a gara in corso al ‘Lorenzon’, rappresentano questi valori. Ma su tutti abbiamo deciso di ascoltare l’uomo simbolo di questo nuovo corso, il giocatore del momento: Antonio Libero Del Sorbo (nella foto) che sicuramente sarebbe titolarissimo da altre parti ma che ha preferito giocarsi il posto pur di venire a Torre Annunziata per indossare la maglia bianca. La nostra non sarà la solita intervista, ma un parlare fuori dalle righe per scoprire il vero Del Sorbo, non solo quello che ammiriamo in campo ma anche  la quotidianità di un ragazzone di ventinove primavere.

LE PERLE – A Pomigliano ha realizzato un gran gol, un tiro di prima intenzione, su assist di Tiscione, che si è insaccato alla sinistra del portiere avversario. Domenica scorsa, contro la Cavese, il suo ingresso è stato determinante per la remuntada dei bianchi.

Niente male per uno che non parte titolare.

“Assolutamente no. Mi sono fatto trovare pronto al momento giusto e questo mi fa piacere. L’impegno e la costanza di chi gioca meno è premiato ed è un elemento fondamentale. E’ chiaro che vorrei iniziare qualche gara tra i titolari, non sarei sincero se dicessi l’opposto, ma se il mister decide che devo giocare 5, 15 o 20 minuti, non importa, ciò che conta è mettersi a disposizione di questo magnifico gruppo”.

LA FORZA DEL GRUPPOAntonio commenta con estremo piacere la copertina che SOLOSAVOIA.IT gli ha dedicato ieri sulla pagina ufficiale facebook.

“E’ bellissima. In tanti anni di carriera non mi era mai capitato. Davvero complimenti, si vede che siete mossi unicamente da passione ed amore per questa casacca. Ma ciò che più mi è piaciuto è aver visto in sottofondo il gruppo dei ragazzi con il prof.  Fucci e i tifosi alle loro spalle. Avete individuato in pieno i tre elementi che costituiscono la nostra vera forza”.

Spiegaci meglio, questo è un concetto che va approfondito.

“La mia foto in primo piano vale per tutti noi che siamo meno impegnati. Ci sono io, ma poteva esserci tranquillamente Bizzarro, Mocerino, Ruscio, Di Pietro, o qualche altro. Ciò che conta è che ognuno di noi si sente uguale agli altri. Su questo lavora tantissimo lo staff del mister. Fucci il martedì alla ripresa ci fa lavorare a parte per farci recuperare i minuti non giocati in partita. Il lavoro di tutti i tecnici è dedicato specialmente a chi gioca meno, ci fanno sentire più importanti dei titolari del momento, ci spronano, lavorano tantissimo sotto l’aspetto mentale. E poi ci sono loro, i tifosi. I sacrifici di tutti sono indirizzati alla piazza, vogliamo farli gioire, vogliamo che siano orgogliosi di noi”.

FEOLA – Il tecnico ha sempre una parola di conforto per chi non gioca.

“Mi dispiace dover lasciare in panchina o, addirittura in tribuna, alcuni giocatori. Meriterebbero tutti di giocare. Ma ognuno sa che è parte di un progetto ed il gruppo si è ormai cementato”.

Questo il commento di Feola che Del Sorbo fa suo.

“Quanto vi ha detto corrisponde a verità. Feola, Fucci, Suppa, Amendola sono davvero dei grandi motivatori, persone eccezionali che sanno gestire anche situazioni particolari”.

LUCE – Antonio fa parte della scuderia Luce. E’ uno dei gli uomini che il presidente porta con se.

In estate si era impegnato verbalmente con un’altra squadra ma quando ha ricevuto la chiamata di Luce non ci ha pensato due volte ed ha firmato per il Savoia.

“Il presidente è una persona unica. E’ prodigo di consigli. Per noi è una garanzia, ci dà tranquillità, è sempre vicino nel momento del bisogno, mette la sua esperienza al nostro servizio. E’ un vincente e merita di ottenere un grande successo in questa piazza che ritengo sia quella giusta per il suo modo di vedere il calcio”.

LA PIAZZA – Nella tua ultima affermazione hai fatto un cenno alla piazza. Nella tua carriera hai giocato in tante squadre, giocando in mezza Campania da Gragnano a Terzigno, passando per Angri, Pianura, Pomigliano, Santa Maria Capua Vetere.

Ma probabilmente Cava e Matera hanno rappresentato il top in termini di tifoseria. E Torre?

“E’ il massimo. Molto più di Matera e Cava. Qui ti senti un giocatore a 360°. La gente ti fa sentire importante. Si respira calcio, qui si vive di ‘pallone’. Nonostante abbia giocato poco, firmerei altre mille volte per venire al Savoia. Ne avevo sentito parlare da molti addetti ai lavori ma vivere da protagonisti questa vera e propria leggenda non ha pari”.

IL TRAMPOLINO DI LANCIO – Per Antonio il calcio è vita, condivide questo sport con la propria famiglia. A 17 anni il suo primo campionato in Eccellenza con la Riop.

Poi l’occasione di una vita ed il treno perso per un infortunio.

“Giocavo a Gragnano, una grande stagione, mi cercavano squadre professionistiche, ero felicissimo, pronto al grande salto. Poi il destino si è accanito contro di me ed ha voluto che mi infortunassi al ginocchio. Sei mesi fermo, un inferno, il momento più negativo della mia carriera. Grazie agli affetti mi tirai su ed andai avanti. Ho fatto bene, oggi sono qui e mi gioco un’altra grande carta. Arrivare in Lega Pro con il Savoia equivale a qualcosa di straordinario. Per me significherebbe il coronamento professionale dopo tanti sacrifici”.

L’IMPEGNO – La nostra intervista si chiude con una promessa.

“Spero di poter essere sempre utile alla squadra come è accaduto a Pomigliano, con il Matera e domenica scorsa nel derby con la Cavese. Questo vale per tutti i compagni. Vogliamo la promozione e non ci fermeremo davanti a nulla. E’ un impegno che mi assumo a nome di tutti. Uniti si vince”.

(Giovanni Caracciolo)





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